La contrattazione decentrata del 4 luglio 2011 si è conclusa con la rottura delle trattative. Avrebbe dovuto sancire, invece, l’avvio delle procedure per completare le progressioni orizzontali da effettuare con l’autofinanziamento dei dipendenti, quindi a costo zero per l’Amministrazione.
La replica alla legittima richiesta sindacale e’ stata: …”ci si era spinti troppo oltre”. Una considerazione giustificata, stando a quanto riferito dall’Amministrazione, dall’atteggiamento dei revisori, i quali non hanno ancora certificato l’accordo. Così essi hanno causato un ulteriore ritardo nell’attuazione integrale dell’intesa, favorendo inoltre situazioni di disparità e penalizzazioni tra i lavoratori.
Riguardo la circolare sulle presenze ci è stato confermato che e’ sostanzialmente immutata rispetto a quella già trasmessa, perché non è stata introdotta alcuna modifica significativa rispetto alle richieste formulate unitariamente da tutti i sindacati e RSU. Ancora una volta avvertiamo l’esigenza di ribadire quanto questa circolare sia parziale e paradossalmente inefficace rispetto agli obiettivi che pretende di voler raggiungere, ossia favorire l’utenza.
Ci sono, inoltre, limitazioni e sanzioni che appaiono del tutto eccessive ed arbitrarie, con ricadute penalizzanti per la regolare fruizione dei ticket. Tale provvedimento secondo l’amministrazione serve ad arginare gli “eccessi sull’orario di lavoro”. Ovvero, a nostro giudizio, dato che non sono in grado di realizzare un controllo equo e mirato tanto vale penalizzare tutti. A prescindere dai numerosi dubbi che si potrebbero sollevare relativamente al merito degli argomenti, appare chiaro come l’Amministrazione, non trovando null’altro da opporre e, soprattutto, dimostrando una palese incapacità di gestione del personale, si tuteli ricorrendo ad un meschino programma coercitivo delle più elementari libertà di movimento rivolto indistintamente a tutti i dipendenti. Un provvedimento ridicolo se visto solo dall’esterno, ma grave ed umiliante per chi da anni presta onestamente il proprio servizio in ateneo rispettando le regole.
Prima che iniziasse la seduta, abbiamo colto l’occasione per chiedere notizie riguardo lo stato dei lavori relativi al nuovo Statuto, dato che i componenti amministrativi presenti in Commissione e“designati” “a insindacabile giudizio” dal Rettore, ergo persone a lui molto vicine, si sono ben guardati in questi mesi di lavori di relazionare (a chi avrebbero dovuto rappresentare) sui vari argomenti trattati. Il risultato ottenuto, mediocre, lo si e’ visto solo a lavori conclusi. Anche se, a parziale giustificazione, sembra che la versione del testo celermente presentato in CdA non sia esattamente quello discusso ed approvato dalla Commissione. Sembra difatti che l’ultima stesura è stata rivista e corretta da un commissario, docente di Giurisprudenza, che anziché limitarsi a questo, si sia invece impropriamente preso la libertà di intervenire anche sui contenuti (vedi allegato).
Innanzitutto ci chiediamo come abbiano potuto consentire che anche nel nuovo Statuto il personale venga ancora definito “non docente”. In proposito si ricorda la mozione promossa dal nostro rappresentante, Giancarlo Di Santi, in una seduta del Senato Accademico (http://rdb.uniroma2.it/index.php/archives/1154), che era stata accolta favorevolmente da tutti i senatori.
Altro argomento, che ci sta molto a cuore e per cui abbiamo chiesto chiarimenti, e’ la paventata chiusura dell’asilo nido. http://rdb.uniroma2.it/index.php/archives/1638). Tra toni e atteggiamenti esagitati del Direttore abbiamo “intuito” che sono stati costretti ad avviare rapidamente un nuovo bando per l’affidamento del servizio, poiché la società che lo ha tenuto finora in gestione è fallita. Ci aspettiamo che con la nuova gestione siano previste rette accessibili che consentiranno ai dipendenti di potersi rivolgere all’asilo nido dell’ateneo.
Ci sconforta inoltre, riferire come la contrattazione del 4 luglio u.s. si sia svolta in un’atmosfera tesa e ostile. Arrivando addirittura alle minacce, come ha fatto il prof. Vallebona, pronunciando testualmente le seguenti parole: “se io facessi quello che da avvocato so fare sarebbe molto peggio per voi, non vi conviene”. in aggiunta c’e’ stato un atteggiamento del Direttore Amministrativo indisponente, al limite dell’offensivo, nel rispondere a tutte le nostre richieste.
Non erano sicuramente questi i presupposti con i quali questa Amministrazione si era a suo tempo insediata. Il quadro complessivo che se ne trae è pesante: siamo indubbiamente di fronte a un concreto tentativo di togliere al personale tecnico-amministrativo bibliotecario – già penalizzato dal blocco delle retribuzioni, da quello del turn-over con conseguente aumento dell’attività lavorativa, dalle normative che si susseguono con poca chiarezza e razionalità ed obbligano a impegni notevoli – anche quei pochi diritti che erano rimasti in vita e che ci consentivano almeno di lavorare in un clima accettabile.
Alla luce di quanto accaduto, la O.S. USB ha chiesto che venga inserita una nota a verbale, che testimoni la propria posizione rispetto a quanto avvenuto durante la riunione. E diversamente dalle numerose altre sedute, esige che il verbale stesso sia al più presto reso pubblico.
Ci sentiamo quindi legittimati nel pretendere che questa Amministrazione adotti un comportamento più consono al ruolo a lei assegnato, ovvero di collaborazione o almeno di reciproco rispetto. Ci preme inoltre sottolineare come la responsabilità della frattura venutasi a creare è interamente da imputare al comportamento della controparte amministrativa.
In conclusione, se gli accordi già firmati non verranno onorati ne consegue che sarà impossibile in futuro sottoscriverne degli altri.
Roma, 6 luglio 2011 USB PI – Università Tor Vergata
ALLEGATI: ♦ Dichiarazione a verbale contrattazione 04.07.2011