24-25 gennaio

 

Due giornate di mobilitazione

 

CONTRO I RITARDI CONTRATTUALI, 

 

 CONTRO L’AFFOSSAMENTO DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA

 

 

Per il Governo e il Parlamento, l’Università italiana rappresenta davvero un valore strategico per il Paese?” Se lo chiedono le Associazioni e le OO.SS. della Docenza, tra cui anche Cgil-Cisl-Uil, ma la risposta la dovrebbero conoscere già.

 

Questo governo non solo sta continuando a tagliare i fondi per l’Università, alla faccia del promesso rilancio dell’Università e della Ricerca Pubblica, ma ha fatto anche di più e di peggio avviando un programma di sistematica riduzione della spesa per il personale dell’Università (Patto per l’Università), che a malapena riesce a mascherare con la retorica della valutazione dei risultati attraverso un organismo “indipendente” esterno (l’ANVUR) e l’enfasi sui finanziamenti mirati alle Università virtuose….

 

Ragioni per la mobilitazione della comunità accademica ce ne sono eccome, ma non può essere ridotta alla sola questione della docenza (per quanto importante) perché con le attuali restrizioni di bilancio si corre il rischio di alimentare un’ennesima corsa all’accaparramento delle poche risorse disponibili, visto lo sblocco dei concorsi per associati e ordinari, finanziati sempre dai bilanci di ateneo!!!.

 

Abbiamo ben chiaro che cosa è successo negli anni di blocco delle assunzioni per i soli tecnico-amministrativi: incremento della docenza da 57.533 a 61.974;  personale t-a da 53.342  a  54.484, precari t-a da 12383 a 13788. In sostanza  un aumento di quasi 5000 cattedre a fronte di un recupero di 1000  posti per tecnici-amministrativi, assolutamente insufficienti in un periodo di grande espansione degli atenei e dei loro servizi, alla cui copertura gli atenei hanno provveduto moltiplicando il precariato fino a toccare l’incredibile cifra di un quarto del personale .

 

Questi sono dati forniti dal Miur. Si riferiscono agli anni dal 2002 fino al 2006, ma sono abbastanza indicativi di uno squilibrio nelle dotazioni di personale che meriterebbe almeno la stessa attenzione posta per il problema della massiccia fuoriuscita del personale docente prevista per il  2011, che non si capisce  “come” sarà affrontata, se poi si tagliano i fondi agli atenei.

 

Eppure il ruolo dei lavoratori tecnico-amministrativi in questi anni è cresciuto non solo dal punto di vista della burocrazia amministrativa ma, soprattutto, nel campo della ricerca scientifica e della moderna gestione dei  servizi alla didattica!

 

Unica risposta che viene dal mondo accademico è quella di illustri professori universitari che passano il loro tempo a lanciare strali contro il personale pubblico ( “fannulloni”… sic !!), reclamando più discrezionalità per i capi, la possibilità di non rinnovare i contratti e da ultimo anche il mancato pagamento dei primi tre giorni di malattia  per i loro stessi collaboratori tecnico-amministrativi a 1000 € al mese …!!

A loro – che usufruiscono puntualmente di aggiornamenti stipendiali automatici e scatti biennali d’anzianità senza alcuna necessità di rinnovare i contratti di lavoro, che non timbrano cartellini e che possono ammalarsi senza troppi patemi - ricordiamo che dovrebbero una volta tanto spiegare perché, a fronte a un Contratto Nazionale che doveva entrare in vigore il 1° gennaio 2006,  di una direttiva per il suo rinnovo approvata nell’ormai lontano 15 ottobre 2007, di numerosi accordi confederali che hanno già predeterminato entità e tempi dei recuperi di inflazione (15€ dal 2006 e 50€ netti dal febbraio 2007) non sentano il dovere verso i loro collaboratori tecnico-amministrativi di richiamare governo e Rettori ai loro obblighi!

 

Se a questo si aggiunge la raffica di aumenti già registrati nel 2007 e  quelli che si preparano per il 2008 si capisce bene perché RdB riprende la strada della mobilitazione per riporre sul tavolo del dibattito sul presente e il futuro dell’Università Pubblica la questione del personale tecnico-amministrativo universitario... !

 

Ci mobilitiamo per

 

ü    denunciare  la gravità della condizione del personale tecnico-amministrativo

ü    il rinnovo dei contratti scaduti

ü    reclamare aumenti contrattuali veri e tutele vere del potere d’acquisto dei nostri salari (scala mobile),

ü    fondi per la stabilizzazione dei tanti precari esclusi dai parziali processi di   

         stabilizzazioni avviati

ü    adeguamento degli organici tecnico-amministrativi

ü    lo sblocco dei fondi per la contrattazione integrativa fermi al 2004…

ü      un confronto franco e costruttivo negli atenei sulla programmazione e la redistribuzione dei fondi pubblici per il personale

ü      per denunciare quelle scelte contrattuali che puntano a introdurre in questi contratti già scaduti norme peggiorative della condizione dei lavoratori, a partire dalla triennalizzazione delle vigenze contrattuali

 

Ci mobilitiamo  per

 

ü      denunciare quelle scelte che destrutturano il sistema pubblico universitario (Patto per l’Università, Memorandum, Accordo sul Pubblico Impiego, ddl governativi e processi di esternalizzazioni, attivazione di fondazioni, ecc.) perché nemiche di ogni possibilità di riqualificazione e di rilancio dell’Università Pubblica.

 

RdB/CUB Università si appella ai lavoratori e ai rappresentanti sindacali RSU perché sostengano queste prime iniziative !


 

RdB/CUB Pubblico Impiego –Università