Accordo integrativo: pacchetto o paccotto?
La
contrattazione del 28 aprile ha visto contrapposti la delegazione
amministrativa e quella sindacale sui numeri dei posti disponibili
per i passaggi verticali e comunicati nella precedente trattativa : 30 posti per il passaggio alla categoria C,
15 per la cat. D e 2 posti per la cat. EP.
Nonostante
la richiesta sindacale di procedere in via prioritaria alla sottoscrizione
dell’accordo sull’incremento dell’indennità di professionalità e del buono
pasto, discusso in varie trattative e ormai definito nella precedente
contrattazione, la delegazione amministrativa ha portato la discussione sui
numeri delle assunzioni previsti nell’ambito della programmazione triennale approvata nel 2005.
In
termini tecnici, da alcuni anni, non si parla più di pianta organica, ma di
dotazione organica quantificabile in “Punti Organici”, i cosiddetti P.O.: il
concorso per un posto di docente equivale a 1 punto, per il ricercatore a 0,7 e quello per un tecnico-amministrativo a 0,3 di 1 punto
organico. I P.O. assegnati, secondo una serie di parametri,
corrispondono ad un budget, o fondo, unico, che i vertici dell’ateneo possono decidere di convertire in
concorsi per posti di docenti o ricercatori, piuttosto che per posti
di tecnici amministrativi.
Non
è un’ipotesi, questa, ma la realtà del nostro ateneo, caratterizzata negli
ultimi anni da un indirizzo politico che ha mirato all’espansione puntando sul
rafforzamento della categoria dei docenti. Il personale tecnico amministrativo,
malgrado l’aumento delle attività, è
sottodimensionato; una diminuzione favorita anche dal parziale turn over per
trasferimenti e pensionamenti del personale, oltre che per l’effetto del blocco delle assunzioni, per le università
durato fino al 2004. Oggi, pare che la
volontà politica abbia cambiato indirizzo e, quindi, i 15 Punti Organico
disponibili con la programmazione triennale, approvata dal MIUR solo a
fine 2005, sono stati convertiti in 47
posti per progressione verticale e
concorsi esterni, di cui qualcuno già
banditi o appena approvati in CdA.
Il
delegato del Rettore, in risposta alle richieste argomentate dei sindacati, ha
controbattuto portando avanti la tesi del “possono” (che i colleghi della 63 bis conoscono bene):
si potrebbe fare, come non fare. Non è dunque un obbligo, ma un atto di
considerazione nei riguardi del personale. Come se investire sul personale stabile,
e non sul precariato o sul sottoinquadramento, non fosse oggettivamente
necessario per il buon funzionamento dell’azione
amministrativa in supporto alla didattica e alla ricerca, in
sostanza per assolvere alle finalità
istituzionali dell’ università pubblica.
Come
RSU-RdB abbiamo controbattuto, rilevando che il contratto nazionale, quello
promulgato nel gennaio 2005, considera
il sistema delle progressioni verticali una adempienza contrattuale, avendo
stabilito con l’art.42 la costituzione di
un apposito fondo per incentivare
l’attivazione delle procedure per le
progressioni verticali. Questa osservazione pare che abbia attirato
l’interesse del delegato del Rettore,
che ha deciso, quindi, di aggiornare la
seduta a domani, martedì 9 maggio, per
verificare la possibilità di incrementare il numero dei posti attingendo “anche” dal Fondo contrattuale.
Non siamo certi che questa sia la motivazione “vera” della sospensione della
trattativa, ovvero se al prossimo incontro ci comunicheranno nuovi numeri. Forse pensiamo male, ma abbiamo il dubbio che
si voglia verificare la possibilità di liberare posti tra quelli previsti dalla programmazione
triennale per riprendere altri tipi di
assunzioni …
Come
RSU-RdB abbiamo sottolineato, inoltre, la nostra contrarietà a firmare un
accordo che, oltre al numero dei posti, prevede l’implicita sottoscrizione di
un Regolamento mai discusso e che
riteniamo, invece, debba essere modificato. A dicembre ’05 inviammo una nota
con le nostre proposte di modifica L’abbiamo rinviata per la trattativa di
domani.
Siamo
consapevoli dell’aspettativa che si è creata tra il personale, tra chi attende
l’applicazione degli accordi per un miglioramento economico e chi ritiene di
possedere tutti i requisiti per il giusto riconoscimento della professionalità
acquisita. Sappiamo che sono tanti, perché negli ultimi anni è cambiata anche
l’organizzazione del lavoro che prevede maggiori e diverse professionalità,
perché queste sono le prime verticalizzazioni dall’introduzione del nuovo
ordinamento professionale, ma i posti sono pochissimi. Ne è consapevole anche l’amministrazione che
ha fatto leva sulle aspettative del
personale, propinandoci il “pacchetto”:
tutto insieme o niente.Tanto la colpa
dei ritardi è sempre del sindacato!!
Roma,
8 maggio 2006
RdB-CUB Università Tor Vergata