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Biennio 2008-2009: dietro la farsa del contratto-espresso…

Il 16 gennaio, liberi dalla presenza di RdB e quindi senza alcun bisogno di nascondersi dietro i tavoli separati, sindacati confederali e “autonomo” hanno firmato in tutta fretta la resa senza condizioni alla demolizione della Pubblica Amministrazione e del lavoro pubblico:  il Piano Industriale di Brunetta.

Nel merito l’accordo per l’Università prevede:

  • aumenti da fame (10 euro medi mensili per il 2008 e 58 euro dal 2009),
  • nulla per la contrattazione integrativa taglieggiata dalle trattenute per assenza e dalla riduzione secca del 10% a partire dal 2009,
  • progressioni economiche degli EP a carico dei fondi delle categorie più basse
  • la promessa fasulla di recupero sui “risparmi aggiuntivi” sulla spesa del personale (sic !!) sulla base della valutazione semestrale da parte del Ministero della Funzione Pubblica e del Tesoro che potrebbe destinarne una quota alla contrattazione integrativa per premiare i “meritevoli”……

Abbandonate invece le code contrattuali 2006-2009 che dovevano dare una soluzione ai problemi annosi dei lavoratori universitari che operano nella Sanità (come dipendenti delle Aziende Ospedaliere Universitarie o in convenzione con le Aziende Ospedaliere del Servizio Sanitario Nazionale) e i Cel/Lettori.

Tanta sollecitudine nel chiudere l’accordo per il biennio 2008-2009 sgombra il campo all’accelerazione della privatizzazione dell’Università Pubblica e/o alla sua svendita ai poteri forti delle Fondazioni presentata come unica risposta possibile alla crisi degli atenei.

Tanta sollecitudine sindacale rivela la miope e folle resa senza condizione alla predisposizione di quel “nuovo modello contrattuale” che si fonda sulla selezione clientelare del personale T/A con la spartizione delle risorse sempre più magre, per decidere quali “salvare” dagli esuberi… come l’esperienza dei lavoratori ex Alitalia insegna !

Perciò sarebbe sciocco dare a intendere ai lavoratori si tratta solo di un accordo sbagliato, per cui si sfidano i firmatari a fare un referendum. Qui si tratta di ben altro e ben più grave.

Noi non la paghiamo la vostra crisi !

In questo contesto i lavoratori universitari devono e possono reagire per sottrarsi al destino di vittime sacrificali delle scelte economiche scellerate dei governi, della crisi degli atenei, delle baronie e di un sindacalismo confederale e “autonomo” rinunciatario battendosi contro la 133, per la stabilizzazione dei precari, per la tutela del salario e dei posti di lavoro, contro la riduzione delle dotazioni organiche e il blocco delle assunzioni, per la valorizzazione della  contrattazione integrativa, contro ogni ipotesi di privatizzazione degli organi accademici e di dismissione delle Università Pubbliche, contro ogni ipotesi di fuoriuscita dei lavoratori universitari dal Contratto Università…

Ipotesi contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto università per il biennio economico 2008/2009

RdB/CUB Pubblico Impiego – Università

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