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pubblicato il 21 Novembre, 2024

Per noi di USB è sempre opportuno ricordare che l’Università è un Sistema, complesso e in cui operano diverse componenti. Oltre a docenti, ricercatori e studenti, operano, spesso nell’ombra, i lavoratori del Personale Tecnico, Amministrativo e Bibliotecario.

Riteniamo indispensabile, per il buon funzionamento del sistema universitario, che in ogni analisi, progetto e/o iniziativa siano sempre considerate anche l’efficienza, la soddisfazione e il benessere di tutte le parti che lo compongono, docenti e PTAB.

Per questo, se si mira a incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario tramite il rafforzamento dell’ organico, parlare solo dei docenti, risulterebbe riduttivo e inefficace rispetto alle finalità che si intendono perseguire. Si deve pensare ad un rafforzamento contestuale anche della componente del Personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario.

Un rafforzamento da praticare attraverso sia la stabilizzazione dei tanti precari creatasi per rispondere al PNRR, sia da un piano straordinario di reclutamento del Personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario in deroga ai limiti previsti dalle attuali norme sul turn-over.

Sul piano economico salariale, da parte nostra sottolineiamo un’altra anomalia che penalizza il Personale TAB degli atenei.

Infatti per questi lavoratori, che contribuiscono a tutti gli effetti a tutte le attività delle università, non ultime quelle in ambito PNRR, non solo non sono previste particolari risorse aggiuntive, ma ancor peggio permane l’obbligo di tagliare i fondi accessori per incentivare il personale ad un valore pari a quello del 2016.

Se anche ci fossero le risorse, queste non possono essere distribuite, per una norma decisamente datata.

Di fatto, in questo modo, è impedita la possibilità per i lavoratori di accedere anche alle stesse risorse che hanno contribuito ad ottenere con il proprio impegno.
 

PUNTI PROGRAMMATICI

1)  SALVAGUARDIA DELLA DIMENSIONE PUBBLICA DELL’UNIVERSITÀ: tutela delle finalità pubbliche e reinternalizzazione dei servizi.

2)  MAGGIORI INVESTIMENTI PER IL SISTEMA PUBBLICO UNIVERSITARIO: abolizione dei punti organico, assunzioni e stabilizzazione dei precari per adeguare l’organico ai carichi di lavoro, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.

3)  MAGGIORI RISORSE PER IL PERSONALE UNIVERSITARIO: adeguamento salari all’inflazione reale e riequilibrio con le retribuzioni degli altri Enti del Pubblico Impiego.

4)  DIFESA E RILANCIO DEL SALARIO ACCESSORIO.

5)  RICONOSCIMENTO DELLA CRESCITA PROFESSIONALE in prevalenza sulla base dell’anzianità di servizio e, se proprio deve esserci una valutazione, effettuarla sulla performance organizzativa anziché su quella individuale.

6)  RIEQUILIBRIO DEL PESO DEL PERSONALE TAB IN UNIVERSITÀ: sia in termini numerici rispetto al personale docente, sia in termini di rappresentanza elettiva e di ponderazione del voto negli Organi accademici.

7)  MENO ORE LAVORATE A PARITA’ DI STIPENDIO

8) ISTITUZIONE DI UN COMPARTO CONTRATTUALE OMOGENEO (UNIVERSITÀ, RICERCA E AFAM).

9) DEMILITARIZZAZIONE DELLE UNIVERSITÀ: nella didattica, nella ricerca e nella Terza missione.

Ottobre 2024

USB PI – Università

♦ Allegati:  Piattaforma_programmatica_USB_Universita_2022-24.pdf

pubblicato il 16 Gennaio, 2025

Care colleghe, cari colleghi,

le elezioni RSU rappresentano un momento cruciale per la nostra comunità lavorativa.

È l’occasione per scegliere chi ci rappresenterà e difenderà i nostri diritti sul posto di lavoro.

Per questo motivo, l’Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego (USB Pubblico Impiego) invita tutti voi a considerare la possibilità di candidarvi come rappresentanti.

Chi siamo?

Siamo la principale sigla sindacale di opposizione allo status quo, radicata da anni in tutto il Paese, in tutte le categorie e in quasi tutti i settori del mondo del lavoro.

Cosa abbiamo fatto?

  • A livello nazionale abbiamo, in assoluta solitudine, indetto nel settore due scioperi nazionali per rilanciare la nostra azione sindacale a favore di chi lavora nelle università di tutta Italia.  
  • Abbiamo incontrato e discusso con senatori e deputati  in Parlamento e con la Ministra Bernini al MUR, illustrando le nostre proposte.
  • Abbiamo portato il disagio del personale sottopagato delle università su ogni tavolo possibile.

Perché candidarsi con USB?

  • Impegno e dedizione: USB è sinonimo di impegno costante nella difesa dei diritti dei lavoratori. Noi non siamo interessati a compromessi al ribasso. Siamo contrari al falso modello meritocratico che premia clientele e alimenta la guerra fra poveri.
  • Formazione e supporto: Offriamo formazione e supporto continuo ai nostri candidati, per garantire che abbiano tutte le competenze necessarie per rappresentare al meglio i colleghi. Nessuno sarà lasciato mai solo. Oltre al supporto del gruppo dell’esecutivo Università, abbiamo un canale di confronto costante fra i delegati di tutti gli Atenei nei quali siamo presenti, per aggiornarci e trovare insieme le soluzioni più adeguate alle istanze dei lavoratori.
  • Voce ai lavoratori: Candidarsi con USB significa dare voce ai lavoratori senza padroni e protettori, portando avanti le loro istanze e lavorando per migliorare le condizioni di lavoro di tutti.

Chi può candidarsi?

Tutti i lavoratori che condividono i valori di USB Pubblico Impiego e che desiderano impegnarsi attivamente per il bene comune. Non è necessario avere una tessera: ciò che conta è la volontà di fare la differenza.

Ogni cambiamento inizia con un primo passo.
Candidarsi alle elezioni RSU è un’opportunità unica per contribuire attivamente al miglioramento del nostro ambiente di lavoro.
Non lasciare che siano sempre gli altri a decidere per te: prendi in mano il tuo futuro e quello dei tuoi colleghi.
Càndidati con USB… Uniti siamo più forti!
Fai sentire la tua voce!

Come candidarsi?
Se sei interessato a candidarti e condividi i nostri valori ed il nostro modo di fare sindacato, contatta universita@usb.it oppure, dove siamo già presenti, il nostro rappresentante di sede.

La piattaforma programmatica di USB Pubblico Impiego – Università

IN ALLEGATO IL CALENDARIO 2025 PER AUGURARTI UN NUOVO ANNO DI BUONA LOTTA. STAMPALO E TIENILO SULLA SCRIVANIA O SULLA PARETE DEL TUO UFFICIO!

 CALENDARIO_USB_2025_A4.pdf

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pubblicato il 19 Dicembre, 2024

Il settore Università di USB Pubblico Impiego segnala che un gruppo di lavoratori dell’Università di Salerno ha presentato una richiesta formale di indagini in Procura per denunciare una serie di episodi in Ateneo. Se tali fatti risultassero confermati, allora saremmo di fronte a reati gravissimi.     

Per adesso, la notizia sta circolando nelle pagine di cronaca locale (vedi i link in fondo alla  pagina): sembra infatti che nell’Ateneo campano ci siano state pressioni sui lavoratori e sulle lavoratrici per farli desistere dall’iscrizione ad alcune sigle sindacali e per convincerli ad iscriversi alla principale sigla sindacale in UNISA: la sigla cui si fa riferimento nella nota dei dipendenti è la CISL, come pubblicato da Salerno Today. Non menzionarla rischierebbe di creare equivoci con altre sigle, ma al tempo stesso ci limitiamo a segnalare il fatto di cronaca senza muovere per il momento accuse verso quella sigla, nel pieno rispetto del corso della giustizia appena avviato. La Procura di Nocera Inferiore sta indagando ma, in attesa che gli inquirenti facciano luce sulla vicenda ed accertino eventuali responsabilità, complicità e coinvolgimenti, condividiamo alcune riflessioni.

Qualora le responsabilità venissero accertate e dovesse risultare una qualche responsabilità da parte dell’Ateneo o della sigla sindacale in questione, allora una mobilitazione profonda delle coscienze ed un moto di liberazione dovranno scuotere nel profondo le fondamenta dell’Ateneo salernitano ed il personale universitario, insieme alla comunità accademica sana che lo rappresenta, dovrà fare quello scatto di indignazione ed orgoglio che permetta di affrancarsi da certe dinamiche e liberarsi da questo peso che li opprime.

Riteniamo che un fenomeno di tale particolare gravità sia da denunciare col giusto risalto sul piano nazionale: spesso, infatti, ci troviamo ad affrontare situazioni nelle quali le Amministrazioni intrattengono relazioni sindacali solo con organizzazioni sindacali di comodo, visto il controllo esercitato sui lavoratori, escludendo tramite la “dittatura della maggioranza”, tanto cara al Governo, le altre organizzazioni e delegati RSU eletti direttamente dai lavoratori.

Sono situazioni caratterizzanti il lavoro privato, ormai destrutturato a causa delle mutazioni del mercato di lavoro, ora attuate anche nelle Pubbliche Amministrazioni, che stanno subendo processi di aziendalizzazione caratterizzati da false meritocrazie.

È questo un modello consociativo di fare sindacato che punta su una società individualista e che si nutre e si alimenta con forme di protezione “da padrino”, alienando la vera funzione di un Sindacato generale, solidale, sociale e libero dai poteri, che connota e qualifica la sua azione sindacale a tutela degli interessi e dei diritti della collettività.

Purtroppo, sembra che il trend sia una forma di rassegnazione dei lavoratori che appaiono vivere ormai queste situazioni come normalità, alimentata da una sorta di silenzio-assenso da parte degli altri sindacati.

In attesa che gli organi della giustizia facciano le opportune verifiche all’Università di Salerno, la nostra solidarietà va comunque al personale tecnico, amministrativo e bibliotecario dell’Ateneo che ha espresso malessere rispetto alla vicenda e si trova a fronteggiare questo momento delicato, ed invitiamo tutte/i i lavoratori e lavoratrici di tutte le Università italiane a segnalarci l’esistenza di situazioni analoghe nei propri Atenei.
Dobbiamo farle emergere, per contribuire con il nostro apporto a difendere regole democratiche e trasparenti nelle relazioni sindacali. Anche nelle situazioni in cui il problema sembra essere la complicità di taluni sindacati, non smettete di pensare che la soluzione rimane comunque il sindacato, a patto che sia LIBERO!

Approfondimenti nei link di seguito:

https://www.salernotoday.it/politica/pressioni-adesioni-sindacato-unisa-lettera-procura-dipendenti.html

https://cronachesalerno.it/ unisa-pressioni-sui- dipendenti-per-iscrizione-al- sindacato/

 

PER FARE CRESCERE UN SINDACATO LIBERO, iscriviti e lotta con USB P.I. – Università
https://universita.usb.it/iscriviti-online.html?settore=UNIVERSIT%C3%80 

(Basta compilare il modulo online ed allegare la scansione del proprio documento d’identità)

USB PI – UNIVERSITA’

♦ Potrebbe interessarti anche:   LA PIATTAFORMA PROGRAMMATICA di USB UNIVERSITA’

pubblicato il 9 Dicembre, 2024

Perché USB Università di Trieste chiede a tutto il personale universitario e agli studenti di partecipare allo sciopero generale nazionale del 13 dicembre 2024, con manifestazione a Milano.

Sulle pagine de “Il Fatto Quotidiano” del 07/12/24 leggiamo la testimonianza di una donna alla quale la società multinazionale di assicurazione sanitaria United HealthCare (372 miliardi di dollari di ricavi dichiarati nel 2023) ha negato l’operazione con soli due giorni di preavviso. “Sono rimasta negli uffici finanziari dell’ospedale, in lacrime…”. C’è chi su Tik Tok, spiega di “pagare 23 mila dollari di premio assicurativo, solo per vedermi poi negare il rimborso quando avevo bisogno di un esame” e chi si ammala rischia di finire letteralmente in mezzo a una strada coperto di debiti.

L’Italia, già con la cosiddetta aziendalizzazione delle allora Unità socio sanitarie locali avviata nella prima metà degli anni ’90, ha da tempo imboccato la scelta di privatizzare gradualmente la sanità, alla faccia dei tanti discorsi roboanti e pomposi sulla Costituzione più bella del mondo… Parecchi contratti collettivi nazionali di lavoro già da tempo assecondano e promuovono questo percorso suicida introducendo polizze sanitarie integrative. Si tratta di un’operazione anche culturale, che lavora sull’accettazione del fatto compiuto.

Per questo l’omicidio di Manhattan ci parla e dovremmo ascoltare quello che ha da dirci su noi stessi, su quanto siamo caduti in basso e su quello che dovremmo fare per invertire la rotta, per evitare quella che Robert Pape, professore di scienze politiche e direttore della Security Project della Università di Chicago, chiama “violenza civile” che si allarga alla sanità, alle assicurazioni e a chissà cos’altro. 

E che dire della strisciante privatizzazione della previdenza che fu pubblica?

È un fatto (e non è interpretabile) che gli accordi siglati da alcuni importanti sindacati per promuovere i fondi pensione negoziali fra i lavoratori hanno lo scopo di sostituire il diritto ad una pensione pubblica dignitosa con la speranza di una rendita vitalizia finanziata dal taglio immediato del salario mensile (il contributo obbligatorio di almeno l’1% al fondo pensione) e la perdita di tutto il proprio TFR – Trattamento di fine rapporto (salario differito) maturando.

L’introduzione del silenzio-assenso quale modalità di adesione inconsapevole ai fondi pensione istituiti da alcuni sindacati, la sua ripetizione negli anni, sono tutte leve giuridiche per imporre l’adesione ai fondi. Anche qui il messaggio è chiaro: scordatevi una vecchiaia serena ed abituatevi a vivere nelle difficoltà economiche e nella precarietà, lo Stato, il pubblico non potrà salvarvi, solo il privato potrà farlo… purché abbiate i soldi per pagarvi l’assistenza delle S.p.A…

 Attualmente il salario medio di un lavoratore a tempo indeterminato è di circa 1.550,00 euro, una operaria e un operaio medio al netto percepisce 1.350,00 euro, un commesso e una commessa di magazzino 1.100,00 euro, una operatrice e un operatore socio-sanitario 1.000,00 euro. Per non parlare di una\un dipendente di una cooperativa sociale…

I rapporti dell’OSCE e di altri enti internazionali hanno certificato quello che già era evidente per lavoratori e famiglie: i salari in Italia sono sostanzialmente fermi da decenni e sono fra i più bassi d’Europa. Siamo l’unico paese in Europa in cui, negli ultimi trenta anni, i salari sono diminuiti!

Molti lavoratrici e lavoratori – pur lavorando – non riescono ad emanciparsi dalla povertà a causa di salari vergognosi, contratti di lavoro capestro, rapporti di lavoro a tempo parziale imposti dal datore di lavoro, orari infiniti e non retribuiti…

Non c’è un CCNL che quantifichi aumenti veri, adeguati al costo reale della vita (nel caso del personale universitario contrattualizzato TA, l’aumento è inferiore al 4% a fronte di una inflazione stimata superiore al 10% e attorno al 13% sui generi alimentari).

Ecco allora che la parola magica oggi imperante è: “tagliare il cuneo fiscale e previdenziale!”, vale a dire finanziare decontribuzioni e bonus fiscali direttamente in busta paga che, da un lato, sono recuperati a bilancio dello Stato da corrispondenti tagli ai servizi pubblici (una vera partita di giro). Dall’altro, per l’irrisorietà delle cifre che arrivano ai dipendenti, sono ben lontani da aumenti salariali veri.

Insomma, tutto vuoto a perdere.

Non bastasse, l’introduzione della aliquota fissa (cosiddetta “flat tax”) al 15% per il lavoro autonomo, fino ad 85.000 euro di fatturato, chiarisce ulteriormente la natura anche di questa manovra, tutta a carico dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che continueranno a vedere i propri stipendi e le proprie pensioni tassate ben oltre il 15% (orientativamente tra il 27% e il 38%) pur percependo un reddito sensibilmente inferiore.

Insomma, chi più ha meno paga!

Nel 1993 l’accordo da alcuni sottoscritto sulla cosiddetta “politica dei redditi” ha, nei fatti, ridotto la percentuale di reddito nazionale (cioè di ricchezza prodotta in Italia) da distribuire ai lavoratori e lavoratrici sotto forma di salari mentre ha consentito l’aumento di quella ricchezza nazionale distribuita alle imprese sotto forma di profitto.

A tale iniqua e ingiustificabile distribuzione ha fatto seguito, contemporaneamente, la perdita di potere “politico” del mondo del lavoro nel suo complesso rispetto al mondo delle imprese.

Non stanno meglio le strutture educative pubbliche: numero dei posti disponibili inferiore alle necessità delle famiglie, mancato investimento in qualità educativa e quantità del servizio erogato conseguenza della mancata assunzione di personale dedicato.

Vergognosa è pure la guerra al povero che oggi si manifesta anche con l’abrogazione del reddito di cittadinanza mentre è ancora ampio il fronte di quanti non vogliono introdurre nel nostro Paese (unico in Europa) una legge sul salario minimo legale per tutte e tutti.

Care/i tutte e tutti, potremmo scrivere o parlare per ore nel tentativo di argomentare le ragioni che hanno spinto l’Unione Sindacale di Base a proclamare un’intera giornata di SCIOPERO GENERALE NAZIONALE per l’intera giornata di venerdì 13 dicembre ’24.

Le motivazioni anche di questo sciopero generale nazionale sono talmente tante che, comunque, ne dimenticheremmo sempre qualcuna.
Seguite le notizie sullo sciopero sul sito internet del sindacato USB!

USB Pubblico Impiego dell’Università di Trieste