Altro che addio alle armi.

Nomi e cifre del business Italia-USA

Le modifiche intervenute negli ultimi tre anni nel settore pubblico della difesa - che hanno visto la svolta italiana verso l'apparato militare-industriale americano - sono considerevoli. Unico caso da anni, il settore pubblico - attraverso la Finmeccanica - ha acquisito alcune industrie private: Marconi Mobile, Fiat Avio, Telespazio, Aermacchi. Allo stesso tempo è cambiata abbastanza la geografia delle società.

 

Aeronautica. Nel settore la Finmeccanica ha poco più di 9.000 addetti e tre società: Alenia Aeronautica, Aermacchi (nel 2003 la quota Finmeccanica in questa società, che fa velivoli da addestramento, è salita al 92%, avendo acquisito il 66,6% per 160 milioni di euro) e le Officine Aeronavali (revisione e trasformazione aeromobili).

 

Spazio. Cinque le società in questo settore: Alenia Spazio, telespazio, Laben, Space Software Italia, Quadrics.Circa 4.000 i dipendenti.


Elicotteri. Settore di nicchia nel quale la produzione italiana è sempre stata molto competitiva, attualmente affidato alla joint-venture Agusta-Westland, che ha 4.500 dipendenti in Italia e altrettanti in Gran Bretagna. L’Augusta sarebbe in procinto di acquisire il tutto.


Elettronica per la difesa. Negli ultimi anni dentro la Galileo Avionica sono confluiti la Fiar (sistemi radar e missilistici, apparati elettronici) e la Meteor (velivoli telecomandati). Con l'aqcuisizione della Marconi Mobile Holdings nel 2002 è nata la Marconi Selenia Communications, che va ad affiancare la Alenia Marconi Systems, joint-venture con gli inglesi di BaeSystems (dai radar ai sistemi di comando, dal controllo aereo alle reti integrate). Oltre 11.000 addetti.

 

Sistemi di difesa. Qui arriviamo alla guerra-guerra: sistemi di arma terrestri, navali e aeronautici (Oto Melara), siluri e sistemi d'arma sottomarini (Wass), partecipazione alla Mbda (in joint-venture con l'inglese Bae e la Eads).

Fiat Avio. Della alleanza con Carlyle per rilevare dalla Fiat il settore aerospaziale c'è scarsa traccia nei documenti ufficiali. Certo è che Finmeccanica ha il 30%, mentre il fondo d'investimento americano - che ha nel board il clan Bush e gestisce tra gli altri il patrimonio della famiglia di Osama bin Laden - precisa qualcosa nel suo sito. In particolare, scrive che Finmeccanica «come partner industriale» avrà un posto nel board e avrà diritti di voto «in accordo alla corporate governance». In ogni caso «sarà coinvolta» nelle decisioni sulla strategia. Bontà loro.

Questi sono soli alcuni esempi di come le multinazionali non guardano in faccia a nessuno pur di fare i loro affari e quello che viene proposto in questa giornata è solamente una facciata che vuole mostrare l’azienda come pulita e come possibilità di impiego. A quale prezzo e su chi?

Per questo ti invitiamo a riflettere prima di consegnare il tuo curriculum!

comitato contro la guerra - università di roma tor vergata   controguerratorverga@libero.it