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RAPPRESENTANZE
SINDACALI DI BASE
CONFEDERAZIONE
UNITARIA DI BASE RdB/CUB
Bologna, il 15 febbraio ’02, ha vissuto una giornata
di blocco dei trasporti, dei nidi e di molti altri servizi non solo del
pubblico impiego. Tanti sono stati i lavoratori di Telecom e Tim che avendo già
vissuto la privatizzazione del proprio contratto di lavoro e scontando ora
tutti i costi della precarizzazione, hanno deciso di incrociare le braccia
contro una riforma che non fa altro che estendere le loro pessime condizioni di
lavoro a tutti gli altri settori.
Lo sciopero ha raggiunto il 90% di adesioni dei
dipendenti in servizio presso l’ATC di Bologna che hanno poi partecipato alla
manifestazione cittadina. Oltre ai contenuti più generali del no alla riforma
del mercato del lavoro questi lavoratori continuano a ribadire con forza il
loro no al ricorso sempre più massiccio ai lavoratori interinali rivendicando
inoltre l’assunzione a tempo indeterminato dei tanti precari in servizio presso
l’Azienda. Un no sempre più deciso anche alla esternalizzazione delle linee
(che già in parte sono passate in gestione a società legate alla Lega delle
Cooperative).
L’Ateneo Bolognese ha visto la chiusura di parecchi
servizi e un’adesione che si può quantificare intorno al 70-80% dei dipendenti.
Sono state oltre 1300, tra le quali circa 150 studenti (le stime si aggiravano intorno alle 600), le persone che da Bologna sono partite nella notte del 15 per raggiungere Roma e partecipare alla grossissima manifestazione nazionale. Oltre 150.000 persone che in corteo hanno percorso tutta la città.
Tutti insieme, lavoratori pubblici e privati, a dire
no al peggioramento delle condizioni di lavoro e allo smantellamento dello
stato sociale, mentre CGIL, CISL e UIL ancora discutono e ancora pensano che
non sia tempo per lo sciopero generale.
I lavoratori però li hanno smentiti.
Dobbiamo riconoscere di aver apprezzato molto che
parte della UIL aziendale, forse unico caso a livello nazionale (giusto per
fare un nome il nostro simpatico collega Rampioni, pur dovendosi togliere la
giacca di segretario), abbia aderito a
questo sciopero. Sui contenuti, quando davvero si sta dalla parte dei
lavoratori, i risultati si vedono. Speriamo tanto che questo sia un monito per
il prossimo futuro perché non ci stancheremo mai di ribadire che sui contenuti,
quando gli obiettivi tendono al miglioramento delle condizioni di lavoro, si
può sempre trovare un accordo, al di là delle sigle.
Fare sindacato significa questo. Tutto il resto è qualcos’altro.
La riuscita di
questo sciopero fa emergere con grande forza quanto le regole e le normative
antidemocratiche cercano di nascondere: una grande parte dei lavoratori è realmente
rappresentata dal sindacalismo di base e non si riconosce nella politica
concertativa di CGIL, CISL e UIL.
Qualche
quotidiano nazionale ha scritto: “E’ sceso in piazza il quarto sindacato”.
E’ proprio così e anche l’Ateneo di Bologna ne deve
prendere atto.
I risultati elettorali e l’adesione a questo
sciopero obbliga ora l’Amministrazione a confrontarsi in tutte le sedi e a
tutti i livelli anche con RdB.
Non può l’Amministrazione continuare a lasciare
fuori dalle sedi di discussione politica sui piani di riorganizzazione
aziendale la maggioranza dei lavoratori di questo ateneo.
Chiediamo solo un atto di democrazia da parte dei
nostri amministratori.
Per RdB Pubblico Impiego
Antonella Zago