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RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE Federazione del Pubblico Impiego, Servizi, Industria e Settore Privato CONFEDERAZIONE
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Ostaggi e serventi.
I gravi ritardi contrattuali ed i balocchi
dei confederali…
Da un comunicato della Federazione Nazionale RdB si apprende che al Consiglio dei Ministri di Venerdì 23
Aprile dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere approvata la direttiva per
il rinnovo del 1° biennio economico del Contratto Nazionale dell’Università.
Naturalmente l’attenzione della nostra Federazione
Nazionale di Pubblico Impiego è massima.
Non entriamo dunque ora nella disamina nel merito della
direttiva. In parte ci siamo già espressi, in buona parte
avremo modo di esprimerci più avanti. L’unico commento che ci sentiamo
di ribadire è: una direttiva largamente insufficiente
sul piano economico ed estremamente preoccupante per la parte normativa che
indica la creazione del fondo pensione integrativo con automatico scippo del
TFR.
Occorre allora richiamare il contesto
che caratterizza lo stato dell’arte nel Pubblico Impiego per avere strumenti
utili all’orientamento nel comparto Università.
La palingenesi
del Pubblico Impiego.
La situazione non potrebbe essere più caotica: contratti
già firmati dalle parti trattanti e fermi in attesa
del visto del Ministero del Tesoro (Tremonti) che
verranno comunque presentati al succitato Consiglio dei Ministri (Presidenza
del Consiglio e Vigili del Fuoco); contratti già siglati dalle parti trattanti ma privi del
visto della Corte dei Conti (Sanità) e che vedono uno scontro istituzionale tra
Regioni – in qualità di componenti il relativo Comitato di Settore – e ancora
lo stesso Ministero del Tesoro; contratti già siglati e non ancora operativi per
il semplice blocco del titolare ministeriale dello stesso comparto (Agenzie
Fiscali) che, guarda caso, riferiscono sempre a lui, l’ineffabile deus ex
machina, il Ministro Tremonti.
Dulcis in fundo,
il solito Tremonti ha indicato con precisione quale debba essere il termine temporale di chiusura dei secondi
bienni economici per i contratti già “chiusi”: Luglio 2005!
Figurarsi l’Università… si prospettano appunto tempi
biblici.
Ed il richiamo “biblico” non si
ferma qui, purtroppo.
La sua personale “creatività” in tutti i contratti di
Pubblico Impiego ci vuol suggerire un paragone col
Caos primordiale: la Palingenesi dello Stato tramite lo smantellamento dei suoi
apparati.
Non più Stato Sociale (chissà se mai lo è stato), né più
Stato di Diritto: il Nuovo che avanza si chiama Stato Discrezionale (o Stato di Arbitrio, se si preferisce).
Contesto politico
ed economico dei contratti.
Naturalmente non siamo così ingenui da credere che, oltre gli
scontri istituzionali e i colpi bassi e non dichiarati (ma comunque
percepibili ad occhi attenti, ed i nostri lo sono…) tra diversi dicasteri dello
stesso Governo - in particolare tra Ministero della Funzione Pubblica e
Ministero dell’Economia e Tesoro – non ci siano ragioni squisitamente
economiche ad ostacolare ogni velleità rivendicativa. E’ tuttavia sufficiente
pensare all’enorme quantità di denaro pubblico necessaria a finanziare la
sciagurata impresa bellica in Iraq per comprendere come le ristrettezze
economiche siano frutto di deliberate scelte
politiche, ancor più sciagurate.
Impossibile dunque prescindere dall’ordine di “priorità”
che un Governo subalterno ad interessi altrui si dà.
Assordanti
silenzi e comiche comparsate.
Motivazioni per sostenere o riprendere terreni di lotta
sindacale, si è visto, ce ne sarebbero a iosa.
Sempre più inspiegabile, invece, la totale inerzia dei
confederali.
Da un lato incitano i lavoratori a scendere in piazza per
difendere la loro riforma delle pensioni (quella attuata
da Dini nel ’94 e differente da quella di Maroni solo nella tempistica e nei “soggetti beneficiari”)
a danno degli stessi lavoratori dipendenti di tutte le categorie, pubblici e
privati. Sul versante contrattuale si affannano invece a richiedere con forza
proprio l’istituzione di quei fondi che costituiscono l’ulteriore
impoverimento dei lavoratori, come i citati fondi pensione integrativi. Nel
nostro comparto non trovano di che replicare agli atti d’indirizzo della CRUI,
sbilanciati sulla tutela della sola categoria “EP” e
assolutamente indifferenti alle sofferenze degli altri umili dipendenti.
Per essi, a fronte delle annose lamentazioni, il tutto
deve avvenire a costo zero! Persino il supposto riallineamento con gli altri
comparti di Pubblico Impiego!
Siamo al ridicolo!
In una babele di “politiche”
sindacali e disegni di legge matura l’iniziativa dello sciopero dei docenti
universitari, indetto per il 23 Aprile, in opposizione ai progetti di riforma della Moratti sullo stato giuridico della docenza. Ragioni sacrosante che condividiamo in
toto.
Non possiamo invece condividere - anzi ne prendiamo decisamente le distanze – l’approccio abborracciato e
finanche dannoso di CGIL/CISL/UIL a questa scadenza.
Il loro tentativo di supporto a questa scadenza con il
richiamo dei lavoratori Tecnico Amministrativi per
l’assenza di rinnovo contrattuale da oltre 28 mesi dimostra una frettolosa strumentalità dell’iniziativa, priva di efficacia e
soprattutto priva di prospettive.
Non possono infatti rivendicare alcuna azione concreta di tentativo di sblocco di questa situazione nel periodo trascorso, nemmeno qualche lettera formale indirizzata a CRUI, Ministero, o ARAN. Niente. Il vuoto più assoluto. Non possono rivendicare la presentazione di una reale piattaforma rivendicativa per il nuovo contratto, né tanto meno una discussione tra i lavoratori della stessa. Non possono neanche dire di aver informato, tramite qualche straccio di assemblea, il personale T.A. sulla scadenza del 23 Aprile. Niente. Niente. NIENTE!
Armiamoci e partite…
Ancora una volta ci esercitiamo nell’arte del vaticinio: crediamo che ciò che scriviamo sia sentito e fatto proprio in profondità anche dai militanti, iscritti e simpatizzanti delle stesse sigle confederali che hanno indetto lo sciopero. Anch’essi sentono stridente questa improvvisata alleanza con le organizzazioni della docenza in assenza di passaggi tattici, strategici, politici e sindacali che riescano a garantire realmente la rappresentatività e la tutela degli interessi dei lavoratori T.A. E’ che ormai, purtroppo, nessuno più si stupisce di leggere la realtà per quel che appare nella sua banale brutalità: marchette politiche dei confederali che servono in vista delle imminenti elezioni europee ed amministrative. L’abbiamo detto e lo ripetiamo:
noi non ci stiamo ad interpretare il ruolo di
ruota di scorta per nessuno!
Né aspiriamo ad essere ostaggio di scelte
altrui!
Bisogna invece costruire dei reali momenti di riflessione e di proposizione partendo da una seria e radicale critica di 15 anni di “riforme” del sistema universitario – con le ricadute contrattuali sui dipendenti T.A. ed i crescenti privilegi concessi ai baroni – ed individuando con precisione colpe e responsabilità.
Per fare questo il primo passo necessario è abbandonare ogni tentativo di riproposizione delle fallimentari politiche concertative. Bisogna abbandonare CGIL/CISL/UIL per costruire il reale sindacato rappresentativo.
Bisogna costruire in ogni ateneo RDB
Università!
Roma, 21.04.04
RdB/CUB Università