Slitta la discussione del DDL Gelmini di un giorno (dal 14 al 15 ottobre): mancherebbero i fondi per la promozione ad associato di 9000 ricercatori in 6 anni.
Una colossale bufala: il costo di questa operazione ammonta a poche decine di milioni di euro in sei anni, perché gran parte dei costi delle promozioni verrebbero coperti dai fondi resi disponibili dai massicci pensionamenti della docenza previsti nei prossimi anni.
In quanto agli “emendamenti” su cui si sta consumando un ennesimo “braccio di ferro” nella maggioranza di governo, è solo un finto cedimento alle rivendicazioni dei ricercatori Restano intatti i contenuti peggiori della “Riforma”: la governance assoggettata agli interessi della casta e della Confindustria; una concorsualità ancora più facile al nepotismo; la precarizzazione massiccia della docenza e della ricerca; la messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori; il ridimensionamento drastico delle attività di molti atenei; lo smantellamento di altri; la svendita ai privati o a fondazioni di altri ancora; l’esternalizzazione di funzioni attraverso fusioni/federazioni con altre università ed enti; l’esternalizzazione di servizi e personale, ecc.
Una riforma dell’Università Pubblica è urgente e necessaria per il rilancio della formazione e della ricerca scientifica come fattore di rilancio e sviluppo del Paese, ma anche come strumento della crescita culturale e della mobilità sociale che non può costruirsi sulle macerie di un sistema universitario pubblico che scientemente si è tentato di affossare da decenni con tagli ai bilanci e con “riforme” autoreferenziali e privatizzartici della baronia .e della Confindustria.
Il DDL Gelmini è solo l’ultimo atto di questo lungo processo di affossamento nell’Università Pubblica per assoggettarla agli interessi della casta e della Confindustria.
La comunità universitaria in rivolta, che non si ferma alla protesta dei ricercatori ma investe precari, studenti e lavoratori t-a, reclama il ripianamento dei tagli ai bilanci a garanzia del normale funzionamento dell’Università Pubblica e il ritiro del DDL Gelmini; respinge finte sanatorie ed emendamenti ingannevoli e rivendica il diritto a discutere di una vera riforma.
Per questo motivo RdB-USB Università conferma la propria presenza al sit-in in piazza Montecitorio domani 14 ottobre e si appella all’intensificazione della mobilitazione negli atenei.
Roma, 13 ottobre 2010 Esecutivo Nazionale RdB-USB Università