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A Tor Vergata va di moda il double-face: un indumento particolare che disponendo di due “diritti” può essere all’occorrenza reversibile, con due facce diverse per tonalità di colore o per disegno, a secondo delle necessità del momento….

In apparenza per i lavoratori dell’Ateneo potrebbe sembrare che succeda quanto segue: da un lato, nulla avviene e nulla si muove; mentre dall’altro lato, ferve un’attività dei vertici molto operosa che, bandita ogni forma di chiacchiera e discussione, sembra puntare senza esitazione al sodo.

Per dirlo in modo più semplice: mentre non si informa, non si risponde, non si comunica, non si discute, non si relaziona, in una sorta di letargia collettiva, la stessa Amministrazione del “fare” provvede a “circolare” ed applicare disposizioni che, come tasselli, di volta in volta fanno breccia nel sistema consolidato delle tutele nei rapporti di lavoro, restringendo i diritti acquisiti.

Così, ad esempio, mentre manifesta la sua assoluta indisponibilità ad onorare gli accordi sindacali che consentirebbero le progressioni orizzontali agli aventi diritto, obbliga contestualmente il personale a prendere 11 giorni di ferie forzate, vincolandole ad una ipotetica chiusura delle strutture. Il paradosso è che finora tale decisione, che investe l’intera comunità accademica (e tutte le attività che vi ruotano intorno), non è stata ancora comunicata ufficialmente o formalmente a nessuno. Lo sa solo il personale e per vie traverse, tramite la circolare sulla programmazione delle ferie. Ma, perplessi ci domandiamo, i docenti sanno che l’Università chiuderà nelle settimane di Natale e Ferragosto? E gli studenti, i frequentatori e visitatori.

E’ un double-face molto utile e che funziona: ieri le malattie, le ferie forzate, oggi gli esuberi e domani?

Allargando lo sguardo, chissà com’è, ci ricorda le scelte double-face fatte da questo Governo: agli industriali – ma soprattutto agli speculatori finanziari -non chiede nessun sacrificio, condona gli evasori, mentre continua a spremere come limoni i lavoratori, i pensionati e i ceti sociali più bassi.

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