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Inoltriamo ai lavoratori il comunicato sindacale unitario sull’incontro che si è tenuto lo scorso 10 dicembre tra le rappresentanze sindacali e l’Amministrazione circa il questionario sperimentale somministrato ai lavoratori della I Divisione.

Dopo esserci documentati sulla metodologia applicata a questo tipo di questionari, come RdB siamo intervenuti anche per sapere effettivamente quale fosse lo scopo di quelle domande; quale fosse lo scopo di capire chi ha un ‘ potere di influenza’… Abbiamo chiesto se interessava conoscere la rappresentazione/percezione dei dipendenti o la reale struttura relazionale- comunicativa della divisione?

Prendendo per buona la risposta che l’iniziativa è riconducibile all’esecuzione di un progetto di ricerca effettuato anche in altri posti di lavoro (con pubblicazione dei risultati in un libro), abbiamo messo in discussione oltre che l’utilizzo del personale come oggetto di sperimentazione, anche la metodologia seguita e quindi l’attendibilità del questionario.

Ad esempio, un dipendente è veramente consapevole delle persone ‘su cui ritiene di avere influenza dal punto di vista della formazione delle opinioni, dei comportamenti, del modo di lavorare’? E’ conscio di poter essere influenzato, ‘nelle opinioni, nei comportamenti, nel modo di lavorare’ , da qualche collega?

Il problema di fondo di queste domande, così esplicite e dirette nella formulazione, è che la raffigurazione della realtà registrata dai ricercatori non combaci con la rappresentazione personale che l’intervistato ha di sé e di ciò che lo circonda. Altro problema è riferito alla congruenza di significati. I dipendenti a cui è sottoposto questo questionario interpretano (poiché senza una preventiva informazione/spiegazione) il significato della domanda e i termini presenti in essa così come l’hanno intesi i ricercatori?

Il rischio di questo questionario è che si traggano conclusioni sulla base di alcune domande troppo intrusive e dirette (che, per correttezza intellettuale e metodologica, di norma si evitano), tanto da far sorgere il problema di una distorsione: che l’intervistato dia risposte desiderabili e accettabili socialmente; cioè che dia risposte che non sono la reale espressione di quello che pensa, ma che fornisca risposte congruenti al contesto e alle norme e i valori del contesto di riferimento. Un intervistato- dipendente può voler dare una immagine positiva di sé, può avere il timore di sentirsi giudicato negativamente. Oltretutto il questionario non sembra anonimo, visto che per accedervi c’è bisogno si una password personale.

Il prof. La Bella, al termine dell’incontro, ha detto che il libro che sarà pubblicato non conterrà i dati di Tor Vergata.

Nota Unitaria al Rettore

Questionario

Istruzioni per il questionario

Comunicato unitario sull’incontro con l’Amministrazione

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