RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE

CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE RdB/CUB www.rdbcub.it

 

Bologna,  21.01.01

Elzeviro sindacale

 

Le fondamentali Fondazioni

(le mani sull’Università)

 

Con la definitiva approvazione della Legge Finanziaria per il 2001 si è compiuto il percorso di totale consegna dell’Università nelle mani dei Poteri Forti.

Essa, forte dell’art. 59, stabilisce la possibilità di trasferire mezzi e risorse tecniche, economiche ed umane nelle istituende o presenti Fondazioni.

Cosa  o chi sono costoro?   Sono soggetti privati formalmente privi di scopo di lucro, ma partecipati da soggetti aventi finalità di lucro.

In poche parole, e per esprimerci meglio con un esempio pratico…: l’Università di Bologna potrebbe essere gestita dalla Fondazione Alma Mater che ne assume il compito di indirizzo didattico e scientifico. La Fondazione Alma Mater, a sua volta, per attuare le sue strategie, può avvalersi dell’apporto di capitale privato proveniente da imprese e/o banche.

Nel nostro Ateneo i soggetti più titolati al momento sono principalmente due:

la Fondazione CARISBO e NOMISMA.

Due soggetti che rappresentano le due parti che competono e si contrappongono sul piano politico ed economico a livello territoriale e nazionale, cioè Centro Destra (Fondazione CARISBO) e Centro Sinistra (NOMISMA).

La prima ha ridimensionato un suo primigenio nucleo di riferimento economico sul territorio, cioè il mondo cooperativo ed il piccolo-medio artigianato (da sempre il braccio economico della sinistra di governo…), per aprire invece al capitale forte e guarda a nuove alleanze finanziarie in direzione della Banca Nazionale del Lavoro.

Il secondo soggetto, nato come think tank politico capace di portare al governo l’ex premier Romano Prodi (il suo fondatore…), si rilancia con  un rinnovato profilo imprenditoriale.

Entrambi i soggetti hanno in comune uno spiccato interesse a finanziare progetti di ricerca (e di sfruttamento commerciale…) nei campi della sanità, della salute, delle biotecnologie, della farmaceutica, delle telecomunicazioni e della New Economy in generale…

L’Università rappresenta per loro il terreno privilegiato di queste strategie.

 

HIC SUNT LEONES, ovvero….dai vecchi Baroni ai giovani Leoni

 

La figura del vecchio e potente Barone universitario è destinata ad essere soppiantata dagli emergenti giovani Leoni, cioè da coloro che, in virtù di una partecipazione diretta o indiretta a questi soggetti economici e/o finanziari, indirizzeranno i flussi di denaro che garantiranno la ricerca ed il conseguente profitto.

Le cordate son già piuttosto definite, ma sbaglierebbe chi credesse ingenuamente che lo schierarsi al fianco dell’uno o dell’altro possa comportare un qualche beneficio per il personale dipendente.

Ogni schieramento in campo prevede infatti una maggiore intensione di lavoro con massimo profitto e minor costo di lavoro, ovvero:

 

maggior precariato, esuberi di personale e riduzione complessiva di salari.

 

L’elezione del nuovo Rettore apre un processo dialettico nei poteri che devono governare il nostro Ateneo. Se in precedenza vi era un potere monocratico (una monarchia) che riassumeva, cioè, in Roversi Monaco poteri e benedizioni politiche ed economiche (con soddisfazione e partecipazione di tutti i soggetti, è utile ricordarlo…), oggi si è in presenza di una Diarchia.

Da una parte il potere politico, fortemente appoggiato dalle massime istituzioni locali (ed in cui la Regione, divenuta ormai un vero e proprio Governatorato, giocherà un ruolo fondamentale nei nostri destini…) e parte dell’imprenditoria “rossa” come il  tradizionale mondo cooperativo emiliano, il settore assicurativo di riferimento (Unipol e dintorni…) e nomi come CNA (il piccolo gigante dell’artigianato), tenterà di contrastare il vero potere economico FORTE, cioè la grande ed aristocratica imprenditoria e finanza che si muove su un terreno più extra-territoriale, cioè la Fondazione CARISBO, ovvero l’attuale cassaforte dell’Ateneo bolognese.

I due termini fisici di questa dialettica sono: il neo Rettore da una parte e l’ex Rettore dall’altra.

In questa partita che - buon senso vorrebbe – dovrebbe rappresentare comunque una democratizzazione di tutto l’apparato amministrativo, che spazio ha il personale Tecnico-Amministrativo?           Insomma, tutto ciò            CUI PRODEST?

Se il processo di democratizzazione avesse voluto realmente significare anche un riconoscimento professionale ed economico del personale T.A., e non un costo da comprimere e di cui sbarazzarsi, non ci sarebbe stata la scelta di riconfermare l’attuale massima dirigenza, cioè la Direzione Amministrativa, che incarna - oggi più di prima - il bastone da brandire nei nostri confronti, oltre che il tratto d’unione tra i diversi reggenti, cioè il nuovo ed il vecchio rettore.

Il segnale di svolta e di dialettica rispetto al potere precedente è - se esiste - tutto interno all’apparato accademico e baronale, ed il personale dipendente rappresenta ancora una volta una pedina di poca importanza da potersi giocare a seconda delle loro convenienze.            Nient’altro.

La speculazione che investirà l’Università - sia essa “rossa”, “laica”, “nera” o “massone” ha poca importanza…- non starà a sottilizzare troppo sul nostro destino.

Laddove  le banche e i vari potentati economici non individueranno sufficienti margini di profitto quei settori saranno considerati improduttivi, ovvero rami secchi da tagliare. A voi le conclusioni.

Ad esempio, è possibile scommettere fin da ora su una prossima rivoluzione interna al Policlinico S.Orsola, con tanto di ristrutturazione ed esuberi di personale, oltre che riduzione di servizio all’utenza, soprattutto quella povera. 

Basti pensare alla vicenda dei Dipartimenti Misti che, nell’ottica della razionalizzazione dei costi, vedranno verosimilmente realizzarsi drastici tagli di personale, a seguito della loro riorganizzazione interna…

Abbiamo citato questo esempio poiché all’Università di Roma Tor Vergata il progetto è già in itinere, ed il policlinico annesso sarà gestito sotto il nome di “Policlinico Tor Vergata S.p.A.”(!)

Gli esempi, purtroppo, non finiscono qui.

A Milano si pensa già all’esternalizzazione del Centro di Calcolo…. 

E siamo sicuri che ai Rettori/Imprenditori non difetterà certo la fantasia nell’applicare il sistema di mercato per trarre profitto dalla Ricerca….

Ancora una volta, le vittime sacrificali saranno le lavoratrici ed i lavoratori, trattati alla stregua di “eccedenze”, di numeri da tagliare, di costi da ridurre, senza considerazione dell’aggravio dei carichi individuali di lavoro e del peggioramento facilmente prevedibile dei servizi all’utenza.

Non saranno certo i Baroni e Giovani Leoni a sbranarsi tra di loro.

La torta è grande…..basta sapersela spartire…..!

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