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CONFEDERAZIONE
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Sulla scene del nuovo Governo Berlusconi, ha fatto il suo esordio il “nuovo”
Ministro dell’ “Innovazione” (già della “Funzione Pubblica”), tal Brunetta.
Da buon esordiente, ha voluto affidarsi, per ottenere
consensi ed applausi, ad una commedia “classica”, che è quella dell’ appello e delle minacce contro gli sfaccendati che continuerebbero
ad annidarsi nel mondo del Pubblico Impiego.
Una recita per la verità un po’ troppo abusata e
ripetitiva, che è sempre fin troppo facile smentire – per i pochi che lo
vogliono fare - se solo si fa riferimento a quanta fatica costa a quegli “sfaccendati”
mandare avanti, con strutture fatiscenti e retribuzioni molto inadeguate, il
servizio sanitario, la scuola pubblica, gli enti previdenziali, gli enti locali
ecc., tutte gestioni che debbono fornire servizi e che, senza la loro buona
volontà, che supplisce alle carenze finanziarie, di strumentazione e di
competenza dirigenziale, avrebbero cessato di funzionare in maniera decente da
molto tempo.
Proprio per questo appare increscioso il silenzio-
assenso con cui queste asserzioni irrealistiche e tendenziose vengono accolte
da coloro – politici e sindacalisti – che dovrebbero e potrebbero facilmente
metterle in discussione per smentirle.
Ma tant’è, la classe politico –
giornalistica di questo paese è ormai irrimediabilmente votata ad una
omogeneità di pensiero che insabbia anche le argomentazioni più ovvie e
ragionevoli, anche quelle che sono sotto gli occhi di tutti per la loro
evidenza, se solo vanno in senso contrario a quello che i potentati economico –
finanziari hanno deciso di imporre.
D’altronde questo atteggiamento è la manifestazione
di un razzismo praticato quotidianamente e che ora si rivolge contro immigrati
e rom, accumunandoli sotto un’unica etichetta di illegalità, ora contro i
lavoratori pubblici, anch’essi tutti marchiati come fannulloni; in un caso e
nell’altro la generalizzazione dei comportamenti scorretti da parte di alcuni e
di pochi diventa il metodo con cui far diventare intere categorie o intere
etnie i “nemici” da combattere.
Chi invece, in nome del profitto e della “libera impresa”, produce 1500
morti, 38.000 incidenti ed un milione di invalidi ogni anno continua a non
subire nessuna conseguenza; chi (manager pubblici o privati) guadagna milioni e
milioni di euro, magari portando al fallimento intere società e portando sul lastrico
migliaia di famiglie continua ad essere premiato ed a passare da un incarico ad
un altro, da un consiglio di amministrazione ad una altro; chi fa parte
dell’inconcludente e molto spesso incompetente ceto politico, dell’una o
dell’altra parte, maggioranza o opposizione, continua, nonostante la provata
incapacità di risolvere i problemi anche più banali, continua ad usufruire di
prebende e benefici di tutti i generi.
Il tutto senza provocare nessun tipo di
reazione apprezzabile, senza che
tutto ciò generi moti di ribellione che probabilmente
in altri paesi si sarebbero già sviluppati.
Qui sta vincendo da decenni la
logica distorta per cui tutti pensano che ad essere
sacrificati sono “gli altri”, ma è una logica ingenua e miope, perché sta
distruggendo la solidarietà che una volta avrebbe impedito il dispiegarsi di
questi attacchi.
Nel pensare “tanto se la stanno prendendo con lui… a
me non riguarda” si finisce, una volta che tocchi a noi, con il ritrovarsi da
soli, senza nessuno che ci possa dare aiuto.
Prima di
tutti vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero
comunista.
Un giorno vennero a prendermi e non c’era rimasto nessuno a protestare..."
da un pensiero di Bertold
Brecht
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