Roma, 14 giugno 2001                                  Lettera aperta           Al  Magnifico Rettore

                                                                                                            Prof. A. Finazzi Agrò

                                                                                                                                                                                                  

                                                                                                             Sede

 

 

Illustrissimo Prof. A. Finazzi Agrò,

 

questa O.S., pur non facendo parte della delegazione trattante d’Ateneo, sente il dovere di rispondere alla Sua nota del 6 giugno scorso a sostegno dei propri delegati eletti nelle RSU e dei lavoratori iscritti e non di questa Università, che in più occasioni hanno testimoniato la loro adesione al progetto sindacale della RdB Università.

Nella nota in riferimento Ella muove alle rappresentanze sindacali l’accusa di non voler addivenire ad una rapida e positiva conclusione della trattativa, oltre che di usare espressioni ingiuriose nei confronti dell’Amministrazione. La situazione da Ella descritta tende a configurare, pertanto, un’ assenza di responsabilità da parte delle medesime rappresentanze nella difesa dei lavoratori, i quali in tale contesto potrebbero essere indotti a ritenere di non essere adeguatamente tutelati. In questa rappresentazione Ella, evidentemente in qualità di capo politico dell’Ateneo, si incarica dell’urgenza di sostenere gli interessi del personale tecnico amministrativo, decidendo unilateralmente di interrompere la trattativa sindacale; prospetta quindi la delegittimazione della delegazione sindacale contattando direttamente le OO.SS. Nazionali rappresentative, che peraltro non sono abilitate alla firma dei contratti integrativi; infine richiama l’eventuale ausilio dell’Aran per l’interpretazione della preintesa sottoscritta tra le parti il 22 dicembre scorso.

La RdB ha condiviso, a volte, l’opinione non del tutto positiva che Ella evidentemente ha della pratica sindacale ed in alcuni suoi documenti l’ha puntualmente denunciata, ritenendola in alcuni casi finalizzata più alla salvaguardia di posizioni di potere e supremazia all’interno delle sigle che non agli interessi dei lavoratori. Ha anche auspicato a più riprese una sinergia più puntuale per realizzare quelli che sono obiettivi certi della nostra Università, come l’utilizzo del Campus come luogo principe delle grandi manifestazioni post-giubileo. Ma nel caso specifico, rispetto alla Sua rappresentazione, questa Organizzazione la contesta con fermezza, poiché i fatti accaduti in questa lunga vicenda contrattuale, e di cui Ella forse non è a piena conoscenza, vanno in tutt’altra direzione e rendono la Sua iniziativa sproporzionata ed anche non adeguata alle azioni sindacali (peraltro condivise e sostenute da questa O.S.), espresse sempre in forma democratica e tese unicamente a tutelare gli interessi legittimi di tutto il personale, compreso anche quel numero ristretto che l’Amministrazione, invece, ha individuato come unici destinatari delle finalità contrattuali.

Le motivazioni da Ella addotte nella Sua lettera hanno scarso fondamento, poiché partono dall’errato presupposto che la preintesa sottoscritta dalle parti sia soggetta ad interpretazione nella parte riguardante i passaggi verticali e relativa copertura finanziaria, mentre la verità, unica, è scritta nelle premesse dell’articolato che prevedono l’impegno dell’Amministrazione (intesa nella espressione gestionale e politica) a mettere a disposizione il fabbisogno complessivo risultante dagli accertamenti contabili (documentati con gli allegati al testo contrattuale nn. 1,2 e 3) per l’applicazione di tutti i punti elencati nella preintesa.

In sostanza le parti, a seguito di varie sedute, hanno contrattato e sottoscritto un articolato basato sulla volontà politica di individuare procedure di ricollocazione (verticale o orizzontale) per tutto il personale e non sul numero, individuato da vincoli economici.

Le rappresentanze sindacali hanno, al contrario, sin da subito dimostrato il "loro senso di responsabilità" cedendo alla perentoria richiesta di parte amministrativa di introdurre nelle procedure di reinquadramento le procedure selettive come non è avvenuto in altre Università, (per quanto ribadendone i criteri fondati sulle qualità professionali dimostrate dai dipendenti nello svolgimento delle funzioni assegnate o al termine dei corsi di aggiornamento a questo finalizzati) ed anche accettando di sottoscrivere un documento di Preintesa senza alcuna modifica, cosa che rende oggi mortificante, dopo le assicurazioni verbali, la richiesta di farla interpretare dall’Aran.

Non c’è stata alcuna reazione da parte sindacale alla interruzione unilaterale della contrattazione di ben 4 mesi, spiegata dal Direttore Amministrativo con la indisponibilità di risorse economiche nel Bilancio d’Ateneo per la copertura di tutta la manovra e giammai con motivazioni di altro tipo, che oggi invece vengono addotte. Tutte queste difficoltà nel rapporto con la delegazione amministrativa hanno solo indotto le rappresentanze sindacali ad indire una assemblea generale dei lavoratori per informarli dello stato delle cose. I lavoratori hanno sostenuto e condiviso le tesi sindacali manifestando democraticamente la loro contrarietà. Le due diverse proposte presentate in seguito dalla delegazione amministrativa e che Ella nella sua lettera riprende, sottolineandone il carattere migliorativo rispetto alle previsioni contrattuali, sono state, invece, considerate dalle rappresentanze sindacali e dal personale interessato alternative in termini peggiorativi degli impegni politici presi dalla Amministrazione con la sottoscrizione della preintesa, a sua volta come detto non ottimale per alcune categorie di dipendenti che risultano penalizzate.

Questa O.S., inoltre, intende protestare in questa lettera per il carattere dilatatorio dell’azione amministrativa, teso a mettere in campo tutte le strategie possibili per aumentare i tempi e rendere ormai quasi proibitiva l’applicazione di vere procedure selettive (e la cui conclusione il contratto nazionale pone alla data del 31.12.01), che non siano solo meccanismi per imporre le "volontà" arbitrarie di chi gestisce il personale

La firma alla preintesa apposta dagli eletti RdB testimonia l’unico significato ad essa attribuibile: la volontà tra le parti di effettuare un intervento straordinario di primo inquadramento del personale che superasse le sperequazioni all’interno delle categorie introdotte dal contratto nazionale (ex V e VII). Con la progressione economica ed il consolidamento del salario accessorio si dovrebbe recuperare, anche se in minima misura, il riallineamento economico con gli altri lavoratori del Pubblico Impiego, prevedere un adeguato livello economico per funzioni che comportano maggiore autonomia decisionale e responsabilità.

 Si confidava nella Sua disponibilità a capire le legittime aspettative del personale tecnico-amministrativo. Anche riguardo alle risorse economiche aggiuntive, all’aiuto sindacale richiesto per l’individuazione di possibili risparmi amministrativi sono state date risposte propositive, tutto è rimasto poi coperto dal silenzio e si attendono ancora le risposte dell’Amministrazione.

La RdB con i suoi rappresentanti in RSU, inoltre, ha sempre manifestato di voler considerare questo passaggio contrattuale propedeutico alla sottoscrizione del vero contratto integrativo, che con il supporto di un Regolamento d’Ateneo per le progressioni verticali ed orizzontali, regolamentasse con trasparenza e certezza la gestione giuridica ed economica di tutto il personale tecnico amministrativo, compreso chi svolge la sua attività lavorativa per l’assistenza sanitaria, peraltro escluso dal vigente contratto integrativo, mai portato a termine in tutte le sue parti e non certo per volontà sindacale.

In sintesi questa Organizzazione Sindacale Le chiede di riconsiderare la posizione espressa nella Sua lettera alla luce di questo progetto politico sul personale, condiviso con tutte le rappresentanze sindacali d’ateneo e con i lavoratori, perché è convinta che, nell’unica sede legittimata dalle norme alla contrattazione sindacale, Ella possa incontrarsi con l’altra parte per ragionare su un obiettivo comune: programmare un investimento sul personale tecnico amministrativo per dotare questa Università di professionalità adeguate e legittimamente motivate nei vali livelli di prestazioni (e non l’esclusivo rafforzamento della gerarchia dirigenziale), che sappiano rispondere al processo di trasformazione dell’organizzazione del lavoro e di innovazione tecnologica, cioè una Università di serie "A".

Si porgono distinti saluti.

                                                                            P/ Il Coordinamento RdB Università "Tor Vergata"

                                                                                                 Anna Maria Surdo