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Luciano Bertozzi |
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Milioni di euro di finanziamenti all’industria militare e alla
produzione di armi, nemmeno un centesimo per la riconversione dal settore
militare a quello civile. Il disegno di legge per la finanziaria |
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Come quella del 2007, anche la
finanziaria 2008, appena varata dal governo, farà felici i dirigenti
dell’industria militare italiana. La manovra economica prevede cospicui
finanziamenti per l’industria aerospaziale ed elettronica e per programmi di coproduzione
internazionali di armi. Per esempio per l’aereo addestratore M 346, per l’acquisto di 10-12 elicotteri EH 101, per il
sistema di comunicazioni (SICOTE) dei Carabinieri in funzione antiterrorismo;
ancora per il programma SICRAL 2,
il satellite di comunicazioni militari in collaborazione con Per l’Eurofighter (EFA), sono stanziati 3,9 miliardi di euro, spalmati
nel periodo 2008- Nuovi finanziamenti anche per le fregate FREMM, navi militari italo-francesi: la finanziaria 2008 prevede 1.050 milioni
in 15 anni, di cui 20 milioni nel 2008. Per le navi sono previsti ulteriori
stanziamenti di 135 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010
e di 1,530 miliardi dal 2011 al 2022. Altri cospicui fondi sono previsti in
prosecuzione di programmi militari già finanziati in base alla finanziaria
2007. Per incentivare la riconversione produttiva dal settore militare
al civile, invece, non è stato stanziato neppure un euro. Il governo sembra
non voler tener fede all’impegno formale contenuto
nella risoluzione sul Documento di Programmazione Economico-Finanziaria
approvata dal Senato nell’estate scorsa. Per lo sminamento
umanitario sono previsti nel 2008 appena 2,2 milioni di euro, pochi spiccioli
in più nei due anni successivi. Attento alle esigenze della lobby militare, il governo ha invece
fatto l’avaro con la scuola, confermando tagli nel personale. Un’evidente
scelta politica, un ulteriore duro colpo inferto al popolo della pace. Non bisogna stupirsi di queste scelte: il Ministero
dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa
è azionista di riferimento di Finmeccanica, che
anno dopo anno aumenta il fatturato militare ed è fra le prime dieci società
mondiali della difesa. Non a caso la società ha firmato contratti miliardari
con paesi belligeranti o i cui governi siano responsabili di accertate
violazioni delle convenzioni internazionali sui diritti umani (ad esempio
USA, Regno Unito, Turchia, ecc.). esportazioni che
sarebbero vietate, in base alla legge 185, che viene puntualmente ignorata.
Anzi: secondo l’ultima relazione del governo al parlamento sul
commercio delle armi, relativa al 2006, l’Italia ha venduto armi ad Israele,
paese che viola continuamente risoluzioni ONU e di altri organismi
internazionali. In attesa del dibattito parlamentare sulla
legge, alcuni esponenti della sinistra radicale hanno chiesto un taglio alle
spese militari, e annunciato che porranno la questione dei programmi per
l’acquisto degli EFA e degli Joint Stright Fighter (JSF), sottolineando la necessità di una maggiore
trasparenza, visto che gran parte dei fondi per gli investimenti sono a
carico del Ministero dello Sviluppo Economico e non a quello della Difesa.
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