IN DIFESA DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA PUBBLICA

 

Mentre si sostiene che nell'era della conoscenza le principali risorse per competere sono saperi, informazione, comunicazione, logistica, nello stesso tempo si vuole smantellare il sistema di formazione e la ricerca pubblica, dimenticando che è compito di uno stato democratico favorire la conoscenza come patrimonio collettivo e dunque i vantaggi che ne derivano sono per la società e anche per il sistema produttivo di un paese.

Tagli ai fondi, esternalizzazioni, privatizzazioni, blocco di assunzioni e non ultima la riforma degli enti di ricerca e la proposta di "precarizzare" i docenti universitari, sono un attacco alla centralità della scuola, dell'università e della ricerca pubblica. Un attacco ai principi costituzionali del diritto allo studio, di libero accesso alle istituzioni scolastiche e universitarie, del diritto di libertà di insegnamento e di ricerca, del diritto al lavoro, del diritto alla partecipazione democratica, nonché un impoverimento del patrimonio culturale e scientifico del nostro paese anche a detrimento dello sviluppo economico.

Il processo di globalizzazione, che limita pesantemente la sovranità degli stati e condiziona con scelte neoliberiste la gestione dell’economia mondiale attraverso gli organismi che la governano nell’interesse delle multinazionali e dei governi del Gi-otto, sta investendo la sfera dei servizi sociali, tra i quali viene annoverata anche l’istruzione.

Il protocollo del Gats, che i governi europei sono chiamati a firmare entro marzo, prevede infatti una  piena privatizzazione dell’istruzione e lascia in balia del mercato il compito, che la nostra Costituzione attribuisce alla Repubblica, di soddisfare il diritto allo studio delle nuove generazioni e alle agenzie formative confessionali, ideologiche e speculative la facoltà di condizionarne gli orientamenti etici e culturali.

In tal modo l’istruzione pubblica, che nella nostra Costituzione è una funzione istituzionale dello Stato, diventerebbe un servizio  pubblico gestito dai privati.

L’approvazione di tale protocollo, rafforzerebbe la politica del governo italiano, nel suo obiettivo di destrutturare la scuola e l’università pubblica attraverso la duplice spinta alla privatizzazione e alla regionalizzazione, confermandone il valore di attacco alla democrazia. 

Per fermare questo "progetto" è necessaria una grande mobilitazione di tutte le categorie di queste istituzioni, lavoratori, studenti, docenti, ricercatori, precari in collegamento con la scuola per la difesa del diritto al sapere, della formazione, della libera ricerca che  passa attraverso una rinnovata centralità pubblica di questi settori in un paese democratico e civile.

In questo contesto proponiamo una manifestazione nazionale per il 22 marzo che abbia come obiettivo prioritario l’opposizione alla firma del protocollo del Gats e quindi all’ insieme alle politiche di privatizzazione della scuola,  dell’universita’ e della ricerca. Questa iniziativa vuole collegarsi alla giornata di mobilitazione convocata a livello europeo per il 13 febbraio contro gli esiti del il protocollo Gats  sull’istruzione.

Si ribadisce la netta opposizione alle “Riforme” Moratti con i NO alle scelte politiche di questa maggioranza e proponiamo i nostri SI

 

 

1 - SI al libero accesso alla formazione universitaria  che garantisca in tutto il territorio nazionale una adeguata formazione culturale e scientifica;

NO alla competitività tra gli atenei che mira a costituire formazione di serie A e di serie B.

2 - SI al diritto allo studio  che garantisca il valido supporto all'accesso al sapere

NO alla privatizzazione degli Enti per il diritto allo studio

3 - SI alla stabilità del rapporto di lavoro per il personale

NO alla precarizzazione dei rapporti di lavoro per il personale, i docenti, i ricercatori

4 - SI alla libertà di insegnamento e di ricerca.

NO alla dipendenza dell'insegnamento e della ricerca dal mercato e dal potere politico.

5 - SI alla democrazia con spazi garantiti di partecipazione autonoma di tutte le componenti delle realtà universitarie e di ricerca.

NO alla gerarchizzazione, alla aziendalizzazione  con un forte ridimensionamento degli spazi di democrazia.

6 - SI ad un adeguato incremento delle risorse finanziarie per l'università e la ricerca pubblica

NO all'introduzione delle fondazioni di diritto privato nelle università e alla trasformazione in società per azioni o soppressione di enti pubblici di ricerca

7 - SI alla centralità del ruolo pubblico dell'università e della ricerca

NO allo svilimento del sapere a "merce", alla trasformazione della formazione da quella scolastica a quella universitaria in servizi commercializzabili come previsto dagli accordi GATS