Perché Una Campagna Contro La Procter&Gamble?

 

Da alcuni anni è in atto una campagna mondiale contro la Procter & Gamble, multinazionale chimica simbolo dello sfruttamento industriale. Quest’anno, oltretutto, è stata anche inserita nell’elenco delle società da contrastare, perché finanziatrice della guerra.
Sono decine i marchi coi quali vende i suoi prodotti, molti dei quali notissimi e leader nei rispettivi settori. L’elenco è il seguente, per chi voglia partecipare al boicottaggio, assolutamente auspicabile:
 
Ritagliatelo, divulgatelo e consultatelo prima di fare la spesa.
 
Ace, Apc, Ariel, Asciugatutto, AZ, Baleno, Bolt, Boss, Bounty, Camay, Clearasil, Dash, Demak’up, Dignity, Dora, Douss Douss Intima, Eukanuba, Experience, Febreze, Gentile, Head&Shoulders, Iams, Infasil, Intervallo, Keramine H, Kukident, Laura Biagiotti, Lenor, Lines, Linidor, Mastro Lindo, Max Factor, Medinait, Milton, Mister Verde, Napisan, Nelsen, Noxzema, Oil of Olaz, Pampers, Pantene, Poffy, Polin, Pringles, Può, Senz’acqua, Spic&Span, Swiffer, Tampax, Tempo, Tide, Topexan, Tuono, Viakal, Vicks, Victors, Zest.
 
La Procter & Gamble è una multinazionale d’origine statunitense, che opera in più di 140 paesi.
Per capitalizzazione di borsa è classificata al 14° posto della graduatoria mondiale, con 114 miliardi di euro. Impiega circa 110.000 persone. Partita nel 1837 con le saponette, nei decenni successivi si è estesa ai detersivi, ai dentifrici, ai pannolini, per comprendere poi i farmaceutici, i cosmetici ed i prodotti alimentari. È stata tra le prime aziende a sfruttare appieno le potenzialità della pubblicità per incrementare le vendite: a Procter & Gamble si deve, per esempio, anche la realizzazione delle prime “soap opera”, le trasmissioni radiofoniche e televisive pensate per essere contenitori della propria pubblicità rivolta alle massaie. Oggi il fatturato proviene da detersivi (30%), prodotti in carta e cellulosa (30%), prodotti per l’igiene personale (19%), cibi e bevande (11%) e altro (10%).
In Italia, dove fattura circa 1,5 miliardi, opera attraverso varie società fra cui: Procter & Gamble Italia spa, P&G Pharmaceuticals Italia spa, P&G Tissues Italia spa, Rapik spa, Iams Pet Food Int., Fater spa.
 
Animali: “Non si può prescindere dalla sperimentazione sugli animali”: sono parole del responsabile delle relazioni esterne della Procter & Gamble Italia. Ovviamente non è così. Molte aziende nel mondo vendono i loro prodotti non testati con la vivisezione, mentre la P&G continua a torturare gli animali nei suoi laboratori.
 
Abuso di potere: fa parte dell’associazione americana Business Round Table che ha lo scopo di fare pressione sul potere politico affinché compia scelte economiche favorevoli alle grandi imprese. Ogni anno compie donazioni ai partiti americani. È citata tre le prime 15 società che finanziano sedicenti associazioni ambientaliste, pronte a difendere tesi favorevoli alle imprese. Ha esercitato forti pressioni sull’ente americano Food and Drug Administration per ottenere autorizzazioni.
 
Ambiente: È responsabile di una delle maggiori fonti di rifiuti del mondo: i pannolini. Negli USA ne sono utilizzati 16 miliardi l’anno, pari al 2% della spazzatura prodotta nel paese.
Ha patteggiato con l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli USA le misure da assumere per regolarizzare varie situazioni anomale in alcuni stabilimenti. Nel 96 una fuoriuscita di oli minerali nello stabilimento irlandese di Nenagh ha contaminato vari pozzi. Nel 97 ha sostenuto l’associazione Keep American Beautiful creata dalle industrie di imbottigliamento con lo scopo di non far passare alcuna legge contro le bottiglie usa e getta. Fa parte di WBCSD, un’associazione creata dalle multinazionali per promuovere una falsa idea di sviluppo sostenibile, affinché nell’opinione pubblica si radichi l’idea che l’ambiente si difende facendo crescere la produzione.
 
Vendite irresponsabili: nel 97 ha messo a punto un prodotto di sintesi, denominato “Olestra”, da utilizzarsi come sostituto dell’olio. La Food and Drug Administration ha autorizzato l’uso di Olestra per la produzione di patatine e snacks vari. È stato accertato, tuttavia, che il prodotto può indurre il mancato assorbimento di vitamine liposolubili e può provocare diarrea.
 
OGM: secondo la rivista “Earth Island Journal” e la guida GM Free le patatine Pringles contengono organismi geneticamente modificati.
 
Diritti dei lavoratori: nel 97 otto persone negli Stati Uniti si sono rivolte alla Corte Federale perché discriminati nell’assunzione da Max Factor (marchio di P&G). Nel 98 ha comprato in Russia tre aziende a prezzi stracciati, approfittando della complicità delle autorità, e le ha ristrutturate mettendo a rischio 700 posti di lavoro. Nel 99 ha annunciato la chiusura di 10 impianti, in varie parti del mondo, con il licenziamento di 15.000 dipendenti.
 
Regimi oppressivi: ha filiali in molti Stati non democratici e in cui non sono rispettati  molti diritti umani.
 
Illeciti: nel 97 ha patteggiato assieme ad altre nove multinazionali una multa di 4,2 milioni di dollari con l’Antitrust degli Stati Uniti per non aver distribuito tutti i buoni annunciati durante alcune promozioni.
 
Pubblicità: spende in Italia circa 220 milioni l’anno in pubblicità, prima società non alimentare. In tutto il modo circa 5,5 miliardi. È stata condannata dal Giurì dello IAP per avere violato il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria per una pubblicità del prodotto Mastro Lindo.
 
In generale le etichette sono poco chiare e forniscono poche informazioni.
 
Ha finanziarie nei paradisi fiscali, tra cui Bermuda e Antille Olandesi.
 
 
Nonostante questi esempi di sfruttamento sociale, ambientale ed animale, adesso la P&G tenta addirittura di crearsi un’immagine buonista con la patetica campagna propagandistica del detersivo Dash, che fa l’elemosina ai bambini negli ospedali.
 

Per questo ti invitiamo a riflettere prima di consegnare il tuo curriculum!

 

comitato contro la guerra - università di roma tor vergata

 controguerratorverga@libero.it