CONTRATTI PUBBLICI
(FORSE) PARTE DAVVERO LA TRATTATIVA
Mercoledì 19 febbraio alle ore 15,30 presso l’Aran
riparte, e forse questa volta seriamente, la trattativa per il rinnovo dei
contratti del Pubblico Impiego, a partire dal comparto Ministeri.
A 14 mesi dalla scadenza dei
vecchi contratti sembra che il governo sia intenzionato a rispettare, come
esplicitamente richiesto dalla RdB al ministro Mazzella, l’autonomia
contrattuale tra Aran e sindacati senza interferenze nella trattativa, come è
successo pesantemente finora, e l’apertura immediata delle trattative per tutti
i comparti pubblici.
Al di là della scarsità delle risorse stanziate in Finanziaria,
sulle quali la RdB continuerà a dare battaglia, le questioni aperte sia di
natura economica che di carattere normativo sono ancora molte.
Primo la decorrenza degli incrementi dovrà essere
obbligatoriamente il 1° gennaio 2002 in quanto non
siamo disposti a “regalare” 14 mesi di aumenti in beneficenza al governo.
Altro punto irrinunciabile è la destinazione degli
incrementi salariali che devono assolutamente, al di
là della quantità, essere riversati interamente sullo stipendio base.
La trasformazione di una parte del salario accessorio
(Fondo Unico di Amministrazione) in 14^ mensilità da
erogare in maniera fissa, continuativa e pensionabile.
L’adeguamento dei buoni pasto, fermi ormai da oltre
sei anni, all’aumento del costo della vita.
Infine, ma non per importanza, la perequazione delle
Indennità di Amministrazione per i ministeri accorpati
dalla Riforma Bassanini e tra le varie Amministrazioni del comparto ministeri e
agenzie fiscali.
Sul piano normativo al centro
dell’attenzione sarà posta la questione dell’Ordinamento Professionale
che vede nei diversi comparti pubblici una difformità di classificazioni che
non ha alcun motivo di essere (dai 31 livelli economici della Sanità agli 11
dei Ministeri e del Parastato), la RdB si batterà per una riduzione delle
differenze tra i vari comparti e la riduzione dei livelli economici di
inquadramento visto che i lavoratori sono utilizzati a prescindere dal loro
livello.
Sull’orario di lavoro è necessario rigettare con
decisione qualsiasi tentativo di “adeguamento” alle normative europee che in
soldoni il governo intende come prolungamento a 40 ore settimanali dell’orario
di lavoro dei pubblici dipendenti.
Contro ogni tentativo di bloccare i contratti o di
svendere gli scioperi e le lotte che i lavoratori pubblici hanno condotto
durante tutto il 2002, la RdB P.I. invita i pubblici dipendenti a far sentire
la loro voce nei posti di lavoro e sotto
l’Aran mercoledì 19 febbraio alle ore 15.00.
Federazione RdB Pubblico Impiego