Leggi e decreti nati per privatizzare

Cosė l’esecutivo smantella il Ssn

Il governo Berlusconi sta emanando una serie di leggi e di decreti che scardinano il Servizio sanitario nazionale. La finanziaria blocca le assunzioni nella pubblica amministrazione, comprese quelle di personale sanitario, e prevede la privatizzazione degli enti pubblici, inclusi gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui affida la gestione a Fondazioni private. Questo apre le porte alla privatizzazione del sistema e delle professioni sanitarie: gli Irccs sono istituti di ricerca, ma hanno competenze generali di gestione e organizzazione dei servizi sanitari. Un decreto legge, che affonda le radici nell’accordo sottoscritto da tutte le Regioni l’8 agosto, riduce le prestazioni del Servizio sanitario nazionale, per fornire le quali le regioni dovranno introdurre nuovi ticket, a cominciare dai farmaci. Inoltre, autorizza le regioni a trasformare gli ospedali in fondazioni da cui le Asl dovranno acquistare le prestazioni sanitarie. Un altro decreto legge taglia le prestazioni e il personale infermieristico. Infatti, sopperisce alla mancanza di infermieri autorizzando quelli in pensione al rientro e quelli in servizio a fare straordinari in regime di libera professione. I posti vacanti nelle piante organiche sono 40.000, ma la necessità di infermieri per garantire un servizio dignitoso è di 100.000 unità. E’ evidente che queste misure non tamponano nemmeno le emergenze. Ma la libera professione infermieristica all’interno degli ospedali e la persistente carenza di organico consentiranno di classificare definitivamente alcune prestazioni (l’assistenza notturna) tra i servizi aggiuntivi, che le persone ricoverate dovranno pagare di tasca propria.