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UNA BATTAGLIA DI PIU’ LARGO RESPIRO PER LA DIGNITA’  DELL’UNIVERSITA’  PUBBLICA

 

Il confronto tenutosi il 28 agosto tra ARAN e sindacati del Pubblico Impiego, propedeutico al rinnovo del contratto collettivo nazionale, ha confermato i nostri dubbi sulla volontà di rinnovare positivamente i contratti bloccati dal 2009.

Anche i docenti dell’Università stanno mobilitandosi con uno sciopero diffuso in molti Atenei, rivendicando il ripristino dei loro scatti stipendiali, bloccati  a colpi di finanziarie dal 2010.

Riteniamo legittima la richiesta dei docenti, in considerazione che alcune specifiche categorie di Lavoratori Pubblici (Magistrati, Militari, Insegnanti scolastici ..) hanno usufruito di tale sblocco anche se del tutto parziale. Vogliano, però, ricordare che in diversi Atenei, TUTTI i Docenti aventi diritto hanno usufruito nel 2015 dell’incentivo una tantum previsto dalla famigerata riforma universitaria (L.240/2010) utilizzando in piena autonomia le risorse finanziarie assegnate.  Era evidente che era un contentino che avrebbe premiato pochi Atenei, creando malessere e gettando le basi per i tagli lineari a cui stiamo assistendo.

Sempre in questi anni sono stati fatti piani straordinari di reclutamento che hanno permesso sostanziose progressioni di carriera di ricercatori e docenti, con criteri che spesso mascherano clientelismi e baronie.

In particolare nelle Università siamo in presenza di un inaccettabile livello di precariato sottopagato, a una confusionaria carriera docente che a nostro parere deve essere chiarificata, così come quella del Personale Tecnico-Amministrativo  che subisce una declaratoria inesistente e umiliante, oltre ad una insufficiente destinazione delle risorse.

Riconosciamo  la capacità dei docenti di aggregarsi per mobilitarsi, anche se è evidente che è una questione di classe. Non è accettabile, tuttavia, come si possa strumentalizzare il disastro in cui la politica e la burocrazia hanno trascinato l’Università, e tutto il sistema della Formazione, riconducendolo  a  un obiettivo proprio di una battaglia corporativa. Perché di questo si tratta, al di là dei corollari nei comunicati e lettere varie, come quelle tese a convincere gli studenti, viste le ricadute per gli appelli autunnali.

Una battaglia che, invece, dovrebbe essere di più largo respiro e portata avanti con tutti  per salvaguardare la dignità dell’Università per il futuro dei giovani, del nostro Paese.

Invitiamo i Docenti ad abbandonare i deleteri corporativismi unendo le lotte con il personale Precario, i Tecnici-amministrativi e gli Studenti Universitari per potenziare il Sistema Universitario Pubblico rivendicando finanziamenti adeguati, sblocchi assunzionali e stipendiali dignitosi per tutto il personale universitario.

Abbandoniamo le empiriche regole utilizzate per finanziare gli Atenei; regole che stravolgono la funzione del sistema universitario e della ricerca costringendo gli Atenei a competere tra loro per attirare finanziamenti privati che di fatto ne vincolano gli obiettivi statutari.

Il rinnovo del Contratto Nazionale del Pubblico Impiego e le ulteriori riforme dell’Università dovranno vederci tutti impegnati a difesa della funzione sociale del LAVORO PUBBLICO, abbandonando i falsi criteri meritocratici che stanno umiliando e demotivando i lavoratori. Dovranno essere riconosciuti adeguamenti salariali che ridiano dignità a salari fermi dal 2009, fondi che azzerino il precariato e riconoscano le professionalità esistenti.

Si  utilizzino i fondi spesi per operazioni militari e per infrastrutture inutili, fioriere solo di corruzione diffusa, per restituire ai lavoratori e ai cittadini quanto sottotratto in questi anni di manovre lacrime e sangue

Il prossimo autunno dovrà vederci forti nel chiedere una manovra finanziaria che ridia dignità al lavoro pubblico restituendo i servizi alla cittadinanza dopo anni di sacrifici, falsamente addolciti da bonus propagandistici.

Settembre 2017

USB – Unione Sindacale di Base
PUBBLICO IMPIEGO – UNIVERSITA’

http://universita.usb.it

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