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Come USB Università denunciavamo già nel 2010 che la riforma Gelmini dell’Università avrebbe gettato nelle mani degli speculatori finanziari il sistema universitario italiano, visto anche il suo contemporaneo -finanziamento pubblico.

L’inserimento dei privati e di politici esterni nei CDA degli Atenei ha permesso questa svolta e ne è esempio quanto sta avvenendo negli Atenei Torinesi, coinvolti nei processi di riutilizzo speculativo di spazi post-industriali dell’area metropolitana.

E’ confermato da quanto sta avvenendo nelle aree prossime a Palazzo Nuovo, dove a fronte di una concessione di una parte degli spazi all’Unito, il Comune di Torino ha permesso di edificare due fast-food (Burger-King e MC DONALD).

Analoga situazione è quella dell’area ex Westinghouse, dove un accordo tra Comune e Politecnico ha permesso che dietro a una concessione al Politecnico di edificare un complesso adibito alla ricerca applicata (Energy center) , venga avviata la costruzione di uno sfarzoso quanto superfluo centro congressi, con annessi struttura alberghiera e centro commerciale (ESSELUNGA!).

USB ritiene inaccettabile che gli Atenei siano promotori di operazioni commerciali finalizzate a far incassare oneri di urbanizzazione al Comune e che sviluppano un sistema economico incompatibile con una formazione universitaria che invece di essere volano dello sviluppo sostenibile, viaggia a braccetto con il consumismo senza scrupoli proprio di fast-food e centri commerciali.

In una città già satura di simili strutture , bisognosa di edifici residenziali e di attenzione alle necessità di una piccola imprenditoria artigianale e commerciale in crisi, USB sarà al fianco di Studenti e Cittadini per costringere Rettori e Amministratori locali a invertire la rotta.

Ci mobiliteremo per avere investimenti pubblici adeguati a una Città a misura d’uomo, risolvendone le necessità residenziali e puntando sulla crescita della piccola/media imprenditoria, scelta necessaria per creare posti di lavoro dignitosi, alternativi a quelli senza diritti imposti dalle multinazionali del commercio.

Ribadiamo con decisione che il dissenso che sta manifestandosi tra studenti e Lavoratori universitari non debba essere affrontato dai Rettori mobilitando le forze dell’ordine come sta avvenendo, ma con un confronto costante con le forze sociali attive.

USB PI – Università

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