Contro il sonno della ragione   

  NO alla guerra!

 

 

 

Noi docenti, lavoratori e lavoratrici non docenti, studenti e studentesse del­l'U­ni­versità di "Tor Vergata" esprimiamo la nostra preoccupazione e la nostra angoscia per il precipitare del pia­ne­ta in una guerra civile globale di durata e proporzioni in­cal­co­labili.

Come esseri umani dotati di ragione e sentimento noi condanniamo ogni atto di ter­­rorismo, che stronca vite innocenti e mira ad innescare una spirale di guerra, così co­­me condanniamo tutte le guerre che ormai coinvolgono soprattutto le popolazioni ci­­vili, e uccidono i bambini, le donne e i vecchi in primo luogo, sia nella forma diretta dei bombardamenti e delle distruzioni sia in quella indiretta ed egualmente feroce dei pro­lun­ga­ti em­barghi dei generi di prima necessità.

Come persone raziocinanti noi sappiamo che terrorismo e guerra si combattono an­zitutto con la giustizia e la verità e che non potrà esserci vera pace se noi non lotte­remo per risolvere la miseria crescente del mon­­do povero e l'ingiustizia crescente di quel­lo ricco. 

Come cittadine e cittadini della Repubblica italiana noi ripudiamo la guerra  stru­­mento di offesa alla libertà degli altri popoli o mezzo di risoluzione delle con­tro­ver­­­sie internazionali.

Come uomini e donne di diversi orientamenti ideali, di diverse tendenze poli­ti­che e di diverse convinzioni religiose noi affermiamo che base della convivenza sono il plu­­­ralismo, il riconoscimento della pari dignità delle differenti culture e religioni, non­ché il ri­­spet­toso ascolto di tutte le diversità le quali, senza eccezione, ci ar­ricchi-sco­no.

Come italiani ed italiane, europei ed europee, noi siamo consapevoli che la no­stra stessa identità culturale è plurale e multietnica, essendo essa il frutto di una sin­te­si plu­risecolare fra culture diverse, in primo luogo fra le cul­tu­re e le religioni ebraica, cri­sti­a­­na, islamica; per questo rifiutiamo entrambi i due fon­da­­mentalismi (quello dell'occidente ca­pi­­talistico e quello islamico) e com­­battiamo il razzismo, il fascismo, l'anti­se­mi­ti­smo, la xenofobia, l'omofobia; in mo­­do particolare dobbiamo combattere oggi l'ignoranza e il pregiudizio che si rivol­go­­no contro la comunità isla­mica presente nel nostro paese.

Come democratici e democratiche noi sappiamo che la guerra, fra i suoi flagelli in­­­­numerevoli, comporta anche la limitazione della libertà, e denunciamo che anche nel nostro paese ciò si manifesta sia nei comportamenti delle Forze dell'Ordine con­tro le­gittime manifestazioni di dissenso e protesta, sia in provvedimenti razzisti e di­scri­mi­natori contro gli immigrati in Italia, sia nei toni dei mezzi di comu­ni­ca­­zione di mas­­­sa, dei giornali, delle televisioni.

Come uomini e donne addetti professionalmente allo studio, alla cultura, alla sci­­­enza noi rifiutiamo di sacrificare alla logica della guerra la ricerca e la te­sti­mo­ni­an­za del­­la verità; noi dunque sentiamo il dovere di affermare che anche il terrorismo è in­­terno, e non e­ster­no, al­l'at­tuale globalizzazione capitalistica del mondo, che i suoi peg­­giori espo­nen­ti sono stati a lungo coltivati ed alimentati nel suo stesso seno, che non gli ideali di giustizia e pace ma gli interessi materialissimi delle borse, della fi­nan­­za internazionale, del controllo delle vie del petrolio e delle droga, della pro­du­zio­ne e della vendita delle armi, sono le più vere cause del conflitto che si profila.

Come mémori della storia antica e recente noi sappiamo troppo bene quali tra­ge­­die si preparano quando una società cerca di proiettare all'esterno e fuori di sé, ad­dos­­sandolo ad un "altro", tutto il male che quella stessa società genera dal suo in­ter­no, e conosciamo quali mostruose conseguenze abbia la scelta di stigmatizzare intere co­munità at­tri­bu­endo loro colpe collettive; perciò rifiutiamo di considerare qu­al­­­siasi lotta come la guerra fra "il bene" (noi stessi) ed "il male" (gli altri). 

Come membri della comunità universitaria sentiamo il dovere di riaffermare con­tro la guerra la conoscenza reciproca, la comprensione, la collaborazione sci­en­ti­fi­ca fra popoli e culture diverse; per questo rigettiamo come offensiva, infondata e con­tra­ria alla verità qualsiasi rivendicazione della superiorità di una civiltà e di una sola nei confronti di tutte le altre, e ricordiamo che la nostra civiltà cosiddetta occidentale (per limitarsi al Novecento) ha prodotto fra l'altro due guerre mondiali, il co­lo­nia­li­smo e l'imperialismo, Auschwitz e Hiroshima.

 

Per queste ragioni rivolgiamo un appello a tutti e tutte coloro che vivono e la­vo­rano nelle Università romane ed italiane perché le nostre aule diventino in questi gi­orni luoghi aperti di discussione e di confronto, per opporci alla guerra indagandone le vere cause e squarciando il velo della disinformazione e della propaganda bellica, per combattere il sonno della ragione che genera  mostri.

A tal fine proponiamo di trasformare almeno un’ora delle nostre lezioni in un libero dibattito sui problemi della guerra e della pace.

 

 

Ottobre 2001                                                            Il Comitato contro la guerra

                                                                            Università Tor Vergata

 

 

 

(Seguono firme)