Produttori di morte cacciati dal forum di ingegneria

 

Con massiccia propaganda cercano di convincerci che i diritti sul lavoro non possono essere conquistati, che la guerra non può essere eliminata, che non abbiamo altra scelta se non accettare che l’università sia complice dello sfruttamento, dell'oppressione, della guerra.

 

Eppure non smettiamo di chiedere che l’università sia invece pubblica e laica, luogo di elaborazione di sapere critico e di emancipazione, aperta a tutte/i ma chiusa alla guerra e a chi ci lucra sopra.

 

Da anni ci battiamo perché sia tagliata ogni collaborazione tra il nostro ateneo e le ditte belliche: non ci stancheremo di denunciare come le 1200 firme a sostegno della proposta di vincolare a fini civili la ricerca che si svolge a Tor Vergata siano state ignorate dal senato accademico.

 

In questi giorni abbiamo di nuovo contestato il forum che si tiene a ingegneria. Già lo scorso anno, con la partecipazione delle studentesse e degli studenti che si sono rifiutate/i di consegnare il curriculum alle imprese belliche, la nostra contestazione ha ottenuto un risultato importante e positivo: la DATAMAT, un’azienda produttrice di armi, e la Vitrociset, candidata agli appalti per la “ricostruzione” - cioè lo sfruttamento - dell’Iraq non sono state riinvitate.

 

Oggi contestiamo la presenza all’università dell’ENI, che grazie all’occupazione italiana di Nassiriya partecipa alla spartizione del bottino di guerra in Iraq accaparrandosi 2 miliardi di barili di petrolio; e della Marconi-Selenia, che non ha neanche il pudore di venire a fare pubblicità alle proprie attività di progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi per velivoli militari da combattimento.

La nostra determinazione ci ha permesso di conseguire un’altra vittoria: il secondo giorno del forum l’ENI non si è ripresentata!

 

Cercano di farci dimenticare che cosa significano diritto allo studio e diritto al lavoro, di convincerci che studio e lavoro siano privilegi da comprare con tasse, diplomi, master e stages (se te li puoi permettere). Cercano di imporci un lavoro servile invece che dignitoso, di farci rinunciare al diritto di vivere in un ambiente sano, cercano di costringerci a diventare complici dell’orrore.

Ma noi siamo più decisi che mai a non arruolarci, a non rinunciare ad agire consapevolmente nel mondo e nel nostro posto di lavoro e di studio.

 

Contribuisci anche tu alla nostra lotta!

Il comitato contro la guerra di “Tor Vergata” si riunisce tutte le settimane; per essere informata/o su data e luogo delle riunioni e delle iniziative basta iscriversi alla nostra mailing-list: lo puoi richiedere anche scrivendo a controguerratorverga@libero.it

Ti aspettiamo.

 

comitato contro la guerra – università di Roma “Tor Vergata”

controguerratorverga@libero.it

giugno 2004