COMITATO Dl SETTORE DEL COMPARTO UNIVERSITA'

Atto di indirizzo per il CCNL - Università 2002/2003

Pur nel permanere delle gravi difficoltà finanziarie degli Atenei, causate da una assolutamente insufficiente crescita delle risorse trasferite dallo Stato, si ritiene opportuno avviare le trattative con le OO.SS. quale segnale di responsabile attenzione alla componente della comunità universitaria priva di un quadro normativo-economico aggiornato.

L'ARAN pertanto potrà avviare la trattativa tenendo conto dei seguenti punti.

1) II confronto con gli ordinamenti degli altri comparti dovrà portare a superare il problema delle differenze retributive per le medesime funzioni e a formulare proposte che, salvaguardando la specificità del lavoro negli Atenei, affronti con gradualità il problema del corretto collocamento della categoria EP dopo una puntuale verifica dei reali effetti della sua istituzione.

2) Gli istituti delle progressioni orizzontali e verticali necessitano di messe a punto che - sulla base di una ricognizione degli effetti reali - consideri per le prime snellimenti delle procedure selettive e per le seconde meccanismi più rigorosi che evitino da un lato generalizzate spinte verso l'alto ma dall'altro anche lunghi "ristagni" specie se legati a blocchi nelle assunzioni.

3) Fermo restando l'indirizzo generale che lega al comparto il personale che opera presso strutture del SSN, l'applicazione - ancora incerta e frammentarla - del D.Lgs. 517/99 per la costituzione delle Aziende universitarie-ospedaliere e ospedaliero-universitarie con il conseguente coinvolgimento gestionale degli Atenei, impone una revisione della materia riguardante tale personale. L'argomento va affrontato anche con l'introduzione di aspetti innovativi e più rispettosi del nuovo ruolo che le Università saranno chiamate ad assumere all'interno delle aziende non limitandosi alla equiparazione economica al fine di rendere meglio gestibili i rapporti all'interno delle nuove aziende. In ogni caso vanno previsti meccanismi che non permettano - con il nuovo assetto - alterazioni del rapporto economico tra Università e SSN.

4) Nell'ambito più ampio della formazione permanente lo strumento della formazione dovrà prevedere meccanismi finalizzati sia all'accrescimento del bagaglio culturale dei lavoratori che del loro riposizionamento nei ristrutturati modelli organizzativi degli Atenei. La rilevanza del punto richiede che siano fissate percentuali minime del monte salari da destinare a queste operazioni con snelle procedure per la definizione delle priorità a livello locale e della certificazione a livello nazionale dei crediti formativi anche al fine delle progressioni di carriera.

5) Per tener conto delle specifiche esigenze di particolari lavori usuranti o alternati in turni va verificata la compatibilità di una limitata riduzione dell'orario di lavoro su base settimanale.

6) Per ulteriormente migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro va tenuto conto del D.lgs, 195/2003 che recepisce direttive UE sul tema e rafforzare il ruolo dei R.L.S. rendendo più agevole - anche con disponibilità finanziaria sui Bilanci - la loro operatività.

7) Dopo attenta ricognizione vanno previste norme per compensare eventuali difformi applicazioni degli istituti previsti dai precedenti contratti e che non siano derivanti da legittime migliori condizioni concordate a livello locale nell'ambito della contrattazione decentrata.

8) II sistema delle relazioni sindacali va ulteriormente migliorato valorizzando il ruolo delle OO.SS. rappresentative per conseguire obiettivi di qualità e di pieno riconoscimento delle professionalità. A tale scopo anche la fase di contrattazione integrativa necessita di più adeguati strumenti sia per un migliore utilizzo del salario accessorio che per la più chiara definizione delle materie ad essa demandate.

9) Vanno rafforzati i meccanismi che garantiscono una reale mobilità sia intercomparto che interateneo.

10) Il quadro finanziario nel quale la trattativa dovrà essere contenuta non può che essere quello definito dall'accordo del 4 Febbraio 2002 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Confederazioni Sindacali e dei successivi accordi, e cioè di un incremento medio a regime del 5,66%.

20 novembre 2003