COMUNICATO
STAMPA
Pubblico Impiego
GIU’ LE MANI DALLE PENSIONI
Fare cassa sulla pelle dei lavoratori sembra essere lo sport
più praticato negli ultimi anni, ma perseverare, sapendo di dare una
prospettiva di stenti a milioni di uomini e donne
futuri pensionati, è forse lo sport più odioso in cui da 10 anni si stanno
cimentando i vari governi.
L’economia “creativa” di Tremonti
(in tandem con Maroni) travalica ogni immaginazione.
Prima scippa agli enti previdenziali il loro patrimonio immobiliare, sottraendo
svariati miliardi frutto dei contributi versati dai
lavoratori, poi tenta di vendere i crediti dell’Inpdap
ad un pool di banche per sottrarre ulteriori 5,5 miliardi di contributi versati
dai lavoratori pubblici ed infine, ridotti in perdita i bilanci degli enti
previdenziali, interviene per eliminare i “privilegi” pensionistici dei
pubblici dipendenti.
Privilegi è la parola magica che
data in pasto alla stampa riesce a raccogliere i consensi dell’opinione
pubblica. Ma il ministro non menziona il fatto che,
con la riforma delle pensioni del 1995, già il governo Dini azzerò le
differenze con il settore privato lasciando (solo per chi avesse già 18 anni di
versamenti a quella data) il calcolo retributivo fino al 1992, calcolo solo
apparentemente più conveniente per il fatto che viene effettuato non su tutta
la retribuzione, ma solo sulla parte fissa.
E’ chiaro che questo tentativo di vero e proprio furto suona alle orecchie dei lavoratori pubblici come una vera e
propria dichiarazione di guerra. Dopo 20 mesi senza contratto, con l’euro che
insieme all'inflazione ha concorso all’erosione del potere d’acquisto
dei salari, la RdB P.I. e i lavoratori pubblici sapranno come rispondere alle
provocazioni dei Berlusconi’s Boys.
Con lo sciopero generale!
Roma, 5 agosto 2003
p/Direzione Nazionale RdB P.I.
Giuliano Greggi