La FLC-Cgil, caso unico nella Cgil e nel sindacalismo confederale, ha dato via a una campagna pubblicitaria a sostegno dell’accordo sui 101€ (ma chi li vedrà ?) aprendo, udite, udite!, “punti di ascolto” (..sic!!!) per spiegare ai lavoratori le conquiste dell’accordo sopraddetto. Altri confederali tacciono all’insegna del detto “addà a passà la nuttata”, altri ancora arrivano a dissociarsi per la vergogna dalle decisioni dei loro capi.
Allora ri-facciamo qualche chiarezza:
- l’accordo politico sul rinnovo dei contratti pubblici prevede 101€ medi mensili: 11€ di vacanza contrattuale per il 2006 + 90 € per il 2007, ma a partire da febbraio 2007. Gli arretrati saranno calcolati da questa data. Dai 101 € si dovrà sottrarre una quota di circa 10 € per la contrattazione integrativa, quella che secondo il famoso “Memorandum” è da destinarsi a pochi e meritevoli. L’aumento, inoltre, non è uguale per tutte le categorie (per l’Università gli “aumenti” sono notoriamente più ridotti…). Per questi si vedrà…..
- gli “aumenti” (94 offerti dal Governo + i 6 chiesti dai Sindacati) non comportano maggiori stanziamenti di fondi, avendoli fatti decorrere da febbraio (è un artificio contabile). E non potranno essere pagati prima del 2008 perché il governo deve ancora stanziare quei 600 milioni di euro e lo potrà fare (se non cambierà idea…..) con la Finanziaria 2008
- i sindacati nazionali di categoria hanno sottoscritto un secondo accordo sulla modifica della struttura del contratto e dal biennio economico 2008-2009 si passa al triennio 2008-2010. Gli “aumenti” ora biennali diverranno triennali e cioè quelle miserie che si vantano di aver conquistato quelli dalla FLCgil saranno spalmati su tre anni anziché due. L’accordo sulla modifica dell’assetto contrattuale dovrebbe essere adottato in forma sperimentale, ma Confiundustria ha fatto immediatamente sapere che l’accordo raggiunto viene guardato con grande interesse anche per i futuri rinnovi dei dipendenti privati, così la partita è completa
- la sera del 29 maggio hanno concluso il contratto dei Ministeriali, sottoscritto dai sindacati confederali senza aver nemmeno tentato di chiedere ai lavoratori di cosa hanno bisogno e cosa rivendicano dal datore di lavoro (il governo amico della FLCgil) e senza nemmeno parsi passare per la testa l’idea di dover consultarli per firmare.
Per l’Università la situazione che si prospetta è ancora più pesante. Non solo perché quando si arriva al rinnovo del contratto di comparto è sempre tardi e comunque gli “aumenti” sono di una decina di euro mediamente sotto la media sbandierata da governo e sindacati amici, ma soprattutto per la situazione disastrosa in cui si viene a trovare il sistema della Autonomie stretto tra i tagli governativi alla spesa del personale e il malgoverno ormai generalizzato dei fondi per il personale tecnico-amministrativo da parte delle autonomie.
Il governo ha deliberato di scaricare sul F.F.O. d’ateneo il pagamento degli aggiornamenti stipendiali del personale, i Rettori hanno già minacciato di non pagarli e di aumentare le tasse per gli studenti. Il min. Mussi non è in grado di imporre al governo e a Padoa Schioppa l’abbandono della politica di tagli alla spesa per il personale. Negli atenei non si riesce a far decollare un piano di reinternalizzazione dei servizi e assunzione dei precari. Si fatica a rinnovare contratti integrativi scaduti o addirittura vengono tagliati i salari d’ateneo già sottoscritti con i contratti integrativi sottoscritti….
Questo quadro preoccupante e l’uscita della FLCgil, così spudoratamente squilibrata a favore della firma di questo indegno accordo, non può che destare allarme e preoccupazione: qualcuno ha già venduto la pelle dell’orso universitario ?
RdB/CUB Università