Questione “ Pensioni”: uno dei motivi per scioperare

 

La prima contro-riforma delle pensioni risale al cosiddetto “Governo tecnico” presieduto da Dini che, con l’appoggio del centro-sinistra e dei sindacati confederali CGIL, CILS e UIL, adottò nel 1995 la Legge n. 335. Tale legge ha frantumato il fronte di lavoratori introducendo – soprattutto per le nuove generazioni - un nuovo sistema di calcolo delle pensioni definito <sistema contributivo>.

Il sistema contributivo si fonda, fra l’altro, sull’applicazione di una “aliquota di computo” del 33% da applicarsi sulla retribuzione utile a fini pensionistici: va da sé che con gli stipendi mediamente previsti per un lavoratore è facile immaginare i risultati sull’importo della pensione così calcolata!

 

Il sistema contributivo è, infatti, un metodo di calcolo che garantisce la classe dirigente nonché, più in generale, i redditi alti, non certo i lavoratori e le loro famiglie

 

Ad esempio: un dirigente di più elevato grado, con una retribuzione stimata annua attorno ai 200.000,00 euro, con soli 5 anni di servizio (sistema contributivo), è in grado di avere a 57 anni d’età, una pensione di almeno 17.000,00 euro all’anno.

 

Anche un quotidiano apertamente schierato in favore di un ulteriore peggioramento delle normative pensionistiche come il “Sole 24 Ore” ha già stimato che - con il sistema contributivo - si ottiene una pensione il cui importo varia dal 40% al 50% (ben che vada) rispetto all’ultimo stipendio percepito dal lavoratore. E sono in pochi ad avere uno stipendio da dirigente… !

 

PER QUESTO MOTIVO LA C.U.B. e L’U.S.I CHIEDONO IL RIPRISTINO DEL METODO DI CALCOLO RETRIBUTIVO PER TUTTI I LAVORATORI: PER AVERE UNA PENSIONE PARI ALMENO AL 80% DELL’ULTIMO STIPENDIO!

 

Per i POTERI FORTI la già pesantissima contro-riforma del 1995 non basta più. OGGI L’ATTUALE GOVERNO:

 

·        si prepara ad innalzare l’età minima per poter andare in pensione, portandola dagli attuali 57 ai 60 anni d’età, per poi elevarla ancora a 61 dal 2010: in pratica si va verso i 65 anni come età minima per poter maturare diritto a pensione. In una società in cui, dalla sera alla mattina, le imprese trasferiscono intere produzioni in Paesi del Terzo Mondo per sfruttare ancora di più la manodopera, generazioni di cinquantenni non raggiungeranno mai il diritto alla pensione!;

·        per i lavoratori collocati in mobilità o destinatari dei fondi di solidarietà si prevede di mantenere l’attuale normativa – 57 anni d’età per poter andare in pensione – solo per le prime 10.000 domande di pensionamento e, comunque, solo se l’accordo sindacale sia stato stipulato entro il 29\02\2004! Infatti si dispone che l’INPS non prenda in esame ulteriori domande di pensionamento: è incredibile!

·        Si va verso lo scippo del T.F.R (Trattamento di Fine Rapporto) che, con la regola del “silenzio-assenso”, consentirà di gestire la grande torta della previdenza complementare e dei fondi pensione.

 

PER QUESTO C.U.B e U.S.I ti chiedono di aderire allo

 

                 SCIOPERO GENERALE NAZIONALE di VENERDÍ 12 MARZO ‘04

 

CUBConfe              Confederazione Unitaria di Base - USI – Unione Sindacale Italiana