RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE

Federazione del  Pubblico Impiego,  Servizi,  Industria  e  Settore Privato

 
CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE RdB/CUB   www.rdbcub.it

- RdB/CUB Università -

 

La seconda direttiva per il rinnovo del contratto nazionale scaduto nel 2001.

Una foglia di fico che non nasconde l'arroganza del baronato.

 

A pochi mesi di distanza dall'emanazione del primo atto d’indirizzo il Comitato di Settore Università è costretto a correggerlo emanandone un secondo. In realtà di tratta della prima direttiva con le correzioni che le procedure contrattuali prescrivono e che, con tutta probabilità, sono state richieste da Ministero del Tesoro e Funzione Pubblica per fare approvare la direttiva dalla Presidenza del Consiglio. In particolare i baroni si sono dovuti accorgere che la durata del Contratto Nazionale del personale è di durata quadriennale e dunque la direttiva deve coprire tutto il periodo 2002-2005 (e non soltanto il 2002 e 2003), inoltre hanno dovuto indicare la distribuzione dei fondi e il costo contrattuale, "dimenticato" (sic!) nella prima direttiva.

 

Per il resto è aria fritta: l'equiparazione dei nostri stipendi agli altri del Pubblico Impiego, le tabelle di equiparazione per il personale operante nella Sanità, le progressioni economiche e quelle di categoria, così come le sperequazioni nell'applicazione del contratto nazionale precedente devono essere fatte ......a costo zero!

 

Atenei e Ministero non mettono a disposizione nemmeno un euro per incrementare i fondi contrattuali, ma ovviamente i Rettori non esitano a pretendere che gran parte dei fondi vengano erogati come salario accessorio. Lo fanno citando gli accordi per il rinnovo dei contratti pubblici tra Governo e confederali del 4 Febbraio 2002, dimentichi che quegli accordi sono stati ampiamente superati dalle contrattazioni negli altri comparti pubblici che almeno hanno messo gran parte degli aumenti in paga base. Forse i rettori dovrebbero guardare con più attenzione a quanto avviene nel mondo del lavoro pubblico quando pretendono di occuparsi del personale universitario che è ancora pubblico, e forse dovrebbero tenere un contegno meno tracotante sul cosa fare essendo rimasti gli unici (assieme alla tecnocrazia del comparto Ricerca) a dimenticarsi dei diritti maturati dal personale!

 

Dunque una direttiva pessima che non affronta nessuno dei problemi del personale universitario e che suona come una ennesima offesa alla dignità dei lavoratori universitari.

 

A nostro avviso i problemi da affrontare sono:

1. l'adeguamento salariale vero e per tutti, senza trucchi mascherati da “progetti” o “indennità individuali”, “premi”, e inutili – e dannose - fantasie di questo genere;

2. lo spostamento di parte del salario accessorio (quello finanziato dal contratto nazionale) sullo stipendio tabellare;

3. lo sblocco delle progressioni economiche e dei passaggi di categoria; 

4. il riconoscimento delle differenze stipendiali dovute a tutto il personale universitario che opera nelle strutture sanitarie;

5. una regolamentazione nazionale delle mansioni che garantisca equità di inquadramento del personale;

6. una regolamentazione nazionale della distribuzione degli utili derivanti dalle attività economiche degli atenei.

Ma nonostante questo i Rettori insistono e, dopo averle messe in difficoltà col mancato rinnovo del Contratto Nazionale, attaccano frontalmente i pochi diritti delle RSU chiedendo di trattare solo con i sindacati confederali.

 

Questi, da parte loro, affettuosamente ricambiano tenendogli la borsa con rara determinazione: negli atenei assistono passivi al saccheggio dei fondi dei "non docenti" a favore della docenza; a livello nazionale si muovono ormai soltanto per favorire la compravendita di posti per la docenza che è in atto tra rettori e Governo.

 

Ciliegina sulla torta: i confederali proclamano uno sciopero dell’Università, per il 23 Aprile, basato esclusivamente su una piattaforma della e per la docenza, inserendo in maniera del tutto marginale – e solo in pochi loro comunicati “clandestini” – la questione contrattuale nazionale del personale tecnico amministrativo, cercando di ottenere così una discreta “massa critica”.

La pretestuosità e la strumentalità dell’operazione è però fin troppo evidente.

La categoria dei dipendenti universitari ha necessità di vere e serie iniziative per l’apertura di un vero e serio Contratto Nazionale, non di essere considerati il ruotino di scorta per le proteste dei docenti.

 

RdB ha già intrapreso iniziative nazionali in tal senso, costringendo i vari attori titolati (CRUI, confederali, Funzione Pubblica) ad esprimersi e muoversi per la corresponsione dell’Indennità di Vacanza Contrattuale e per l’apertura del Contratto Nazionale.

Pur non avendo ancora la “rappresentatività nazionale” ha dimostrato di rappresentare le reali istanze dei lavoratori universitari.

 

CGIL/CISL/UIL/SNALS/CISAPUNI sono i sindacati titolati alla contrattazione nazionale. Nessuno di questi si è ancora ricordato che il Contratto Nazionale è scaduto da 27 mesi.

La loro totale assenza di iniziative finora registrata testimonia il loro reale interesse per i lavoratori. A questo punto sorge una domanda:

 

perché i lavoratori universitari dovrebbero scioperare il 23 Aprile?

 

L’unica proposta che qui ci sentiamo di fare è di ignorare i vari “pifferai magici” e, ancora una volta

 

organizzare le strutture del sindacalismo di base.

 

Costruiamo e consolidiamo in ogni ateneo

 

RdB Università

 

 

 

 

 

Roma,  05.04.04                              RdB/CUB Università