Dalla contrattazione decentrata: i numeri per il personale

 

La RdB-CUB riprende l’informativa sull’ultima contrattazione decentrata, dopo una breve parentesi di silenzio dovuta ad una sorta di autosospensione per  favorire il ruolo delle RSU nelle relazioni  con i lavoratori e con l’amministrazione, in nome di una unitarietà  di sintesi contrapposta alla latitanza della controparte sulle questioni del personale.  La “parentesi” è  già terminata.

Nell’ultima seduta di contrattazione sono state  portate a conclusione con esito positivo i  negoziati  sull’incremento delle indennità di professionalità e dei buoni pasto; sono stati concordati ulteriori criteri per l’ammissione ai permessi 150 ore per il diritto allo studio ed è stata comunicata la disponibilità dell’amministrazione sui numeri dei posti per le progressioni verticali. 

 

 

Incremento Indennità di Professionalità

 

Non possiamo non registrare positivamente il fatto che le contestazioni delle RSU-RdB sull’accordo  per la parte relativa agli incrementi dell’indennità per il 2006 (non hanno firmato il testo definitivo), abbiano contribuito ad un nuovo accordo per importi superiori a quelli  già stabiliti.

 

Importi attuali mensili                           Importi modificati mensili

 

Ex   III- IV     euro   77,47                        Cat.  B    euro   115,00

Ex  V-VI        euro   87,80                         Cat.  C    euro   128,00

Ex  VII- VII   euro   98,13                         Cat.  D   euro    137,00


 

Gli importi attuali sono stati aumentati come richiesto dalle rappresentanze sindacali “di almeno trenta euro”a partire da gennaio 2006, unificati coerentemente nelle categorie, previste dal vigente ordinamento professionale.    Per il 2007 si dovrà verificare la disponibilità dei fondi del salario accessorio (art. 67 CCNL) per la conferma degli  incrementi:

 

 

 

Incremento Buono Pasto

 

Per il buono pasto, la RdB Università aveva già deciso una campagna nazionale sul buono pasto minimo a 10,00 euro, ritenendo i 7,00 euro - indicati nel CCNL come “valore minimo”- un importo   al ribasso che non garantisce “un pasto minimo garantito”.  Noi l’abbiamo anticipata lanciando la richiesta del “raddoppio del buono pasto”, per contrastare voci che già circolavano in ateneo sul sicuro aumento, con arretrati, del buono pasto a 7,00 euro.  Evidentemente chi propagandava i 7 euro ha dimostrato di essere più realista del re e non si è accorto che erano maturi i tempi per chiedere un valore adeguato all’aumento del costo della vita.  La proposta è stata portata in trattativa dalla RSU.

 Precisiamo ulteriormente che la cifra eccedente euro 5,26 sarà tassata mensilmente in busta paga come reddito, quindi secondo l’aliquota individuale di tassazione. E’ questa una norma fiscale  inderogabile. Come RdB PI nella piattaforma contrattuale nazionale è stata chiesta la “defiscalizzazione” dei buoni pasti.

Dal mese di maggio saranno distribuiti i nuovi buoni pasto,  fruiti nel mese di aprile. L’amministrazione si è resa disponibile a verificare le modalità “tecniche” per recuperare gli incrementi  del buono pasto dal mese di gennaio.

 

 

 

 

Permessi per studio “150 ore”

 

Per  regolamentare l’accesso al diritto allo studio è stata portata in approvazione una proposta formulata in seno alla “Commissione 150 ore”. Quest’anno è accaduto che le domande presentate sono risultate, anche se per poche unità, superiori ai posti previsti dalle norme contrattuali  (massimo il 3% del personale). La Commissione, che aveva già redatto una graduatoria in base ai criteri indicati  in via di massima dalle norme in vigore (scuola media inferiore, superiore, laurea, laurea specialistica),  ha ravvisato la necessità di acquisire dalla contrattazione ulteriori criteri in caso di parità di situazioni  per 

la copertura dei pochi posti disponibili. Si è data la precedenza agli iscritti ai corsi di  scuola di specializzazione, master di I liv,  II liv e, in caso di ulteriore parità, a chi non ha usufruito dei permessi 150 ore nell’anno precedente e quindi al lavoratore più anziano.

 

Progressioni verticali

 

Per le progressioni verticali i numeri dei posti che l’amministrazione è disponibile a bandire sono i seguenti: per la cat. C posti n. 30,  mentre per la cat. D posti n. 15. 

Noi riteniamo che i numeri dei posti non danno risposte adeguate alle professionalità acquisite nel nostro ateneo, anche in considerazione  che - a differenza degli altri atenei – questa sarebbe la prima procedura di progressione verticale avviata dall’introduzione del nuovo ordinamento professionale (anno 2000).

A questa condizione associamo le seguenti considerazioni:

1) dai dati consegnati dall’amministrazione, negli ultimi tre anni si rileva una insufficiente copertura del  turn over. A fronte di circa 142 unità di personale  in uscita, si registrano in entrata soltanto 73 unità di nuovi assunti (entrambi per varie cause);

2) le continue assunzioni di docenti e ricercatori contraddicono le tesi di vincoli economici, o piani triennali non approvati dal MIUR, portate come  motivazioni per la limitazione dei posti;

3) l’inadeguatezza dei numeri in rapporto alle  notevoli aspettative  riposte dal  personale   potrebbe provocare  “una guerra tra  poveri” con effetti negativi sugli assetti ed equilibri nei rapporti di lavoro;

4) Il Regolamento di ateneo per le procedure di progressione verticale ancora non è stato discusso in contrattazione e non capiamo se mai se ne discuterà, nonostante la necessità di introdurre  criteri predefiniti nella   valutazione dei titoli che garantirebbero, quantomeno, trasparenza e correttezza nelle procedure di valutazione.

 

Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo: per la RdB “i numeri” delle progressioni verticali non rientrano in un contesto di osservanza di regole e norme (rispetto dei piani triennali, riserva del 50%  a concorsi esterni etc ….), piuttosto rispondono alla volontà politica di considerare il personale una “risorsa” su cui investire o un “costo” da contenere. 

 

Questo dovrebbe essere il livello di discussione su cui confrontarsi  con l’amministrazione e che, secondo la RdB, dovrebbe essere riportato in assemblea con i lavoratori prima di ogni eventuale sottoscrizione dell’accordo.

 

Roma,  30 marzo 2006                        

                                                                                             RdB-CUB  Università Tor Vergata