Negli ultimi anni, mentre l’ateneo si
espande notevolmente,
il personale
tecnico amministrativo diminuisce più del 20%:
la RdB-CUB chiede adeguamenti salariali e
rifiuta la
selezione per le nuove progressioni
economiche
La RdB-Cub convocando l’assemblea del 19 febbraio, giornata di mobilitazione indetta dalla RdB nelle università italiane, ha lanciato in ateneo la discussione sulla questione salariale dei lavoratori universitari che, privati di un contratto nazionale scaduto da più di due anni, hanno gli stipendi bloccati al 2001 e con un potere d’acquisto sempre di più eroso dall’aumento progressivo del carovita.
Sul fronte locale la parziale applicazione del CCNL, con l’attuazione della norma transitoria (art. 74) solo per circa il 15 % del personale e con un passaggio economico per il restante personale, non ha dato una risposta soddisfacente al problema; ha prodotto invece ulteriore disparità tra le condizioni salariali dei lavoratori e soffocato ogni aspettativa per una futura possibilità di avanzamento nella carriera.
Nello stesso periodo l’accordo firmato alla Sapienza dai confederali (distribuito in ateneo a cura della RdB), prevedendo passaggi di carriera (cosiddetti verticali), progressione nei livelli economici (orizzontale) ed incrementi in tutte le voci del salario accessorio, ha accentuato o meglio “stigmatizzato” ancora una volta la disparità della condizione salariale dei lavoratori universitari. Disparità che va esponenzialmente aumentando in una università in continua espansione, come quella di Tor Vergata.
Nell’ultima trattativa decentrata (9 marzo ’04) l’amministrazione ha distribuito un documento con i dati sulle progressioni economiche effettuate fino ad oggi, su quelli da effettuare per il 2004 (sempre per la prima volta) e su chi ne dovrebbe essere escluso, perchè recentemente inquadrato o assunto da meno di tre anni e sui passaggi verticali ex art. 74 CCNL.
Quindi
una fotografia della situazione corrente
che da al
sindacato la possibilità di valutare, secondo i criteri previsti nel contratto
(tre anni di anzianità nello stesso livello economico e nessun procedimento
disciplinare negli ultimi due anni), quale
manovra si può effettuare per un ulteriore passaggio orizzontale.
La controparte ha tenuto a ribadire (il
delegato del Rettore nelle precedenti trattative infatti già lo aveva
enunciato) l’esclusione dell’automatismo nell’ulteriore passaggio orizzontale e quindi la
necessità di quantificare i fondi,
rispetto ai quali sarà effettuata la “selezione”.
La parte amministrativa non si è sbilanciata oltre, però. Evidentemente si è nella fase di perlustrazione
delle reciproche posizioni, ma le RSU della RDB hanno messo subito
le carte in tavola.
La Rdb ha preso la parola per ribadire
che:
-
Il contratto nazionale sottoscritto dai
confederali è sempre stato contestato perchè introduce elementi e meccanismi che favoriscono
differenze stipendiali
tra lavoratori che svolgono lo stesso tipo di lavoro; prevede
l’introduzione di un nuovo ordinamento a costo zero; la flessibilità delle
mansioni, peraltro non ben definite,
all’interno della stessa categoria, negando
risposte alle aspettative di carriera
dei lavoratori (le chiamò le gabbie salariali). Per di più a fronte di aumenti contrattuali irrisori, demanda alla
contrattazione integrativa l’individuazione di eventuali ed improbabili recuperi salariali nell’ambito di un salario
accessorio, che però è soggetto ai famosi vincoli di Bilancio, il calderone
dove pescano soprattutto i docenti e che, negli ultimi anni, è stato anche svuotato dall’attuale governo per le
penalizzanti scelte politiche sul sistema universitario.
Per il quadro complessivo
esposto, aggiunto alla condizione salariale del personale tecnico
amministrativo, la RdB ha ribadito
il rifiuto a considerare la progressione
orizzontale come un riconoscimento professionale (per pochi), piuttosto come uno strumento di adeguamento salariale
per tutti i lavoratori. Una progressione, quindi, assolutamente non soggetta a selezione.
- Si è accennato ancora una volta
alla discussione e conseguente accordo sul “Regolamento” previsto dal CCNL per
le progressioni verticali a regime, ma
quando la discussione è scesa sul concreto con l’accenno ai passaggi verticali
previsti nell’accordo della Sapienza, la delegazione amministrativa ha tenuto a precisare che il
blocco delle assunzioni, imposto anche per il 2004 dalla Finanziaria, non
consente le progressioni interne che sono vincolate a corrispondenti posti da
bandire con concorsi esterni (cioè nella misura del
50% dei posti individuati). Il delegato del Rettore lo ha precisato menzionando
una recente sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito che per i
posti individuati bisogna rispettare il vincolo del 50% da bandire all’esterno. La RdB
ha replicato sottolineando che il CCNL dell’Università
ha sempre previsto questo vincolo ed ha citato
l’esperienza dei corsi concorsi, per cui furono individuati dal CdA, nel 1998, i posti
disponibili complessivi. Questi poi furono banditi ed espletati
con procedure distinte e separate, quindi sia per l’esterno, sia riservati
all’interno. Oppure per i concorsi
dei docenti, che nonostante il blocco
delle assunzioni previsto nella Finanziaria 2003 (per la prima volta anche per
questa categoria), in molte università sono stati regolarmente espletati con
proclamazione dei vincitori. In seguito la finanziaria 2004 ha previsto le
assunzioni in deroga e parecchi di loro – oggi - sono stati assunti.
Evidentemente sono tutti “paletti
normativi” che “quando si vuole”
possono essere aggirati, come si
potrebbe nel caso delle progressioni
verticali, che si ricorda dalla sottoscrizione del
contratto nazionale non sono stati ancora espletati per gli ex 4 e ex 6
livello.
-
Riguardo al Regolamento per le procedure di
progressione verticale ha precisato che
mezza pagina di pseudo-articolato non può
essere ritenuta una proposta adeguata. Il Regolamento, infatti, dovrebbe
contenere le regole necessarie, affinché
non sia lasciata mano libera alle commissioni concorsuali.
Come è successo nell’applicazione dell’art. 74: per
alcune categorie è stata effettuata una selezione molto più severa rispetto ad
altre e con l’adozione di criteri
discutibili e poco trasparenti.
-
In merito ai criteri inseriti nella bozza di
Regolamento per le progressioni verticali, la RdB ha
chiesto in particolare la sospensione
della valutazione della
“Formazione”, riconosciuta dal CCNL come uno dei titoli più gettonati
nella selezione verticale. Altrimenti, in assenza di una preventiva
contrattazione sulla Formazione, e relativi
crediti formativi, nonostante la RdB ne abbia chiesto sempre l’inserimento nell’odg delle trattative decentrate, ne risulterebbe una
situazione discriminante e penalizzante tra il personale interessato.
A tal proposito, è stato chiesto anche il rispetto dell’impegno preso
dal Rettore in Senato Accademico per
l’assegnazione di fondi nella corrispondente voce di Bilancio di Previsione, dove
per il 2004 – nonostante sia previsto dal CCNL – non è stato
assegnato alcun fondo.
La RdB ha
dichiarato, infine, che non è
intenzionata più a discutere su fondi e fondini
stabiliti dalle regole del CCNL, ma ritiene che sia ora di intervenire con concrete politiche sul
personale che diano risposte positive alle loro reali
esigenze: le compatibilità finanziarie non possono essere tirate fuori alla
bisogna, come uno spauracchio, per il (solo) personale tecnico amministrativo.
Marzo 2004
RdB-CUB Università Tor Vergata