Quando
i nodi vengono al pettine
ovvero come “fare le nozze con i fichi secchi”
Dopo
ben 4 mesi dalla sottoscrizione della preintesa sull’accordo integrativo,
Giovedì 12 aprile, l’Amministrazione ha convocato in contrattazione la parte
sindacale per comunicare che c’è
ancora la volontà di applicare l’accordo sulla ricollocazione del personale
all’interno del nuovo ordinamento universitario, ma specificando che per adesso
questa è soltanto una volontà virtuale, in quanto nel Bilancio di Previsione 2001 non sono stati preventivati
i fondi necessari per l’applicazione della manovra. I fondi dovranno essere reperiti in altro
modo, ovvero chiedendo al Murst un aumento del Fondo di Funzionamento Ordinario
(richiesta già inoltrata dall’Amministrazione), oppure utilizzando parte del
Fondo per il Salario Accessorio, stabilizzato nel 2000 a circa 4.800.000.000.
Quest’ultima
ipotesi rigettata dalla parte sindacale, e che gli eletti RdB ritengono sia da
discutere in ogni caso in via preventiva con i lavoratori, probabilmente
porterebbe ad una stabilizzazione del salario in forma stipendiale fissa e
continuata, ma con risultato sostanzioso per un numero parziale di
lavoratori (passaggi selettivi di categoria) ed a fronte di generalizzati
aumenti minimi (passaggi economici all’interno della categoria) sarebbero
utilizzati fondi oggi destinati alla quasi totalità del personale, che paradossalmente
potrebbe ritrovarsi al termine della manovra con lo stipendio diminuito.
Ci troveremmo, quindi, tutti quanti
vittime del preannunciato “gioco delle tre carte”.
Nel
rispetto dei ruoli (contrapposti) - anche se in un momento di degenerazione
della discussione il sindacato è stato chiamato in causa dal Direttore
Amministrativo anche alla corresponsabilità nella gestione del personale (?!?!)
- la RdB ritiene che non sia compito del
sindacato fornire consigli o aiuti riguardo alle modalità di reperimento dei
fondi aggiuntivi, ma sicuramente quello di chiedere conto di come siano stati
spesi i fondi pubblici da una Amministrazione che, tra l’altro, ancora non si è
adeguata alla normativa vigente che impone
tassativamente l’obbligo di dotarsi di un Regolamento di Contabilità, che
preveda un Bilancio nel quale siano evidenziati sia gli obiettivi iniziali di
gestione, sia i risultati conseguiti, anche a livello di strutture decentrate;
ad un’amministrazione che, evidentemente, ritiene che i risparmi vadano operati
soltanto sulla pelle di una parte del personale - quello tecnico amministrativo
– che, dopo un vuoto normativo di due anni, ha dovuto subire dei rinnovi
contrattuali con aumenti stipendiali irrisori, nel rispetto di una inflazione
programmata che è stata ampiamente superata da quella reale, in conclusione lavoratori
“cornuti e mazziati”.
Ed
è questa una partita giocata sulla testa dei lavoratori: iniziata presso l’Aran
con la vicenda del rinnovo contrattuale e destinata a terminare nelle
università con le contrattazioni integrative.
La
RdB a suo tempo lo aveva denunciato definendo il contratto nazionale “un
contratto indecente”: gli stipendi dei lavoratori universitari sono tra i più
bassi del pubblico impiego. L’Aran, pur riconoscendolo dalle prime sedute di
contrattazione nazionale, ha negato il riequilibrio, ha voluto prelevare i
soldi per il nuovo ordinamento dal salario accessorio, rendendo ancora più
arbitraria e selettiva la sua distribuzione …. da tutto ciò emerge una chiara
determinazione a piegare definitivamente questa categoria direttamente sul
terreno salariale.
Questo
evidente accanimento si è accompagnato a due fenomeni complementari:
-
il primo è lo svuotamento del contratto nazionale (in linea con l’attacco della
confindustria ai due livelli di contrattazione nel privato), che produce un
aumento degli oggetti economici e normativi consegnati alle autonomie
universitarie;
-
il secondo è il tentativo di liquidare la rappresentanza a livello decentrato,
a partire dalla delegittimazione delle Rsu.
Questo
quadro delinea una precisa volontà non soltanto di sconfiggere la categoria, ma
letteralmente di umiliarla. E’ attraverso la mortificazione e la riduzione
all’impotenza delle lavoratrici e dei lavoratori che si prepara il terreno per
un progetto più ampio di ristrutturazione e riorganizzazione: la
privatizzazione dell’università.
Questo
progetto prevede da un lato la trasformazione dell’università in un’azienda di
servizi per l’impresa, snaturandola delle sue finalità pubbliche. In altri
termini un’istituzione che controlla la produzione del sapere, nonché seleziona
e forma le nuove classi dirigenti, secondo rigidi criteri di classe (vedi ad
esempio le nuove modalità di accesso degli studenti)
Quindi
la trasformazione dell’università passa attraverso la massimizzazione della
flessibilità del lavoro e dell’autonomia degli atenei, cui si è voluto dare una
spinta accelerata con l’introduzione delle Fondazioni Universitarie nella Finanziaria
2001.
E’
questo un progetto che a “Tor Vergata” con
annesso Policlinico, evidentemente si vuole sperimentare in tutti i suoi
passaggi.
La RdB invita i lavoratori a
riappropriarsi della propria dignità e ad opporsi a queste strategie:
RIVENDICHIAMO IL DIRITTO AD AVERE
STIPENDI DECENTI in linea con quelli degli altri dipendenti pubblici:
¨
pretendendo a Tor Vergata il mantenimento
dell’attuale distribuzione del salario accessorio conquistato nel ’97 con la
mobilitazione dei lavoratori, ma che questa Dirigenza (in contrapposizione al
Rettore) non ha fatto mistero di aver mai completamento condiviso: gli
eletti RdB sono disposti a sottoscrivere solo eventuali accordi di modifiche
che dovessero rispondere a mere esigenze organizzative, ma che non porteranno a
decurtazione degli attuali importi stipendiali individuali, anche per una sola
struttura. Va chiesto invece l’integrazione del Fondo per le indennità di
responsabilità e posizione per una congrua incentivazione di tutto
il personale interessato;
¨
chiedendo
l’applicazione sostanziale del
contratto integrativo entro il 2001 che sicuramente non dà risposte alla
questione del mansionismo, ma pur se in termini ridotti rispetto ai
colleghi della “Sapienza (dove tra l’altro si sta parlando di passaggio di categoria allargato anche
agli ex 4^ e 6^ livello), potrebbe dare una risposta positiva all’esigenza del
riallineamento stipendiale..
MANIFESTIAMO IL NOSTRO NO
ALLA FONDAZIONE TOR VERGATA che porterebbe alla rapida privatizzazione del
nostro ateneo, con le spese a carico del pubblico e i ricavi a vantaggio dei
privati.
La RdB, infine, ritiene che le argomentazioni su esposte e le questioni esaminate in contrattazione decentrata non possono essere trattate compiutamente in un volantino o per i corridoi, ma vanno discusse e vagliate con lavoratori in una assemblea generale convocata da tutte le rappresentanze sindacali prima della prossima trattativa, fissata per l’11 maggio.
La Cisl lo aveva ipotizzato durante la seduta, ma non risulta a tutt’oggi che vi abbia dato seguito.
Quindi con il rinvio ad una (prossima) assemblea, si invitano i lavoratori alla massima attenzione e partecipazione alle vicende che direttamente li riguardano.
Lista RdB in RSU d’Ateneo
Roma, lì 19 aprile 2001