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Care colleghe e cari colleghi,

Nel corso delle comunicazioni il Rettore non ha sottoposto all’attenzione del Senato alcuna questione degna di rilievo o interesse per il personale tecnico-amministrativo. Non ha altresì affrontato alcun argomento, limitandosi a rivolgere un doveroso saluto ai nuovi componenti del consesso e ricordando a tutti che, con la presente seduta, prendeva avvio il nuovo mandato alla presenza dei soggetti eletti, espressione diretta dell’ultima consultazione elettorale.

Come da regolamento, art. 5 norme di funzionamento del Senato, il Rettore ha dato inizio alle procedure per la formalizzazione delle Commissioni, invitando tutti i presenti ad indicare eventuali adesioni alle medesime.

In termini di continuità con il mandato precedente ho aderito alle seguenti Commissioni: 1) Affari Statutari e Normativi, 2) Convenzioni e Contratti, 3) Programmazione e Sviluppo, 4)Edilizia, Assetto del Territorio e Servizi.

La Commissione Didattica è l’unica alla quale non ho dato adesione, riservandomi di parteciparvi qualora, dietro segnalazione degli uffici che si occupano di didattica, siano lì affrontate materie che abbiano una qualche diretta ricaduta sul nostro assetto lavorativo.

A conclusione di questa fase preliminare si è entrati in media res affrontando i contenuti del vero e proprio O.d.g. Per quanto attiene alle materie affrontate nell’O.d.g., a mio giudizio, non vierano elementi di rilievo da comunicarvi.

Con piacere vi segnalo che abbiamo unitariamente – tutti i rappresentanti eletti dal personale tecnico-amministrativo – prodotto una “Mozione” (Vedi allegato), che chiede la cancellazione della denominazione di “personale non docente” da uffici, carte, documenti etc. Una richiesta che solo se letta superficialmente potrebbe essere intesa come un “vezzo” inutile e retorico.

Tale istanza, al contrario, alla luce di uno sguardo più attento, si potrebbe tradurre in un presupposto molto positivo per il futuro: un futuro che speriamo ci aiuti a difendere, meglio di quanto accade ora (vedi esiti preoccupanti della contrattazione decentrata), i nostri interessi ed i nostri diritti.

Un conto è infatti partire sempre dall’idea preconcetta di ciò che “non siamo”; tutt’altro conto è partire da ciò che “siamo” nell’affermazione delle nostre esigenze. Questo è il principio dal quale prende avvio questa Mozione, che non vuole essere una mera e inopportuna “ossessione identitaria” o una sterile contrapposizione ideologica, bensì una legittima richiesta di “riconoscimento”. Infatti, a mio giudizio, solo se saremo istituzionalmente rispettati per quello che siamo avremo maggiori opportunità di conseguire ciò che riteniamo indispensabile nei nostri rapporti professionali. La mia viva speranza è che questa piccola cosa concorra positivamente a costruire i presupposti per costruire un’università più equa e giusta.

È doveroso segnalare come il Senato non abbia contrastato la Mozione; al contrario, in molti sono intervenuti per dichiarare che vi si riconoscevano in pieno, e che in essa hanno colto lo stesso spirito che anima il loro comportamento abituale.

In conclusione, salvo impedimenti di carattere “Normativo”  (preoccupazione espressa dal preside Milano), non si scorgono motivi per rifiutare la richiesta e, di conseguenza, vedremo finalmente accolta la denominazione di Uffici e di documenti adeguati al testo della Mozione.

Giancarlo Di Santi

ALLEGATI: Informativa Senato Accademico del 16 novembre 2010      

                           ♦  MOZIONE    

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