Sciopero dei precari e
manifestazione nazionale a Roma il 6 ottobre
Assunzione dei lavoratori precari elemento vitale
per un rilancio della Pubblica Amministrazione
Non c’è più
alcun dubbio sulle ricette economiche che il Governo si appresta a tradurre con
dei provvedimenti concreti nella legge Finanziaria nei confronti della Pubblica
Amministrazione. La manovra economica prevede tagli nei i capitoli relativi
alla Pubblica Amministrazione (3 miliardi), Sanità (10 Miliardi) e Enti Locali
(2 miliardi).
Al di là dei
numeri che il ministro Nicolais ha dato in queste settimane rispetto ai precari
impiegati nella Pubblica amministrazione, le proposte che avanzano dai tavoli
di concertazione con Cgil, Cisl e Uil sono per un sostanziale blocco del
turn-over (un assunto ogni quattro lavoratori collocati a riposo) mirato a
stabilizzare solo quei lavoratori utili a ridisegnare una Pubblica
Amministrazione al servizio dell’impresa.
Negli ultimi
anni l’abbiamo dimostrato con i numeri reali - oltre 600 mila compresi i
lavoratori della scuola- che il precariato è cresciuto in maniera
esponenziale in tutta
Nella
confusione che puntualmente si alimenta nei dibatti politici estivi e dopo una campagna elettorale giocata
dal centro-sinistra sulla questione del precariato, Cgil, Cisl e Uil mirano
a imbrigliare e imbrogliare i lavoratori precari. Si deve costringere il
Governo ad un confronto di merito sui provvedimenti legislativi necessari per
stabilizzare davvero i contratti precari.
Vi sono due
elementi fondamentali che devono muovere i lavoratori, gli eletti RSU nella
riuscita dello sciopero dei precari e della manifestazione nazionale del 6 ottobre
a Roma:
-
la questione
relativa ad una occupazione vera e stabile, capace di rimettere al centro il
diritto ad avere un posto di lavoro e di riaffermare così l’unicità del
contratto di lavoro a tempo indeterminato, elemento necessario per un recupero
del potere contrattuale di tutti i dipendenti pubblici;
-
andare ad un
rilancio della Pubblica Amministrazione che necessariamente deve comprendere un
sistema di protezione capace di garantire e tutelare i cittadini, attribuendo
ai lavoratori pubblici quella funzione e quel ruolo che permette il
funzionamento complessivo dello Stato Sociale.
Solo
attraverso una politica capace di mettere al centro la funzione dei lavoratori
pubblici, garanzia di uno Stato sociale capace di rispondere ai bisogni
dei cittadini, si potrà riaffermare la
centralità del lavoro pubblico, rilanciando così anche sul terreno degli
aumenti salariali e della necessità di una nuova organizzazione del lavoro che
tenga conto di nuove dotazioni organiche, in grado così di ridefinire i carichi
di lavoro, che sono sempre più insostenibili e insufficientemente retribuiti.
RdB/CUB
Pubblico Impiego