Rispondo al collega Domenico D.C. che il 5 febbraio ha inviato questo messaggio:
Care amiche ed amici Uniperisti, e' possibile spiegarmi con parole chiare e semplici che cosa dicono gli articoli della finanziaria che parlano delle fondazioni?
Ho capito che vengono giudicate una catastrofe. Ma vorrei ragionarci un po' con la mia testa.
Grazie dell'aiuto.
Domenico
Risposta di Orazio Maccarone – RdB Statale di Milano
In due parole potrei dirla così: le Fondazioni sono lo strumento che dà via al
processo di smembramento dell'Università Pubblica e dello smembramento della
categoria dei lavoratori tecnico-amministrativi (e ausiliari) delle Università
pubblihe, che conclude tutta questa
prima fase di privatizzazione dell'Università iniziata con la costituzione del
MURST e la trasformazione delle Università in Aziende Autonome.
Questo processo ha comportato un aumento dei costi degli studi universitari, la
cancellazione di una serie di istituti a supporto del diritto allo studio per i
ceti meno abbienti (presalario, case dello studente, prezzo
"politico" delle mense, corsi serali per i lavoratori-studenti,
ecc.), la dequalificazione culturale e scientifica dell'insegnamento e della
ricerca scientifica universitaria pubblica, la svalorizzazione della laurea sul
mercato del lavoro .... e l'abbandono decennale del personale tecnico-amministrativo
al sottosalario, al sottoinquadramento e al sottoorganico (siamo ancora a 52.000
- dati 1.1.1999 - e già molte Università non assumono più).
Con
il contratto nazionale 1998/2001 si è avviato un processo di precarizzazione
del lavoro e lo smantellamento delle sue "rigidità" (parità di salario
a parità di mansioni, eguale inquadramento a parità di mansioni, mansionario,
riconoscimento delle professionalità maturate in base alle
mansioni svolte, salario accessorio "storicizzato" negli anni
precedenti, piante organiche, ecc. ecc.) per esaltare le divisioni tra
lavoratori
(vecchi assunti e nuovi assunti, precari e stabili, ecc.) e tra i lavoratori dei
diversi atenei (competizione tra atenei).
Con gli artt. 59 e 90 della Legge Finanziaria 2001 l'Università Pubblica potrà
"esternalizzare e privatizzare" parte delle sue risorse, patrimonio e
... personale a società di diritto privato (Fondazioni). Per i lavoratori coinvolti
la costituzione delle Fondazioni comporta la fuoriuscita dal contratto dell'università
(e quindi dal pubblico impiego) senza nessuna garanzia per i diritti fin qui
conquistati dal punto di vista salariale e
dell'inquadramento e tantomeno dal punto di vista della garanzia del posto di
lavoro, per la categoria significa perdere pezzi e un brusco taglio
dell'organico.
Forse più che una catastrofe (che in generale sono di origine naturale, o almeno
lo erano fin all'inizio del secolo scorso) è un attacco (l'ennesimo e il più
pesante finora registrato) al lavoro e ai lavoratori sostenuto dal silenzio
complice dei sindacati confederali. Un attacco che non riguarda solo i
lavoratori universitari ma tutti i lavoratori pubblici che si troveranno ad
affrontare nei prossimi mesi pesanti processi di ristrutturazione (con
inevitabili processi di mobilità, cioè licenziamenti o più
"tranquillamente" con il passaggio a contratti di lavoro pienamente
privati) paragonabili a quelli delle ristrutturazione industriale degli anni '80.
La Cgil del mio ateneo - costretta a dire qualcosa per giustificare il giudizio
positivo alla Legge Finanziaria 2001 inserito nel volantino sindacale - ha
detto che le Fondazioni servono a garantire lo sviluppo sul
territorio delle Università .... ma si è ben guardata dal dire quali problemi
si pongono e per il futuro dei lavoratori e per il futuro
dell'Università pubblica...