GUERRA ALL’IRAQ: LE DOMANDE CHE NESSUNO
OSA CHIEDERE
di Ron Paul
Il contributo che pubblichiamo di seguito
nella traduzione italiana è stato scritto il 10 settembre da Ron Paul, parlamentare
Usa repubblicano eletto in Texas, da sempre contrario alla guerra all’Iraq
(vedi Notizie dal Ponte no. 2, 8-9 e 13-14) e strenuo sostenitore della
necessità di un voto da parte del Congresso.
Speriamo di avere presto delle audizioni sulla guerra
all’Iraq che incombe. Sono preoccupato che ci siano
domande che non verranno fatte e che forse non verrà neanche consentito fare.
Ecco alcune delle domande a cui vorrei
che rispondessero coloro che ci stanno spingendo a dare inizio a questa guerra.
- Non è vero che il motivo per il quale non bombardammo
l’Unione Sovietica al culmine della Guerra Fredda era che sapevamo che poteva
reagire?
- Non è vero anche che adesso siamo disposti a bombardare l’Iraq
perché sappiamo che non può reagire – il che conferma che non
esiste nessuna minaccia reale?
- Non è vero che coloro che sostengono che
anche con le ispezioni non possiamo essere sicuri che Saddam
Hussein non nasconda armi, suggeriscono al tempo stesso che possiamo esser
più sicuri che le armi esistano in assenza di ispezioni?
- Non è vero che l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica
dell’Onu è stata in grado di completare la sua missione annuale di
verifica in Iraq proprio quest’anno con la cooperazione dell’Iraq?
- Non è vero che l’intelligence internazionale non è stata in grado di sviluppare un caso che colleghi
minimamente l’Iraq al terrorismo globale, meno che mai agli attacchi dello
scorso anno contro gli Stati Uniti? Qualcuno ricorda che 15 dei 19
dirottatori venivano dall’Arabia Saudita e che nessuno veniva dall’Iraq?
- L’ex capo dell’antiterrorismo della CIA, Vincent Cannistraro, si
sbagliava quando ha detto di recente che non esistono prove confermate di
collegamenti fra l’Iraq e il terrorismo?
- Non è vero che la CIA ha concluso che non
ci sono prove che sia avvenuto un incontro a Praga fra il dirottatore
dell’11 settembre Atta e l’intelligence irachena?
- Non è vero che il nord dell’Iraq, dove l’Amministrazione sostiene
che si nasconde al Qaeda, è sotto il controllo dei nostri
"alleati", i kurdi?
- Non è vero che la grande maggioranza dei
leader di al Qaeda che sono fuggiti sembra si siano messi al sicuro in
Pakistan, un altro dei nostri cosiddetti alleati?
- Qualcuno ha notato che l’Afghanistan sta precipitando rapidamente
nel caos totale, con bombe e assassinii che diventano avvenimenti
quotidiani, e che, secondo un recente rapporto dell’Onu, al Qaeda "è,
a detta di tutti, viva e vegeta e pronta a colpire di nuovo, come, quando
e dove sceglierà"?
- Perché stiamo distogliendo risorse militari e di intelligence
preziose dalla ricerca di coloro che hanno attaccato gli Stati Uniti – e
che possono nuovamente attaccarli – per usarle per invadere paesi che non
hanno attaccato gli Stati Uniti?
- Un attacco all’Iraq non confermerebbe i peggiori sospetti del mondo
arabo sugli Usa, e non è quello che voleva bin
Laden?
- Come può Saddam Hussein essere paragonato a Hitler quando non ha
marina o aviazione, e adesso ha un esercito che è 1/5 di quello di 12 anni
fa, che anche allora si dimostrò del tutto incapace di difendere il paese?
- Non è vero che il potere costituzionale di dichiarare guerra è
esclusivamente quello del Congresso?
- I presidenti, in contrasto con la Costituzione, dovrebbero
consentire l’accordo del Congresso solo sotto la pressione dell’opinione
pubblica? Ai presidenti è consentito affidarsi alle Nazioni Unite per
avere il permesso di andare in guerra?
- Siete al corrente di un rapporto del
Pentagono sulle le accuse secondo le quali gli iracheni avrebbero
"gassato" migliaia di kurdi in un villaggio, che non ha trovato
prove inoppugnabili della responsabilità irachena, e al corrente del fatto
che l’Iran occupava proprio la città in questione, e che le prove
indicavano che il tipo di gas usato era più facilmente controllato
dall’Iran e non dall’Iraq?
- Non è vero che dai 100.000 ai 300.000 soldati Usa hanno sofferto
della Sindrome del Golfo dalla prima guerra del Golfo, e che migliaia
possono essere morti?
- Siamo preparati all’eventualità di migliaia di vittime americane in
una guerra contro un paese che non ha la capacità di attaccare gli Stati
Uniti?
- Siamo disposti a sostenere l’onere economico di una guerra da 100
milioni di dollari contro l’Iraq, con i prezzi del petrolio che si prevede
andranno alle stelle e scuoteranno ulteriormente una economia
americana già traballante? E che dire della previsione dei 30 anni di occupazione dell’Iraq che alcuni hanno stimato
necessari per "costruirvi la democrazia"?
- Le presunte violazioni di risoluzioni dell’Onu da parte dell’Iraq vengono addotte come motivo per iniziare un attacco,
tuttavia non è vero che centinaia di risoluzioni Onu sono state ignorate
da vari paesi senza sanzioni?
- L’ex Presidente Bush non ha citato la risoluzione Onu del 1990 come
il motivo per cui lui non poté entrare a
Baghdad, mentre coloro che sostengono un nuovo attacco asseriscono che è
proprio la ragione per cui possiamo entrare a Baghdad?
- Non é vero che, contrariamente alle affermazioni attuali, le no-fly
zone vennero istituite da Gran Bretagna e Stati
Uniti senza una approvazione specifica delle Nazioni Unite?
- Se rivendichiamo l’appartenenza alla comunità internazionale e ci
adeguiamo alle sue regole solo quando ci fa comodo, questo non serve a indebolire la nostra posizione, indirizzando
animosità nei nostri confronti da parte sia di amici che di nemici?
- Come può il nostro obiettivo dichiarato di portare la democrazia in
Iraq essere credibile quando sosteniamo dittatori in tutto il Medio
Oriente e appoggiamo tiranni militari come Musharraf in Pakistan, che ha
rovesciato un presidente eletto democraticamente?
- Avete familiarità con le audizioni del Senato del 1994 che hanno
rivelato che gli Usa fornirono consapevolmente materiali chimici e
biologici all’Iraq durante la guerra Iran-Iraq e fino al 1992 – anche dopo
il presunto attacco iracheno con i gas a un
villaggio kurdo?
- Non abbiamo aiutato l’ascesa al potere di Saddam Hussein,
appoggiando e incoraggiando la sua invasione dell’Iran? E’ onesto
criticare Saddam adesso per la sua invasione dell’Iran, che noi all’epoca
abbiamo sostenuto attivamente?
- Non è vero che guerra preventiva è sinonimo di atto
di aggressione, e non è mai stata considerata una politica Usa morale o
legittima?
- Perché i dirigenti delle società petrolifere sostengono fortemente questa guerra se il petrolio non è la vera
ragione per cui intendiamo occupare l’Iraq?
- Perché coloro che non hanno mai indossato una divisa e sono sicuri
che non dovranno combattere personalmente questa guerra sono più
impazienti di farla dei nostri generali?
- Qual è la ragione morale per attaccare una nazione che non ha
iniziato una aggressione contro di noi, e non
potrebbe anche se volesse?
- In che punto la Costituzione ci dà il
permesso di far guerra per ragioni diverse dall’autodifesa?
- Non è vero che una guerra contro l’Iraq rigetta i venerandi principi
del Trattato di Wesfalia, di circa 400 anni fa, secondo cui un paese non
dovrebbe mai attaccare un altro allo scopo di cambiarne il regime?
- Non è vero che più una società è civilizzata, meno è probabile che
i disaccordi vengano composti con la guerra?
- Non è vero che dalla Seconda Guerra Mondiale il Congresso non ha
dichiarato guerra e – non per caso – da allora non abbiamo avuto una
vittoria netta?
- Non è vero che il Pakistan, specialmente attraverso i suoi servizi
segreti, era un sostenitore attivo e un organizzatore principale dei
Talibani?
- Perché coloro che vogliono la guerra non portano una risoluzione con una
dichiarazione di guerra formale davanti al Congresso?