RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE

Federazione del  Pubblico Impiego,  Servizi,  Industria  e  Settore Privato

 
CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE RdB/CUB   www.rdbcub.it

- RdB/CUB Università -

 

 

Contratto Università e scioperi.

 

In questi giorni la Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrebbe finalmente approvare la direttiva che dà il via alle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale scaduto dal Dicembre 2001.

Una scadenza importante dunque, perché dall'approvazione formale della direttiva si capisce quando si arriverà realmente al rinnovo contrattuale.

 

A questa scadenza si arriva in un clima di totale disimpegno dei sindacati ammessi alle trattative nazionale e per di più mentre tutti gli atenei sono attraversati da una mobilitazione che vede coinvolti docenti, ricercatori e precari della docenza contro il ddl Moratti, ovvero l'ultimo attacco governativo a quel che resta dell’Università Pubblica italiana.

 

Purtroppo, come i lavoratori hanno potuto amaramente constatare nelle assemblee, in questa  mobilitazione sembra non esserci la coscienza di come gli attacchi all'Università Pubblica coinvolgano materialmente tutti coloro che operano nell'università: docenti, lavoratori, studenti. Prevale invece una tendenza a ridurre l'opposizione al ddl Moratti a un semplice problema "inter-accademico". Una strategia che di fatto, come si sta verificando, non sposta di una virgola il Governo dalle sue determinazioni e anzi gli permette di aprire improbabili "tavoli di confronto" come quello che i Rettori hanno da poco accettato.

D'altra parte il cartello delle associazioni sindacali, che gestisce politicamente la mobilitazione, ha già fatto chiarezza. 

A loro basta schierare l'accademia in funzione anti-Berlusconi: le elezioni sono vicine!

 

Non paghi di questo, le associazioni sindacali (in evidenza la CGIL) stanno sollevando con clamore la "questione del precariato intellettuale" per dar fiato ad una improbabile "piattaforma" rivendicativa su cui stanno raccogliendo tessere per il Nidil (il loro sindacato dei precari).

Nelle mobilitazioni di questi giorni la questione del "precariato intellettuale" suona tuttavia come l'ennesima beffa per i lavoratori tecnici amministrativi che invece da anni subiscono i devastanti effetti del precariato e che se lo sono visti imporre proprio da quei sindacati che l’hanno introdotto nel comparto pubblico, sperimentandolo per primo proprio nel comparto Università.

 

Anche il tentativo di portare allo sciopero l'intero comparto Scuola-Formazione-Università-Ricerca (l’ultimo zibaldone CGIL, con lo scioglimento dello SNUR nel comparto Scuola…) con la "promessa" fatta ai lavoratori di andare a reclamare il rinnovo del contratto, sta rivelandosi una beffa: la questione contrattuale è annegata in una marea di rivendicazioni che tolgono ogni visibilità alla rivendicazione. La richiesta di rinnovo contrattuale è ampiamente “diluita” nel calderone delle rivendicazioni dei docenti che toglieranno ulteriormente spazio alle vicende degli unici contratti negati: la Ricerca e l’Università, appunto.

 

Questo a nostro avviso è il risultato della scelta confederale di comparto di appiattirsi a difesa delle autonomie e di privilegiare perciò le esigenze "sindacali" della docenza a scapito di quelle del personale Tecnico Amministrativo che dicono di rappresentare.

 

C'è di più: l’annunciato sciopero archivia definitivamente l'offensiva dei lavoratori per il salario, i diritti e la dignità che la vertenza dei tramvieri aveva fatto nascere; il movimento sindacale viene ricacciato in difesa.

In difesa della "riforma" Dini sulle pensioni, in difesa del pacchetto TREU sulla precarietà, in difesa delle "riforme" e delle "autonomie" universitarie…

 

Non è un caso che Epifani concludendo l'assemblea nazionale dei delegati confederali del 10 marzo abbia deviato la loro attenzione dalla necessità di una decisa svolta sindacale a tutela dei diritti dei lavoratori alla scelta di riedizione di una nuova stagione di concertazione al ribasso.

 

La strada che RdB ha cercato di aprire ai lavoratori del comparto prima mobilitandosi - da sola! - per il pagamento della indennità di vacanza contrattuale (presidio assemblea rettori maggio 2003), poi per il rinnovo del contratto, contro il blocco delle assunzioni e per la stabilizzazione del precariato (19 febbraio negli atenei, 27 febbraio 2004 alla Funzione Pubblica) rischia di trovare ostacoli non solo nelle politiche governative di attacco ai diritti dei lavoratori, non solo nella scelta dei rettori di usare il personale T.A. come ostaggi nel confronto col Governo, ma anche e prima di tutto nelle scelte miopi del sindacalismo confederale.

 

Ci eravamo spinti a pensare che la gravità della situazione dell'Università richiedesse una mobilitazione straordinaria e unitaria di tutte le OO.SS. del comparto, ma dobbiamo ancora una volta constatare che con queste scelte confederali vengono a mancare tutti i presupposti per pensare di poterla realizzare.

 

Vanno rimosse quelle posizioni politico-sindacali che condannano i diritti dei lavoratori T.A. al
dimenticatoio poiché subordinati ai diritti delle componenti forti dell'accademia e agli interessi superiori della difesa delle autonomie dei rettori.

Vanno in definitiva chiarite le scelte di prospettiva:  si vogliono difendere le "riforme" universitarie del quindicennio che ci sta alle spalle, oppure si vuole veramente e finalmente aprire una riflessione sul cosa significa oggi "difendere l'Università"?

 

Ma in questo momento, restando “in attesa di Godot”, perché non chiedere ai sindacati trattanti che indicano le assemblee in ogni ateneo per illustrare la loro “piattaforma” (ammesso che realmente ce l’abbiano, poi…) ai lavoratori, ed in un confronto democratico accogliere le loro istanze, suggerimenti, e possibili revisioni?

E’ forse chieder troppo…?

 

 

 

 

 

Roma,  15.03.04                                                                                                    RdB/CUB Università