La grandissima partecipazione alla manifestazione contro la guerra, che ha concluso il FSE e che ha superato ogni più ottimistica previsione, ha dimostrato che le parole d’ordine del rifiuto della guerra sempre e senza condizioni, della critica all’imperialismo, al liberismo e alla globalizzazione, alle logiche del mercato e alle sue conseguenze, non sono patrimonio di una minoranza, ma sono diventate un punto di riferimento per ampissimi settori di giovani, lavoratori, precari.

 

Per la prima volta la contraddizione capitale/lavoro, il conflitto che in ogni parte d’Europa ogni giorno contrappone il mondo del lavoro, in ogni suo aspetto, ai poteri forti, economici, finanziari, istituzionali, è stata in primo piano nei quattro giorno del Forum.

 

I temi della condizione operaia, dei precari, dei lavoratori immigranti, le ricadute politiche e sociali determinate  dalla selvaggia competizione capitalistica, dalle privatizzazioni i licenziamenti, il precariato, la flessibilità, l’aumento dello sfruttamento e del lavoro nero sono entrati a pieno titolo nei dibattiti e nei programmi futuri.

 

La CUB è stata presente con suoi stands, presso cui è stato distribuito materiale di tutte le organizzazioni aderenti e con la partecipazione a 18 tra seminari e conferenze del mattino.

 

In particolare sono da segnalare l’eccezionale partecipazione alle due Conferenze, una coordinata da Pierpaolo Leonardi, con la presenza di Gino Strada su “Il mercato della Guerra” e l’altra su “ Acqua, aria, terra: l’Europa contro lo sviluppo sostenibile” che ha visto come relatore per conto della CUB e di Medicina Democratica Luigi Mara. Entrambe hanno visto la presenza di migliaia di persone.

 

Anche i seminari: “l’istruzione non è una merce” con l’intervento di Cosimo Scarinzi; “Costruire una rete contro la precarietà” con l’intervento di Vivoli Simone; Diritto alla casa in Europa; Contro la privatizzazione e mercificazione della salute; Servizi pubblici e privatizzazioni; Trasporto ambiente e sicurezza; Campagna per il reddito garantito; sono stati molto seguiti, come pure quello sulle campagne europee di sostegno attivo alla lotta del popolo palestinese e contro il Plan Colombia.

 

Il seminario sul sindacato antiliberista, cui è intervenuto Piergiorgio Tiboni, ha visto la presenza e gli interventi di numerosi sindacati conflittuali e di base di molti paesi europei.

 

In questo, come pure negli incontri bilaterali che la CUB ha realizzato, si è rafforzata la necessità di un più stretto rapporto e coordinamento tra le varie organizzazioni sindacali, conflittuali e di base, in relazione sia a quanto avviene a livello politico istituzionale nella costruzione dell’Europa Unita, sia in relazione tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro europeo, vedi le liberalizzazioni o la restrizione dei diritti e delle libertà sindacali.

 

Al riguardo si sono proposti appuntamenti ed iniziative comuni a livello categoriale, come per le Ferrovie, che in futuro dovranno trovare sempre più spazio.

 

Non è sfuggita comunque a nessuno la massiccia presenza della CGIL, sia in termini di servizio d’ordine, che in termini politici: a differenza di Genova, al Forum Sociale Europeo di Firenze la presenza del sindacato concertativo, italiano ed europeo è stata rilevante.

 

Non ci nascondiamo che la  gran parte di coloro che “governano il FSE”  fanno finta che la CGIL e tutti i sindacati che stanno nella CES non abbiano avuto alcuna responsabilità, negli anni novanta ed in presenza di governi amici, di centrosinistra, nella distruzione dei diritti dei lavoratori, nell’aver svenduto conquiste costate anni di lotta per la realizzazione della moneta unica e la costruzione di una Europa che finora ha portato benefici solo ai poteri forti.

 

Basterebbe solo ricordare i vergognosi accordi di luglio, i contratti firmati senza neppure il recupero dell’inflazione programmata in omaggio ad una politica dei redditi che ha permesso al capitale nazionale di superare il passaggio all’Euro ma che ora sta costando la chiusura della Fiat e dell’Alfa, tanto per fare un esempio, l’accordo sulle pensioni realizzato con il Governo Dini sostenuto da tutto il centrosinistra.

 

La CGIL tenta, oggi che al potere c’è Berlusconi e che quasi tutta l’Europa è governata dalla destra, di riacquistare una patente di “conflittualità” ma è sulle tematiche concrete che la verità si manifesta ed è lì che “casca l’asino” dalla riproposizione della politica concertativa nei rapporti con governo e padronato, allo sciopero contro la guerra, sulla richiesta di salari europei, al ripristino integrale del diritto di sciopero, dal reddito per i disoccupati, alla lotta contro le privatizzazioni, il precariato e la flessibilità, sull’estensione dell’articolo 18, sulle elezioni senza il terzo garantito per le elezioni delle RSU nel privato, i diritti in capo al singolo RSU ecc.