Care colleghe e cari colleghi,
Mi chiedo e vi chiedo:
1) Non era forse importante esaminare quanto successo in Parlamento sull’università nei giorni precedenti la seduta del 19 ottobre u.s.? (vedi rassegna stampa: http://web.uniroma2.it/modules.php?name=RassegnaStampa&op=archivio&id_rassegna=585)
2) Non era forse importante discutere a fondo, con riferimento alle dichiarazioni dei Ministri Tremonti e Gelmini (Vedi articolo del Sole24Ore allegato), del prossimo consuntivo e del bilancio di previsione?
3) Non era forse importante coinvolgere il Senato circa i criteri guida con i quali ci si appresta a varare il prossimo Piano di programmazione triennale?
4) Non era forse importante discutere sulle aspettative del personale rispetto alle scadenze delle progressioni orizzontali – non dal punto di vista “tecnico” (per questo vi è il tavolo istituzionale della Contrattazione) – dal punto di vista della programmazione e della pianificazione dei futuri interventi organizzativi?
5) Non era forse il caso di fare esattamente come si era fatto con gli arretrati “dovuti” ai docenti: per i quali, onde evitare il rischio di perderli, si è trovato il modo di pagarli? Come ben ricorderete (http://rdb.uniroma2.it/index.php/archives/520), nel caso dei docenti si ricorse, con urgenza (con il beneplacito della Cgil d’Ateneo, vedi comunicato 11 gennaio 2010) ad ogni strumento utile per trovare la soluzione: circa 12 milioni di euro. Non disponendo di dati contabili certi, per il momento evito di commentare la provenienza di tale risorsa, anche se sarebbe molto utile approfondire l’argomento.
Per noi, poveri servi della gleba, è invece ritenuta eccessiva persino una modica cifra come circa 600 mila euro (necessari alla chiusura delle progressioni orizzontali), in quanto ericolosa per l’equilibrio dell’assetto finanziario dell’Ateneo. È bene ottolineare che si tratta di circa il 5% di quanto già speso per i docenti. Sulla base di queste, a mio giudizio eccessive eoccupazioni, viste le proporzioni di spesa, assistiamo attoniti, da circa due anni, ad una estenuante rincorsa sulla modalità con la quale è ritenuto corretto procedere alla “costituzione del fondo” e alla sua relativa “certificazione” da parte dei revisori. Grazie a tale politica rischiamo seriamente di non poter concludere l’iter previsto dall’accordo entro la data del 31 icembre 2010 (vedi allegata circolare n. 7 del 13 maggio 2010 della F.P. ) con il beneplacito di Cisl Uil, che come nel caso del settore privato, aiutano Governo e Confindustria a trovare il modo per ridurci il salario: visto che hanno sottoscritto il secondo biennio contrattuale che riporta il fondo del salario accessorio al valore del 2004, con un taglio del 10% rispetto a quello attuale).Oltre a queste questioni fondamentali per la nostra esistenza materiale ve ne sono tante altre, altrettanto importanti, che il Senato ha la cattiva abitudine di ignorare. Infatti non è stata pronunciata parola circa le molte altre sofferenze legate ai problemi dei ricercatori e degli studenti dell’Ateneo! Ma a voi tutto questo sembra normale?Questo consesso, come voi stessi potete verificare dagli atti pubblicati, è tanto refrattario ad ogni reazione, rispetto alla grave realtà che ci circonda, che sembra vivere in un suo mondo parallelo o, al massimo, dentro una magica ampolla di vetro. Infatti, si nasconde sempre sotto al tappeto tutto ciò che implica l’esercizio intellettuale di un “giudizio critico” di carattere politico: sia con riferimento alle politiche governative, sia su quelle locali. Conseguentemente nelle sedute viene sempre a mancare un adeguato dibattito di approfondimento che, data la indubbia competenza e la solida preparazione intellettuale dei senatori presenti, potrebbe veramente raggiungere alti livelli.
Un vero peccato e una grande perdita per tutti non sfruttare questo prezioso concentrato di ricchezza intellettuale per la tutela del nostro “bene comune”: la difesa dell’università pubblica!!!
Cari colleghi, in modo del tutto irrituale, con questa breve relazione ho cercato di narrare il “vuoto”: quello che, sempre a mio personale giudizio, vi doveva essere ed è invece mancato del tutto. Grave, molto grave, poiché si tratta di materie che hanno a che fare in primo luogo, con l’utile, nel senso nobile crociano del termine, non quello biecamente utilitaristico; in secondo luogo, con l’elementare, nel senso durkeimiano del termine, cioè di ciò che è essenziale per noi per continuare a vivere dignitosamente. Ma cercare di svelare il volto nascosto delle cose non è un’operazione di comunicazione semplice e scontata nella sua efficacia, e quindi potrei essere stato poco chiaro. Spero almeno di esser riuscito nell’impresa forse più semplice: quella di avervi in qualche modo suscitato delle curiosità personali che vi stimolino ad approfondire gli argomenti da me in questa sede affrontati.
***
Infine, visto che questa seduta coincide con l’ultima del vecchio mandato sono doverose due parole sulle modalità con le quali è maturata la riconferma del mandato. Innanzi tutto un riconoscente ringraziamento a tutti coloro che con il proprio voto mi hanno rinnovato la fiducia, una conferma nonostante mi sia astenuto, forse colpevolmente, dall’affrontare una campagna elettorale condotta personalmente. Ho voluto evitare di sottoporvi ad una fastidiosa competizione sulla questua dei voti o, peggio ancora, elemosinare preferenze come un mendicante (a quelli che lo sono costretti dalla povertà va tutta la mia solidarietà), con false e tendenziose promesse future.
Ai collaboratori del Coordinamento RdB-USB va un’affettuosa e grata riconoscenza per il sostegno, per la lungimiranza e profonda convinzione dimostrata nel rifiutare la mia intenzione di rinunciare al rinnovo del mandato. Un particolare ringraziamento va a tutte le persone che hanno animato l’Assemblea degli iscritti; la quale, convocata dal oordinamento per decidere il nome del nuovo candidato, unanime si è espressa per il rinnovo.
Abbiamo, tutti insieme, dimostrato come si può praticare con maturità una democrazia: fatta di partecipazione alle decisioni importanti, di trasparenza e di “stile”, che alla luce dello squallido panorama politico che ci circonda sono cose non scontate.
Car* tutt* non otteniamo una vittoria nei numeri! Ma non importa, possiamo comunque orgogliosi proseguire a testa alta il nostro lavoro, certi di andare verso una difficile ma “Concretissima utopia”.
Giancarlo Di Santi