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Decreto 7.3.2007 n. 45 del Ministero dell’economia:
della serie: IL SILENZIO-ASSENSO VA ASSAI DI MODA, oggidì
!
L'attuale Ministero
dell'economia e delle finanze, dando attuazione ad una norma contenuta nella
legge finanziaria per il
Ø
I
pensionati ex dipendenti pubblici;
Ø I dipendenti pubblici iscritti
a gestioni pensionistiche diverse dall’INPDAP (ad esempio,
nell’università i lettori madrelingua sono iscritti all’INPS, i dipendenti di
alcuni enti del Parastato).
Tale
iscrizione prevede un prelievo mensile pari allo 0.35% della retribuzione
contributiva per i dipendenti pubblici non iscritti all’INPDAP ed allo 0.15%
dell’importo lordo della pensione per chi è in quiescenza, a meno che i soggetti interessati non esprimano una volontà
contraria entro sei mesi dall’entrata (10 aprile 2007) in vigore del decreto
Questo contributo serve a finanziare le prestazioni
creditizie gestite dall'INPDAP come il “piccolo prestito”, la “cessione del
quinto”, mutui ipotecari, borse di studio e vacanze-studio per i figli dei
dipendenti, convitti e collegi e così via.
Riteniamo abbastanza discutibile l’allargamento “forzoso”
di tali prestazioni creditizie, in particolare per i pensionati ex dipendenti pubblici (!?!),
e ne contestiamo assolutamente il metodo.
Come
per lo scippo del TFR in favore dei Fondi pensione, anche in questo caso la
norma dettata dal Ministero prevede la regola del silenzio-assenso.
E’ nota la nostra ferma
opposizione all’istituto del silenzio-assenso, che penalizza i lavoratori che
per varie ragioni non sono tempestivamente e correttamente informati, e la
battaglia che abbiamo condotto come RdB-CUB contro questo meccanismo, concepito
allo scopo di dirottare le liquidazioni dei lavoratori verso la previdenza
complementare di tipo privatistico. Ritrovarcelo di
nuovo tra i piedi ci impone di diffondere la notizia per informare e fare
chiarezza sulla questione:
se il pensionato che ogni mese riceve la sua
pensione dall'INPDAP non comunica entro
il 10 ottobre - per iscritto - che non vuole pagare il suddetto
contributo, l'INPDAP glielo applicherà d'ufficio, anche se poi quel pensionato di 80 anni non chiederà mai alcun
prestito oppure, chiedendolo, non gli daranno alcunché!
Se
avete genitori, amici, parenti la cui pensione è pagata dall'INPDAP, chi
crede può dire loro di spedire tramite RACCOMANDATA A\R
l'allegata lettera in cui il pensionato comunica la sua contrarietà a questo
ulteriore contributo (allo scopo di evitare ogni ambiguità interpretativa, si
può consigliare lo stesso anche per le pensioni di reversibilità, indirette,
inabilità).
Insomma,
cambiano i Governi ma a pagare sono sempre gli stessi,
complice anche una informazione asservita al potente di turno.
Un
altro affare che verrà gestito da banche e società private,
poichè L’INPDAP ha esternalizzato
alcuni servizi per le prestazioni creditizie, con scadimento della qualità
nell’erogazione e penalizzazione per i lavoratori che ne usufruiscono, tenuti per
alcune prestazioni ad ulteriori “balzelli”, oltre al contributo mensile. Tale
operazione costituirà una entrata (dalle tasche dei
lavoratori) di quasi un miliardo di euro l’anno, paragonabile ai fondi (che
dicono di non trovare) per l’abbattimento dello scalone delle pensioni, di cui
tanto si discute ….
Giugno
2007
RdB-CUB PI Università