Uno sciopero Non vale l’altro

 

Il 21 ottobre i sindacati di base, Cub in testa, scioperano contro la legge finanziaria.

Era uno sciopero indetto fin dal 24 settembre. Dopo molte incertezze i sindacati concertativi alcuni giorni fa, il 10 ottobre, hanno a loro volta indetto uno sciopero, per il 25 novembre, di quattro ore, con articolazioni sul territorio ancora da definire. Sembrerebbe dunque che ci siano due scioperi contro la finanziaria. Qualcuno, pur rammaricato del fatto che ancora una volta i concertativi hanno spostato la data dello sciopero rispetto a quella già fissata da noi, potrebbe consolarsi dicendo “sciopera con chi vuoi, ma sciopera

Noi non lo diciamo.

Mai come questa volta l’aver scelto una data diversa ci trova d’accordo con Cgil-Cisl-Uil.

Sono due scioperi troppo diversi per finalità e ispirazione.

Mai come questa volta non è indifferente quale sciopero si sceglie di fare

Basta leggere il volantino con il quale i concertativi del pubblico impiego attaccano la legge finanziaria per rendersi conto delle enormi differenze rispetto alla nostra piattaforma.

I concertativi attaccano i miseri stanziamenti, lo 07%, per i contratti pubblici, ma fanno finta di dimenticare che solo pochi mesi fa, il 27 maggio, firmavano con il governo un accordo sul pubblico impiego che stanziava per il 2006 proprio quella cifra! Qui non solo si grida quando i buoi sono già scappati, ma chi grida fa parte di coloro che li hanno fatti scappare!

·         Ci si lamenta del rischio che venga bloccata la contrattazione integrativa, ma sempre ai margini dell’accordo da loro firmato il governo aveva già detto che sarebbe stata bloccata.

·         Si contesta l’ennesimo blocco delle assunzioni e il taglio delle risorse per i precari, ma sempre nell’accordo da loro firmato questo era ciò che il governo aveva annunciato.

·         Infine, si chiede a gran voce (testuale) ”di far decollare la previdenza integrativa anche nel pubblico impiego”. Vale a dire trasferire il TFR, con il silenzio-assenso, nei fondi chiusi.

 

NOI NON ABBIAMO FIRMATO l’accordo di maggio perché le risorse stanziate erano miserevoli. Lontanissime dal coprire l’inflazione.

NOI NON ABBIAMO FIRMATO perché sapevamo che ci sarebbe stato un nuovo blocco delle assunzioni e che centinaia di migliaia di precari sarebbero stati a rischio.

NOI NON CHIEDIAMO di scioperare perché venga tolto ai lavoratori il TFR, come chiedono CgilCislUil, ma perché ognuno possa conservarlo e vederlo aumentare di valore secondo la legge attuale.

Come si vede su quasi tutti i punti ci sono differenze abissali.

Ognuno è libero di scegliere gli scioperi che vuole come di non scioperare affatto.

 

Si può non scioperare e questo, bisogna esserne consapevoli, verrà interpretato dal governo come un assenso alla sua politica sociale in tema di pubblico impiego.

Si può scioperare con CgilCislUil e questo verrà interpretato (non solo da loro!), come un sostegno alla loro politica. Un sostegno ad accordi come quello di maggio. Un sostegno soprattutto alle loro richieste in merito al trasferimento forzoso del TFR.

Si può scioperare il 21 ottobre con il Sindacalismo di Base. Per un salario degno di questo nome. Contro la politica degli accordi a perdere. Contro lo scippo del TFR. Per l’assunzione di tutti i precari. Per una vita non dominata da banchieri e padroni di qualsiasi colore.

 

OGNUNO SCELGA LIBERAMENTE DA CHE PARTE STARE.

NOI TI CONSIGLIAMO DI STARE DALLA TUA PARTE.

 

13.10.2005                                                                              RdB CUB   Pubblico Impiego