In occasione della contrattazione decentrata in cui si è discusso dell’incremento delle indennità accessorie, la nostra iniziativa sindacale è stata messa di nuovo sotto accusa, perché abbiamo chiesto chiarimenti sulla costituzione dei fondi per il personale.
Riguardo le contestazioni, noi crediamo che rientri nella funzione sindacale vigilare anche sulla costituzione e destinazione dei fondi al personale tecnico-amministrativo in un sistema dove notoriamente altre categorie la fanno da padroni e il personale è considerato un costo e non una risorsa. Lo abbiamo sempre fatto, da quando ci siamo costituiti e nelle sedi dove siamo stati eletti, coerentemente con il nostro programma politico-sindacale. Nell’interesse dei lavoratori non intendiamo abdicare a questa funzione, perché l’insufficienza dei fondi è usata spesso per negare diritti collettivi a favore di privilegi per pochi.
Rispetto ai comportamenti dei confederali, ci preme sottolineare le contraddizioni che si evincono tra l’operato dei vertici nazionali e il comportamento locale. Mentre a Tor Vergata siamo sotto accusa perché vorremmo capire e chiediamo spiegazioni sui fondi accessori, le loro segreterie nazionali nei comunicati rivendicano, nei tavoli di contrattazione nazionale in corso, l’introduzione nel CCNL “norme che regolamentano la parte economica quali le relazioni sindacali, la definizione in CCNL della composizione della massa salariale, la certificazione del fondo, l’utilizzo del fondo stesso”. Una dicotomia nella pratica sindacale che crea grande confusione.
E’ cronaca di queste giorni, inoltre, l‘accordo che le confederazioni sindacali promuovono a livello nazionale con la Confindustria per la riforma del modello contrattuale. Si prevede un nuovo assetto contrattuale che tende a limitare al massimo la portata normativa ed economica del contratto nazionale, rinviando gli incrementi del salario tabellare alla contrattazione decentrata, con la motivazione di valorizzare la produttività e la meritocrazia. Nel contesto che si prefigura, a Tor Vergata potremmo rischiare una doppia penalizzazione, visto che se qualcuno si preoccupa di verificare i fondi viene accusato di “sabotaggio”.
A questo punto, noi crediamo che il sindacato debba ritornare in assemblea per verificare il mandato ricevuto e decidere insieme ai lavoratori.
Lo abbiamo proposto alle altre rappresentanze sindacali.
Riguardo la RSU, riteniamo che le identità che la compongono (elette nell’ambito di liste), debbano essere rispettate e come componente RSU, oltre che come Sindacato, sentiamo di avere il diritto di rispondere e riferire al personale sul nostro operato.
In quest’ottica crediamo necessario chiarire i contenuti della contestazione e puntualizzare la nostra posizione. Di seguito trascriviamo la nota inviata all’amministrazione come RdB prima della seduta di contrattazione e in allegato la documentazione per chi volesse approfondire gli argomenti.
RdB-CUB Università Tor Vergata