1. Fini non legge, Confindustria, CRUI e L. Berlinguer si’.
Il Presidente della Camera, riferendosi al Disegno di Legge sull’Universita’, fermato proprio alla Camera dalla protesta di tutto il mondo universitario, ha dichiarato che se non si impegnano fondi per promuovere la meritocrazia “si tradisce lo spirito della riforma”, e quindi “a quel punto sarebbe meglio ritirarla”.
Purtroppo, evidentemente, anche Gianfranco Fini, come tanti altri esponenti politici e quasi tutti i giornalisti e gli opinionisti, non ha letto il Disegno di legge perche’ altrimenti si sarebbe reso facilmente conto che con esso si metterebbe la parola fine alla meritocrazia. Infatti, come ha anche denunciato il Rettore del Politecnico di Bari, con il DDL si aumenterebbe il localismo dei concorsi e quindi il nepotismo accademico, con i connessi fenomeni clientelari e ‘parentali’.
A chiarire i veri obiettivi del DDL basterebbero gli entusiastici apprezzamenti che ne fanno la Confidustria e la Conferenza dei Rettori, che vogliono, ad ogni costo e con tutti i mezzi, questo provvedimento deleterio
per l’Universita’ e per il Paese.
Si tratta infatti di una controriforma con la quale si commissarierebbero gli Atenei proprio con i Rettori che avrebbero un potere assoluto e sarebbero affiancati dagli esponenti dei poteri forti economico-politici
locali. Insomma, gli Atenei, privati di ogni autonomia e democrazia, diventerebbero delle ASL.
Che “il problema piu’ importante” sia la gestione degli Atenei lo dice anche Luigi Berlinguer che sostiene che finora si e’ data “tanta autonomia” agli Atenei, ma che e’ ora di uscire dal “provincialismo”,
dall'”ottocento”, e affidare la gestione della “strategia dei singoli Atenei” a Consigli di Amministrazione che, come “nei paesi evoluti”, comprendano “rappresentanti degli interessi esterni”, al di fuori delle “corporazioni” accademiche.
Confindustria, CRUI e L. Berlinguer hanno il merito di dire con chiarezzache la cosidetta governance e’ il pilastro principale del DDL, a differenza di tanti altri (partiti, parlamentari e non solo) che su questo glissano,preferendo chiedere soprattutto meno tagli, come fanno tutti (Confindustriae CRUI compresi).
La cosidetta riforma non va finanziata, ma va comunque RITIRATA.