TFR nei fondi pensione? NO grazie!
Dal 1 gennaio 2007, è partito il furto del TFR.
Per ora, sono interessati tutti i lavoratori in regime TFR ma, governo e CGIL, CISL e UIL, non aspetteranno molto per estenderlo ai dipendenti del pubblico impiego in regime TFS.
Lo stesso ministro del lavoro, Cesare Damiano, diessino, ex sindacalista CGIL ed ex presidente del fondo previdenziale "Cometa" dei metalmeccanici, ha dichiarato al Sole24ore che ben presto il governo di centrosinistra è intenzionato a coinvolgere nella riforma del TFR (leggasi furto) anche i lavoratori del pubblico impiego che, attualmente, sono esclusi dalla applicazione della normativa del decreto legislativo 252/05.
Sono già pronti, in concerto con il Ministero della Funzione Pubblica, ha predisporre una normativa che consenta di realizzare anche per i lavoratori del pubblico impiego, in regime di TFS, una forma di previdenza complementare.
Per questo, è necessario comprendere quello che sta accadendo ma, soprattutto, operare una capillare controinformazione finalizzata al boicottaggio dei fondi pensione, per la difesa del TFR/TFS e del sistema pensionistico pubblico.
Nel 2004 il Prof. Luigi Scimia, attuale presidente della Covip (l’ente di vigilanza sui Fondi Pensione) nonché ex Presidente del Fondo Pensioni dei lavoratori Bnl, sconsigliava fermamente l’investimento del TFR nei Fondi Pensione.
Si tratta dello stesso personaggio che, in questi giorni, appare in tutte le tv e su molti quotidiani.
Abilissimo nello scansare
le rarissime domande scomode degli intervistatori, astuto nel propagandare
invece tutto il contrario, cioè l’invito, ai lavoratori, a destinare il
proprio TFR nei Fondi Pensione, strettamente privati o "negoziali"
che siano.
In una intervista del 16 ottobre 2004, resa al
Corriere della Sera, sosteneva tutto il contrario di quanto argomenta oggi.
Secondo i dati illustrati
da Sciměa, infatti, nei primi otto mesi del 2004, il
rendimento medio dei fondi pensione negoziali (quelli istituiti da accordi tra
aziende e CGIL, CISL e UIL) è stato del 2,3%, leggermente sopra la
rivalutazione del TFR, pari al 2,1%.
I fondi aperti (offerti da
banche e assicurazioni) hanno invece reso in media l’ 1,8%
(
"Estendendo l’orizzonte temporale all’ultimo quinquennio, ha aggiunto il
presidente della Covip, il confronto con il TFR è
tuttavia abbastanza critico anche per le gravi turbolenze che hanno
accompagnato i mercati finanziari".
Dal 1999 al 2004, i fondi negoziali hanno reso il 14,2%, quelli aperti
Ora, la
stessa COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), con una
semplice circolare, ha deciso che tutti i Fondi uniformino i loro statuti,
rendendo irrevocabile, per il lavoratore che dal 1 gennaio 2007 vi aderirà, il
conferimento del proprio TFR ai Fondi pensione.
Pertanto, il lavoratore che, dal 1 gennaio 2007,
verserà il proprio TFR ai Fondi pensione, non potrà più uscirne ma potrà,
esclusivamente e dopo due anni, cambiare Fondo e, in caso
di licenziamento, recuperare la totalità del TFR versato al Fondo
solo dopo 4 anni.
La felicità di CGIL, CISL e UIL è alle stelle: dai 19
ai 21 miliardi di euro annui da amministrare in combutta con i
padroni nei Consigli di Gestione dei Fondi.
Quindi, i Fondi non hanno nulla del carattere solidale ed universale della
pensione pubblica, sono esclusivamente delle rendite e, quindi, devono
sottostare alle regole del mercato, quelle dettate dalle assicurazioni e dalle
banche.
Come quella, per esempio, che riguarda le donne.
A parità di versamenti e di anni, considerato che le donne hanno una aspettativa
di vita mediamente più lunga, la "pensione" integrativa sarà
inferiore di circa il 30% rispetto a quella di un uomo.
Insomma, dovremmo, secondo
questo governo e i loro sindacati amici, arrenderci alle regole del mercato che
tutelano non i lavoratori ma gli interessi degli speculatori finanziari.
Questo, è un altro buon motivo per evitare di affidare i propri risparmi alla speculazione finanziaria e, cioè, alle banche, alle assicurazioni e a CGIL, CISL e UIL, gli stessi gestori dei Fondi Pensione.
Vi segnaliamo l'importante inchiesta LE MANI SULLE PENSIONI andata in onda su Report, Rai Tre, il 21 maggio 2006 alle ore 21.30.
Potete cliccare direttamente su questo link per vedere integralmente il filmato.
Per i colleghi che non
hanno l'accesso ad internet, alleghiamo il testo (formato pdf)
della trasmissione.
Gennaio 2007
RdB-CUB Pubblico Impiego