il contratto della vergogna !!!
Il 24 Maggio scorso l’ARAN, la Conferenza dei Rettori, sindacati
confederali ed autonomi concertativi hanno sottoscritto un ipotesi d’accordo
per il rinnovo del contratto nazionale scaduto 29 (!) mesi fa.
Un
accordo che peggiora l’intesa preliminare dello scorso Febbraio e che :
¨
Non
garantisce aumenti salariali e nemmeno il riallineamento degli stipendi dei
lavoratori universitari a quelli degli altri contratti pubblici, tanto che la
categoria continua ad avere uno stipendio medio inferiore di L. 2.500.000 annui
rispetto agli stipendi delle altre categorie pubbliche.
¨
mortifica
le aspettative di riconoscimento di professionalità maturata dal personale in
10 anni di trasformazioni e “riforme” dell’Università facendo del nuovo
ordinamento professionale lo strumento per ridurre il “costo del lavoro”
tecnico amministrativo (con l’introduzione del salario d’ingresso per i nuovi
assunti e l’inquadramento dell’85% del personale nelle due fasce più basse a L.
1.600.000 medie di stipendio mensile.
¨
legittima
l’uso selvaggio dei lavoratori attraverso l’esigibilità di mansioni oggi
attribuite a qualifiche diverse e domani reinquadrate a “costo zero” in macro
qualifiche), scardina il principio costituzionale del diritto alla parità di
salario a parità di lavoro e sancisce la tradizionale discrezionalità dei
Direttori e dirigenti nel decidere i miglioramenti economici per i lavoratori.
¨
introduce
in forma massiccia lavoro precarizzato (fino a 20.000 posti all’anno…) che si
assommano alle tradizionali forme di lavoro precario (come gli obiettori e gli
studenti “delle 150 ore”…) già presenti in maniera consistente negli atenei.
¨
Cancella
le residue garanzie della contrattazione nazionale a difesa dei lavoratori
degli atenei più piccoli e più “poveri” ed impedisce la possibilità di una vera
contrattazione integrativa di ateneo.
I lavoratori, anche quelli iscritti ai
sindacati firmatari, avevano già bocciato senza mezzi termini l’intesa
preliminare dello scorso Febbraio. Ora
si vedono riproporre la stessa ipotesi peggiorata, sapendo che ben
difficilmente si potrà far valere i propri diritti e le proprie aspettative
attraverso le tradizionali assemblee di votazione sul contratto, perché i
sindacati firmatari si sottraggono al confronto assembleare.
Perciò chiamiamo i lavoratori, i sindacati
di base, le RSU ad esprimersi contro la mancata consultazione dei lavoratori
a dire NO in tutti i modi possibili alla
sottoscrizione di questo contratto
e a rimettere al centro di ogni mobilitazione
le esigenze e i diritti della categoria:
¨
il riallineamento
stipendiale della categoria agli altri contratti pubblici
¨
fondi
adeguati per un ordinamento professionale nazionale che riconosca:
professionalità, progressioni economiche per tutti, mansioni superiori, ed il
diritto alla parità di salario a parità di mansioni
¨
aumento
delle assunzioni “stabili” per adeguare l’organico allo sviluppo del sistema
universitario
¨
pieno
diritto alla contrattazione integrativa decentrata per un SALARIO INTEGRATIVO
d’Ateneo per tutti
Chiediamo ai lavoratori di sostenere la RdB/CUB
Università aderendo con una "Delega per la Democrazia e i
Diritti"
Passa dalla tua parte!
Sostieni,
vota, iscriviti alle RdB!!!