- NON IN NOSTRO NOME -
Il "Protocollo su Previdenza,
Lavoro e Competitività, per l'equità e la crescita sostenibili"
sottoscritto da Governo, CONFINDUSTRIA e CGIL, CISL, UIL e UGL rappresenta l'ennesima spallata al sistema
previdenziale pubblico, non affronta in alcun modo la piaga della precarietà e
- ancora una volta - è orientato a soddisfare gli appetiti (insaziabili) delle
imprese.
E’ un accordo che risponde alle
compatibilità del “mercato”. Piu' o meno come Berlusconi, il governo di
centro-sinistra scarica sulle spalle dei lavoratori, dei loro genitori
pensionati e dei loro figli precari, tutto il peso della crisi di questo
paese. Mentre poco o nulla si fa sul piano dei costi della politica, per il
cumulo delle pensioni e la pensione da
parlamentare dopo solo 5 anni di legislatura, nè' si separa per chiarezza
previdenza da assistenza, così non si fa nulla per il controllo dei prezzi
delle bollette e dei generi alimentari fondamentali come il pane od il latte; e nemmeno aumentano gli stipendi dei
dipendenti.
Si danno, invece, incentivi alle industrie quanto in nessun altro paese
d'Europa.
Una consultazione taroccata ha
fatto esprimere un’ esigua minoranza - meno
del 15% dei 35 milioni di lavoratori pubblici e privati di questo Paese – su un referendum privo di un quorum che lo rendesse
valido, senza regole certe e verificabili, gestito unilateralmente dagli
organizzatori. L’'unico
dato controllabile è che i lavoratori delle grandi imprese si sono
espressi per il no.
Intanto, il segretario generale
della CGIL Epifani, appena chiuse le “urne” non ha perso tempo ed è corso
subito alla corte di Montezemolo a rassicurarlo che il protocollo non si tocca!
Anche a Tor
Vergata tutti
hanno potuto verificare come l'informazione sulla ubicazione dell'unica urna in
continuo itinere sia stata del tutto
insufficiente.
Sappiamo, tra quanti hanno votato,
i numeri dei favorevoli e dei contrari. Ma a differenza degli altri atenei, non
si conosce il numero degli aventi diritto e chi ha votato della componente
universitaria (oltre ad alcuni pazienti del vicino Policlinico!!)
Una farsa teatrale messa in atto
da qualcuno che ritiene persino che la democrazia possa legittimarsi
"fuori dai numeri di riferimento" IN QUESTO MODO.
Quindi, la nostra indicazione di
astensione dal voto truccato, organizzato da CGIL, CISL e UIL, si è confermata
l’unica cosa sensata in questo teatrino della democrazia confederale.
Le
ragioni per dire NO a chi firma accordi in nome nostro ci sono tutte.
I lavoratori, però, non devono accettare tutto questo come se fosse un
fatto naturale, ineludibile. Possono
fare qualcosa.
Possiamo opporci, partecipando il 9
novembre allo SCIOPERO GENERALE NAZIONALE di tutte le categorie di
lavoratori privati e pubblici indetto dalla CUB e dal sindacalismo di base del
nostro paese.
Roma, 15 ottobre 2007
Coordinamento RdB Università Tor Vergata