Comunicato stampa

Solidarietà e sostegno della RdB Università per la mobilitazione nelle università contro il ddl Moratti

Il Senato ha approvato il 29 settembre il DDL Moratti sul riordinamento dello stato giuridico della docenza, con un voto di fiducia che ha raccolto 160 voti a favore e 7 contrari.

I senatori dell'opposizione hanno abbandonato l'aula. 

 Anche se questa approvazione segna una svolta nel contenzioso che oppone ricercatori e autorità accademiche con il Governo, il provvedimento dovrà comunque passare dalla Camera dei Deputati per l'approvazione definitiva delle modifiche introdotte.   Le associazioni dei docenti hanno perciò proclamato lo stato di agitazione per tutto il periodo dal 10 al 15 ottobre. Se si riesca a far ingoiare al Governo il suo colpo di mano è difficile dirlo, ma sicuramente  è giusto ribadire la nostra solidarietà e il nostro sostegno alla mobilitazione, proprio perché la precarizzazione dei rapporti di lavoro la abbiamo già sperimentata sulla nostra pelle.

Fu introdotta nel 2000 per via contrattuale, per i lavoratori tecnico-amministrativi dell'Università prima ancora che per gli altri lavoratori dipendenti, perché, come è tradizione, nell'Università prima che altrove si sperimentano  i progetti sociali più avventuristi e nefasti.  

La RdB Pubblico Impiego esprime,  perciò, tutta la solidarietà ai ricercatori augurandoci che la loro resistenza al colpo di mano del Governo riesca finalmente a riunirsi con le sofferenze e i disagi del personale tecnico amministrativo e degli studenti, questi ultimi sempre più abbandonati ad un futuro di conoscenza e di esistenza precaria.

Sentiamo la necessità  di ribadire che i processi di smantellamento dell'Università e di liquidazione della dignità dei suoi operatori non nascono solo dai colpi di mano del Governo, ma anche dall'operato di tanti baroni di grosso calibro, della irresponsabilità delle dirigenze baronali e amministrative di tante autonomie, e dalle ubriacature ideologiche di alcune rappresentanze sindacali che, in nome della loro idea di  "modernità", hanno acconsentito allo smantellamento ed esternalizzazione di tanti servizi e attività degli atenei, alla dequalificazione dell'istruzione e della ricerca universitaria, avviato processi di smantellamento di patrimonio, competenze, attività e personale dell'Università pubblica verso le Fondazioni private, avviato e ben presto raggiunto livelli di precarizzazione degli operatori universitari che non ha eguali in nessun altro settore pubblico o privati (negli atenei il precariato ammonta a oltre il 45 % del personale!).

Se tutto ciò ci impone di richiamare ancora una volta autorità accademiche e rappresentanze sociali e politiche all'urgenza di avviare una riflessione su un quindicennio di privatizzazioni e precarizzazioni (lo abbiamo fatto per l'ennesima volta presidiando in massa   la presentazione del Rapporto sullo Stato dell'Università del 20 settembre scorso a Roma), ai ricercatori, docenti e studenti in lotta in lotta sentiamo di dover indicare l'unica strada percorribile: riprendere a lottare per i propri diritti e la propria dignità accanto agli altri lavoratori e forze sociali per unificare tutte le lotte che contrastano la logica liberista che indirizza tali  “riforme”.

 A cominciare con la partecipazione alla  mobilitazione del 15 ottobre, ore 15 P.zza della Repubblica a Roma contro la proposta di direttiva europea (detta Bolkestein), che vuole privatizzare i beni e servizi comuni, allo SCIOPERO GENERALE del 21 Ottobre 2005, con MANIFESTAZIONE a Roma, alle h. 10,00 in Piazza della Repubblica, indetto da tutto il sindacalismo di base, per gridare il nostro comune NO ad ogni ipotesi di smantellamento di servizi pubblici, contro la precarietà, per i Saperi, la Sanità, la Previdenza pubblici e dignitosi.

Roma, ottobre 2005                                                                            RdB-CUB Università