NESSUN “GRAZIE” DA CHI VENDE GUERRA!

 

C’è una pubblicità nella quale un tizio fa la spesa ed è, per questo, ringraziato da tutti. “Fa muovere l’economia”, ci dice una voce fuori campo.

L’unica che non lo ringrazia è la madre, guarda caso la destinataria della spesa. L’anziana donna prende la borsa e chiude. Senza ringraziare. Lui ci resta male, ma lei quella spesa l’aspettava. Era il suo stretto necessario.

 

Se tutti noi che ci sentiamo contro ogni guerra, cominciassimo a fermarla, questa economia che delle guerre, invece, ha tanto bisogno… che ci fa desiderare il superfluo, attraverso i suoi subdoli e persuasivi mezzi… e cominciassimo a chiedere solo il necessario, negandoci al finto desiderio, negandoci a questa logica dell’acquisto a tutti i costi, potremmo dare seguito alla nostra protesta. Una protesta che diverrebbe efficace, perché attiva, costante e attenta.

 

Niente più tre per due, due per uno, saldi o rateizzazioni a tasso zero!

 

Se la guerra colpisse noi, le nostre case, le scuole, le fabbriche e gli ospedali e le strade e le ferrovie e i ponti, non avremmo bisogno che dello stretto necessario. Pane, latte, uova, verdure, magari un quaderno per i bambini… Riflettiamo su questo.

Per noi sarebbe solo una prova, ma per tanti nostri coinquilini della Terra è la tragica realtà, da troppo tempo! Possibile che non sappiamo più rinunciare ai messaggi telefonici, alla tv, alle auto, ad acquistare un maglione, un pantalone, quel bel video registratore,  oppure piatti, bicchieri, giocattoli, inutili oggetti fatti di plastica, quindi col  petrolio, la causa principale delle guerre?

Possibile non siamo pronti a qualche piccola rinuncia che può dare un grande risultato? Tanto grande, da indurre chi pensa solo al profitto, a metterlo in relazione con la pace, quindi contro ogni guerra?

Smettiamo, per protesta nei confronti della logica guerrafondaia che caratterizza i nostri governi, di acquistare prodotti e sentirci dire “grazie!”.

 

Colpiamoli nell’unica parte sensibile… il portafoglio!

 

Appena per qualche mese, a partire da subito, tanto da mandare un segnale forte, efficace, inequivocabile. Pronti a continuare, se necessario…

 

Proviamoci insieme.  E chissà, magari, quella pubblicità potrebbe cambiare.

Tutti guardano perplessi il tizio che non compra più niente, nessuno lo ringrazia, tranne la madre. Che, con un bellissimo sorriso, gli dice…

 

“Grazie, a nome di tutti coloro che soffrono a causa della guerra!”