RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE

 

Federazione del Pubblico Impiego, Servizi, Industria e Settore Privato

 

CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE RdB/CUB   www.rdbcub.it

 

Bologna,  26.10.02

 

Una chiusura di biennio a quale prezzo?

 

Dovrebbe ormai essere alle battute finali la chiusura del biennio economico 2000-2001 dell'Università, atteso da tre anni dai lavoratori e "dimenticato" dai sindacati confederali e "autonomi" del pubblico impiego.

CGIL, CISL e UIL, con i loro reggicoda “autonomi” di categoria hanno preferito tenere il sacco ai loro vertici nazionali piuttosto che riconoscere che iniziare i rinnovi contrattuali divisi per comparto indebolisce le categorie più deboli e non rafforza quelle più forti.

 

E’ noto come le trattative per i contratti 2002-2005 si siano aperte il 3 settembre senza che nessuno di questi sindacati sollevasse come pregiudiziale la chiusura di tutti i contratti ancora insoluti, quindi anche quello dell'Università, prima di aprire la nuova stagione contrattuale.

 

E’ reale il pericolo di una chiusura del nostro contratto in cui, a fronte di aumenti mensili appena sufficienti a pagare il costo di un caffè, siano previsti ulteriori e gravi cedimenti normativi e contrattuali (svuotamento della contrattazione d'ateneo) e salariali (azzeramento dell’aggiornamento dovuto per il salario integrativo d'ateneo 2000 e 2001).

 

Una chiusura che, lungi dall’esser stata discussa e risolta in tempi veloci, rischia di apparire oggi “affannosa” e cieca di fronte alle nefandezze ivi contenute.

 

Nella ultima bozza di lavoro discussa tra le parti, visibile sul nostro sito http://members.xoom.it/sindacatordb con anche le tabelle economiche allegate, si noterà che le modifiche apportate (evidenziate in neretto) non riguardano affatto gli istituti normativi da noi denunciati, ovvero smobilito delle liquidazioni e arbitrato obbligatorio. 

 

Ergo: seppure discussi non sono stati oggetto di “ripulsa” da parte dei sindacati.

 

Trasformazione delle nostre liquidazioni in “Fondi Pensione Integrativi”: ricordatevi della ENRON o della WorldCom, con le loro catastrofiche conseguenze a danno dei lavoratori e degli stessi pensionati legati a quelle azioni. Significa che il “capitale” personale, frutto di un risparmio lavorativo dei dipendenti gestito dallo Stato, viene regalato a qualche soggetto privato che lo gestirà secondo la logica del SUO profitto. Giova ricordare come tra le principali assicurazioni che gestiscono questi fondi deputate a godere di questi benefici privati siano ben presenti le solite “tre sorelle” CGIL, CISL e UIL.

 

Arbitrato Obbligatorio in luogo delle tutele dello Statuto dei Lavoratori: viene introdotto una sorta di processo – più o meno come il “Forum” televisivo di Canale 5 presieduto dal giudice Sante Licheni - controllato dalle sole Amministrazioni e da CGIL, CISL e UIL, ed inappellabile.

Le spese processuali, piuttosto ingenti oltre tutto, sono a carico del perdente.

Sostituisce le garanzie dettate in primo luogo dall’Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori - ...a proposito: a nessuno fischiano le orecchie a questo proposito? – ma non solo.

E’ sufficiente immaginare cosa significhi per un lavoratore colpito da un qualsiasi provvedimento disciplinare, magari anche minimo, in caso di sconfitta o anche solo di soluzione “patteggiata” o mediata. Come minimo si troverà a pagare una bella somma. E chissà con quale soddisfazione…

Le speranze di un giudizio “terzo” affidato alla Magistratura, e la possibilità di ricorso fino a tre gradi di giudizio, vengono spazzate via con una farsa di processo.

 

Ciò che qui abbiamo riportato, anche se ripetuto, è estremamente grave in quanto stravolge diritti e tutele di tutti i lavoratori del comparto, stravolge la stessa “ratio” tutta economica del “rinnovo di biennio” – istituito per verificare e sancire esclusivamente la parte economica finale della durata quadriennale del Contratto Nazionale - e ancora una volta introduce le più nocive sperimentazioni per poi estenderle ai lavoratori di tutti i comparti pubblici.

                       

Cavie da laboratorio, in mano a “scienziati folli”.

 

D'altra parte, a fronte di indebite introduzioni normative, il sindacalismo confederale e "autonomo" non si mostra particolarmente sensibile neanche al blocco delle assunzioni iniziato dal 2002 che amplia la platea del lavoro precario e che minaccia di bloccare il diritto ai passaggi di categoria (il diritto alla carriera) - appena sancito col CCNL 1998-2001 dopo 20 anni di lotte - e nemmeno per la tempesta annunciata dai provvedimenti governativi di tagli dei fondi, di esternalizzazioni dei servizi e trasformazione dell'Università Pubblica in Fondazioni e SpA, che rischia di travolgere prima di tutto la categoria in un turbinio di esuberi, mobilità forzate e licenziamenti oltre che la funzione e il ruolo dell'Università Pubblica nel nostro paese.

 

A questo punto, a meno di non ipotizzare una sindrome di demenza precoce oltre l’accertata codardia dei sindacati trattanti di categoria, le domande che poniamo sono:

le parti sindacali sono pienamente consapevoli e coscienti di ciò che stanno trattando?

Perché su questi argomenti non scrivono, né comunicano alcunché ai lavoratori?

Sulla base di quale mandato trattano con l’ARAN?

Perché si ostinano a non consultare i lavoratori?

 

Le risposte, che crediamo di conoscere, pensiamo che debbano uscire, in maniera propositiva, dall’azione dei lavoratori:

abbandonare il sindacalismo concertativo dei confederali è una urgente NECESSITA’!

NO allo smobilito delle liquidazioni e all'arbitrato obbligatorio.

 

Ciò che i lavoratori dell’Università chiedono è una veloce chiusura della parte economica del Biennio 2000-2001.

Ed una ancor più rapida apertura del Contratto Nazionale di Lavoro 2002-2005, sulla base di una piattaforma discussa dai lavoratori.

 

Riprendiamo la parola. Riprendiamo l’iniziativa.

Costruiamo in tutti gli atenei delle strutture del sindacalismo di base.

Costruiamo ovunque le RdB Università.

 

Contatti: pilot18@libero.it; orazio.maccarone@libero.it; rdb-universita@libero.it; Surdo@med.uniroma2.it

 

RdB Università