NO AL CONTRATTO TRIENNALE!
Questa notte sono stati siglati da CGIL CISL e UIL e Governo due accordi: il primo riguardante i 101 Euro previsti per il rinnovo del contratto biennale (2006-2007) degli statali, firmato dai segretari generali confederali, l’altro, firmato dai segretari delle categorie del Pubblico Impiego, relativo alla modifica dell’assetto strutturale dei prossimi contratti che, a decorrere dal 2008, diventerebbero in via “sperimentale” triennali. Con il solito metodo inaccettabile CGIL, CISL e UIL, facendo fare il lavoro sporco ai sindacati di categoria, si sono arrogati ancora una volta il diritto di modificare da soli e senza alcuna consultazione dei lavoratori, l’accordo del 6 aprile siglato da tutte le OO.SS,. Un accordo che impegnava Governo e parti sociali al mantenimento dell’attuale assetto contrattuale strutturato in due bienni economici all’interno di un quadriennio normativo.
Come avevamo previsto, dietro al balletto della differenza di pochi euro (la differenza tra i 101 Euro richiesti e i 95/96 stanziati) si nascondeva la volontà precisa, che parte da lontano, di arrivare alla triennalizzazione del contratto. E così quello che non è riuscito a fare il Governo Berlusconi, viene fatto oggi dal Governo “amico”, con la complicità dei sindacati confederali che hanno messo in scena la patetica farsa dello sciopero annunciato tre volte. Se questi sono i risultati dei soli annunci lasciamo immaginare ai lavoratori quale catastrofe si sarebbe prodotta con l’ effettuazione reale del loro sciopero generale! Non riusciamo proprio a comprendere infatti come CGIL CISL e UIL giustificheranno ai lavoratori la revoca dello sciopero: per aver ottenuto ben 6 Euro oltre quelli già stanziati in Finanziaria, quando l’accordo del 6 aprile prevedeva già l’impegno a reperire risorse aggiuntive? O per aver consentito attraverso la triennalizzazione l’ulteriore perdita del potere d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici? O forse per poter introdurre in maniera massiccia, grazie ai contenuti del Memorandum, incentivi individuali e a pochi, mobilità, esuberi? Insomma per cosa hanno “lottato” CGIL, CISL e UIL?
La modifica strutturale dei contratti, che parte dal Pubblico Impiego per poi estendersi a tutte le altre categorie del mondo del lavoro, rappresenta l’ennesimo pesantissimo attacco al salario dei lavoratori: non possiamo dimenticare che negli anni in cui i contratti erano triennali era ancora vigente la scala mobile che consentiva un adeguamento automatico dei salari al costo della vita. Oggi, senza un meccanismo di “garanzia” la perdita del potere d’acquisto dei salari diventa ancora più evidente ed inaccettabile. In questo contesto la nostra proposta di legge per una nuova scala mobile acquista, un peso politico ancora maggiore.
La RdB CUB P.I. ha già ritirato la firma dall’accordo del 6 aprile: oggi dobbiamo respingere in maniera decisa questo ulteriore “sfregio” ai diritti dei lavoratori attraverso una mobilitazione capillare che coinvolga tutti i posti di lavoro.
Arrivano già notizie di prime forme di mobilitazione sul territorio nazionale:
questa volta i lavoratori faranno sentire ancora più forte la loro voce a chi ha fatto della svendita dei diritti dei lavoratori il proprio mestiere!
RESPINGIAMO L’ACCORDO!
Roma 29.5.2007 RdB-CUB P.I .
COMUNICATO STAMPA
STATALI: PARTONO IN TUTTA ITALIA LE PRIME MOBILITAZIONI DEI LAVORATORI PUBBLICI CONTRO L’ACCORDO BIDONE
Stasera all’ARAN iniziano gli incontri per il rinnovo del contratto dei ministeriali
RdB-CUB: diremo un no secco alla svendita del P.I.
Non si fanno attendere le prime mobilitazioni spontanee nel settore del Pubblico Impiego, che in queste ore in tutta Italia inizia ad esprimere il proprio dissenso all’accordo sottoscritto da Governo e Cgil Cisl Uil.
A Roma, di fronte al Ministero dell’Economia, è partito un presidio di protesta con volantinaggi, mentre un’iniziativa di fronte al Ministero del Lavoro, indetta dal personale ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro per l’efficacia dei controlli, ha assunto i toni di una critica all’accordo siglato in nottata.
A Torino l’attivo dei delegati regionali eletti RSU ha deciso di interrompere i lavori e sta andando a manifestare contro l’accordo in Corso Marconi. A Bologna un consistente gruppo di lavoratori pubblici ha sospeso l’attività ed ha manifestato sotto casa di Romano Prodi.
Questa sera all’ARAN diremo un no secco all’accordo, esprimendo così la forte opposizione dei lavoratori pubblici alla svendita del Pubblico Impiego. Adesso sono i dipendenti pubblici ad essere chiamati in causa. La loro reazione sarà una risposta contro quello che rappresenta un pericoloso attacco mirato a tutti i lavoratori italiani”.
RdB-CUB P.I