Casella di testo: RdBRAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE

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BARONI ALL’ASSALTO DELLA PUBBLICA università

 

Dopo 10 anni di privatizzazione “strisciante” del sistema universitario pubblico, con in mano un Contratto Nazionale, avallato dai sindacati confederali, che nega i diritti ed estende “flessibilità” e precarizzazione del lavoro, bloccati con i pretesti più incredibili i rinnovi dei contratti d’ateneo,

 

i baroni si preparano a dare il colpo di grazia al sistema universitario pubblico.

 

Con un emendamento nascosto nelle pieghe della Legge Finanziaria 2001 (A.C. 7238, art. 39), una cordata di baroni e parlamentari, trasversale a tutti gli schieramenti politici,  cerca di legittimare le autonomie baronali trasferendo  (attraverso le “Fondazioni”)   ad aziende a capitale misto pubblico/privato con gli enti locali e l’impresa gran parte delle attività degli atenei e farvi confluire risorse aggiuntive oltre a quelle statali per indirizzarle a sostenere la creazione e lo sviluppo dell’imprenditoria e della competitività del territorio, realizzando il sogno di sempre della Confindustria:

 

l’Università Pubblica al servizio dell’Impresa!

 

Alle Università resterebbero le attività strettamente istituzionali e verrebbero garantiti solo ed esclusivamente lo stato giuridico degli studenti e dei docenti e le stesse modalità di elezione degli organici accademici.

In altre parole l’Università verrebbe ridotta ad Azienda di Servizi asservita alle esigenze dell’impresa (con tanti saluti alla libertà di insegnamento e di ricerca, ai percorsi formativi e al diritto allo studio) garantendo ai baroni la funzione pubblica - nei soli termini di privilegi e rendite statali di cui già godono – mentre agli studenti il mantenimento delle tasse esistenti  (sic..!), o addirittura ulteriori aumenti delle stesse…..

e ai lavoratori tecnico-amministrativi…. ?

 

Che fine farà il personale “non docente” ?

 

Si sa già che una parte del personale confluirebbe nelle “Fondazioni”, uscendo dal contratto Università e dal Pubblico Impiego, senza nessuna garanzia né rispetto ai livelli occupazionali né rispetto ai diritti acquisiti. Cosa succederebbe a chi resta in università è ignoto…..

Questa nuova iniziativa del potere baronale si intreccia con i ritardi (ormai un anno) del rinnovo del contratto economico 2000-2001, il disinteresse confederale per la questione del riallineamento stipendiale della categoria agli altri contratti pubblici, il muro di gomma baronale eretto di fronte alle richieste di rinnovo dei contratti d’ateneo che vede per la prima volta proposte coordinate del sindacalismo di base della categoria, unito nel rivendicare miglioramenti economici e normativi veri e le RSU all’inseguimento per recuperare credibilità di fronte ai lavoratori.

 

Di fronte a questa situazione la RdB propone e promuove nella prima settimana di Dicembre  lo stato di agitazione del personale tecnico-amministrativo delle Università contro la privatizzazione della Pubblica Università, per informare e dibattere con i lavoratori e per:

 

*    rivendicare veri aumenti salariali per tutti e il riallineamento stipendiale della categoria agli altri contratti di  Pubblico Impiego

*    richiedere il ritiro dell’emendamento all’art. 39 dalla Legge Finanziaria 2001

 

Roma, 23 novembre 2000            Coordinamento   Nazionale  RdB  Università